Detto tra noi

Cambiare velocità e scegliere la direzione di marcia. In fretta

lunedì, 28 luglio 2014, 09:48

di fabrizio vincenti

Che questa non sarebbe stata un'estate facile era persino scontato. Un salto di due categorie in un colpo solo non è cosa da poco del resto. Ma i tempi dilatati delle decisioni e una incertezza di fondo che regna in società hanno finito per rendere tutto ancora più complicato. Il presidente Bacci, come sempre prodigo di battute, parla di dover cambiare la mentalità societaria come passo fondamentale. Siamo d'accordo. Ma, nel concreto fatto salvo l'inserimento di una figura professionale in segreteria, cosa è stato negli ultimi due mesi? A noi pare francamente poco. La sensazione, e ci auguriamo di sbagliarci, è quella che si galleggi a vista, per quanto pressati da scadenze improrogabili che, quest'anno, non consentiranno di scherzare. Né di cavarsela dietro uscite a effetto. 

La sensazione di fondo è che, in questo momento, ci siano due società, quella rappresentata dai soci lucchesi, con al loro interno significativi distinguo, e quella in mano all'imprenditore fiorentino. I lettori sono abbastanza avveduti per capire che la battaglia, e tale è nonostante le smentite di rito, sul ruolo che deve avere il direttore generale Giorgio Rosadini è anche uno scontro tra le due componenti presenti nel sodalizio. E non a caso nell'ultima assemblea dei soci, la componente rossonera ha chiesto un passo indietro a Rosadini: i suoi metodi, l suoi indirizzi non sarebbero condivisi e la gestione dell'affare Raicevic sarebbe stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Senza considerare che la sua conferma arrivò con un comunicato stampa che a molti suonò come un blitz mai digerito e senza adeguato confronto.

Rosadini, dal canto suo, si è ritirato sull'Aventino in attesa di chiarimenti. Peraltro in un momento delicatissimo in cui ci sarebbe bisogno della presenza dei dirigenti, visto che la stessa squadra e lo staff tecnico sono in ritiro praticamente senza rappresentanti della società. Lui è disposto a restare solo se gli daranno i poteri più volte richiesti, evidentemente rimasti sulla carta. E probabilmente anche il denaro, che per il momento scarseggia, per gestire la società. Altro che ferie. Peraltro già effettuate nel mese di giugno. Appare chiaro che sul nome di Rosadini si sta giocando una partita che è ben più ampia e che riguarda gli assetti del club.

Cosa succederà? Difficile dirlo. Qualunque soluzione venga adottata, c'è da augurarsi contribuisca a interrompere la paralisi, un vero e proprio stallo, che sta impedendo di firmare persino i contratti dei giocatori che si vogliono trattenere. Con le dimissioni di Giannecchini, l'unico rimasto con potere di firma è il presidente Bacci. E, come ormai da un anno a questa parte, sembra che la Lucchese arrivi a maturare le decisioni con tempistiche che sono spesso in contrasto con quelle che il mondo del calcio richiederebbe. Almeno quello professionistico. Di cui, bene ricordarlo, fa parte anche il settore giovanile che sta scontando sulla sua pelle ritardi e approssimazioni. Serve un cambio di velocità. Che deve arrivare anche facendo chiarezza. La meritano prima di tutto i tifosi che stanno perdendo via via tutto l'entusiasmo generato da quel 4 maggio che sembra sempre più lontano. 



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