Detto tra noi

Il Porta Elisa si chiama Porta Elisa. E il Comune pensi piuttosto a trovare i soldi per l'illuminazione

giovedì, 29 gennaio 2015, 09:47

di fabrizio vincenti

La proposta formulata da Luca Tronchetti de Il Tirreno, durante una due giorni tenutasi a Lucca United, di intitolare lo stadio cittadino al grande allenatore magiaro Egri Erbstein che condusse, per la prima volta nella sua storia, la Lucchese in serie A fa discutere. Ed è già un merito, visto che di Lucchese. ahinoi, si parla molto poco al di fuori dei circoli sempre più ristretti dei tifosi che si recano sui gradoni del Porta Elisa.

Tronchetti, che conosce come pochi la storia rossonera, da tempo sostiene la necessità di intitolare il Porta Elisa a quello che è probabilmente un maestro inarrivabile di tecnica e di umanità. Una proposta non solo legittima, ma che ha fondamenta evidenti. Erbstein fu un riferimento assoluto per quell'epoca. Un mito. Ma la proposta, lo diciamo chiaramente, ci trova nettamente contrari. 

Non è un problema di nomi. Siamo semplicemente convinti che si nasca con un nome e con quello si debba morire. Vale per le persone,  dovrebbe valere anche per ie città, strade, le piazze e in generale i luoghi pubblici. Che invece, molto spesso, subiscono l'ondata del momento, spesso dettata da esigenze politiche e che in alcuni casi, vergognosamente, come per la città di Littoria, arrivano a cambiare il nome in omaggio ai nuovi vincitori. 

Il Porta Elisa è il Porta Elisa: nell'immaginario di tutti. Sia dei tifosi rossoneri che di quelli avversari. Come dei giocatori e dei giornalisti. E tale, a nostro avviso, deve rimanere. Si va al Porta Elisa e si andrà al Porta Elisa, almeno sino a che sarà, e lo da 80 anni non da un giorno, la casa della Lucchese. Da altre parti, vedi Milano, si è deciso di cambiare San Siro in Giuseppe Meazza. Sono scelte che sanno di fusioni a freddo. Nomi, anche importantissimi, appiccicati quasi con lo scotch sullla vecchia denominazione. Ripetiamo: si nasce con un nome e si muore con quello. Poi, se per esempio, si volesse intitolare la tribuna o altro al grande allenatore potrebbe essere un'ottima idea. Ma il Porta Elisa è il Porta Eiisa. Punto. 

Senza considerare che quel nome rischia, tanto per cambiare, purtroppo, di stimolare i pruriti di una amministrazione che ha ricoperto di targhe la città per ricordare chi avesse vinto la seconda guerra mondiale con una logica, tutta di parte, di segnare il territorio. Bene che Tambellini e compagni pensassero, se si vogliono occupare di Lucchese e di stadio, a trovare prima di tutto i soldi per l'illuminazione dell'impianto, una vicenda che, dopo le ennesime promesse, rischia di provocare una salata multa alla società rossonera che in Lega ha depositato l'impegno, per ora disatteso dell'amministrazione comunale, a dotare il Porta Elisa di un impianto di illuminazione adeguato ai tempi. Il Porta Elisa. Un nome che ci fa venire i brividi. Quelli che non ci farebbero venire denominazioni postume.



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