Detto tra noi

Fatti non parole: ecco la strada maestra

venerdì, 10 luglio 2015, 08:41

di fabrizio vincenti

Siamo convinti che il presidente Bacci non gradisca figuracce pubbliche e dunque c'è da accogliere con soddisfazione le reiterate, e chiare, intenzioni di allestire una squadra in grado di recitare un ruolo da protagonista nel prossimo campionato. Il nostro, secondo alcuni, sta ritagliandosi uno spazio come messaggero del premier Renzi, quello con il piglio del venditore di piatti, che a scuola veniva chiamato “il bomba” per l'inesauribile capacità creativa di raccontare fregnacce, nel mondo del calcio. Si parla di visite di Bacci a Tavecchio pochi giorni prima delle dimissioni "spontanee" del presidente Macalli e il suo attivismo pare sotto gli occhi di tutti. C'è chi dice guidato dal braccio destro del premier "bomba", Luca Lotti. Un motivo in più per rigare diritto e poter offrire il modello Lucchese agli occhi dell'opinione pubblica.

A nostro avviso, però, nonostante gli sforzi indubitabili del presidente e dei soci lucchesi che, bene dirlo, anche sull'iscrizione hanno svolto la loro parte ben oltre la quota di competenza, la Lucchese ne ha ancora parecchia di strada da fare. Non potranno solo essere le parole di Bacci in conferenza stampa, un luogo dove spesso dà vita a dei convincenti monologhi da "one man show", a far dimenticare le tensioni con Galli, anche pesanti, gli ennesimi ritardi organizzativi, i ritardati pagamenti che tanto hanno fatto arrabbiare Galli,  a partire dalla questione delle luci, i premi mai corrisposti alla squadra che vinse la serie D, i cambi di marcia, come quelli sull'azienda che doveva gestire il marketing dopo averne annunciato l'arrivo. La sensazione che si proceda, tanto per cambiare, a strappi. E' probabilmente nella natura della proprietà, ma tutto questo, dopo anni di sofferenze e di drammi sportivi, continua a non trasmettere fiducia.

Bacci ha giustamente sottolineato che Lucca è una piazza che ha subìto scottature, lo sa e lo ripete, con convinzione, dall'inizio. Scottature che, a nostro avviso, potranno sanarsi solo con i risultati, non certo di un solo anno, e con una diversa gestione dell'azienda Lucchese. Impossibile chiedere fiducia a prescindere ai tifosi. E dunque sulla imminente campagna abbonamenti, anch'essa in ritardo, non conteremmo troppo. Fare, come sono stati fatti, appelli convinti ad abbonarsi ci pare difficile. 

Chiedere che siano il doppio o il triplo rispetto allo scorso anno ci pare poi una forzatura. Il calcio è in caduta libera, la fiducia in questo sistema è ai minimi storici, e il fondo sembra non essere ancora toccato. Le restrizioni cominciano a dare fastidio persino a tranquillissimi tifosi. Per non parlare del famigerato spezzatino che, a nostro avviso, rende impensabile abbonarsi, a meno che non si abbia la certezza di potersi liberare a comando per le gare negli orari e nei giorni più impensabili. Senza considerare che lo zoccolo duro dei tifosi, quello degli ultras, che spesso anche i mezzi di informazione demonizzano salvo poi starnazzare quando in loro assenza il silenzio cimiteriale degli stadi fa deprimere anche il più convinto ottimista, non è intenzionato, per scelta, a abbonarsi. 

Tante variabili, compresa in minima quota anche quella della crisi economica, che rendono difficile immaginare grandi folle allo stadio, tantomeno di abbonati. A conti fatti, al netto della fiducia nella società nuovamente un po' incrinata dalla vicenda delle luci, basta fare in giro in città e chiedere, c'è solo un modo per riportare, probabilmente con il biglietto in mano, gente al Porta Elisa. Vincere. E divertire. Un compito che toccherà a mister Baldini, a cui facciamo davvero un grande in bocca al lupo, e ai giocatori che arriveranno. Sperando che siano all'altezza di un progetto che sulla carta vuole essere ambizioso. Come al solito, decideranno i fatti. Ci contiamo. E ora sotto con il campo. 



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