Detto tra noi

Cercando la rotta: palude o terra ferma?

venerdì, 30 dicembre 2016, 16:50

di fabrizio vincenti

Siamo sinceri. Noi, come immaginiamo voi, non riusciamo in prima lettura a dare un'interpretazione dell'eloquio bacciano. E' inevitabile che il pensiero vada alle intramontabili, leggendarie gag di "Amici miei" a base di supercazzola e tapioca. Andrea Bacci, per i pochi che non lo avessero ancora capito, sa gestire molto bene la scena e le sue parole, compresi gli scatti, non sono (quasi) mai frutto del caso. C'è della tattica in quello che dice, raramente della strategia, ma tattica sì. E tattica è anche la scelta di confondere volutamente le acque in un mare di parole. Dentro le quali ci sono comunque spezzoni del suo pensiero.

Chi ha ascoltato le sue lunghe dissertazioni in sala stampa nel post gara contro l'Olbia si sarà a un certo punto perduto. Inevitabile. Un continuo aprire e chiudere incisi e parentesi, un profluvio di aggettivi, avverbi, ricordi, speranze, occasioni, analisi socioeconomiche, autocritiche per dire poco. Almeno alla resa dei conti. Ovvero a quello che sta a cuore ai tifosi. La Lucchese avrà un futuro? E lo avrà con lui alla guida? Passerà la mano? E cosa farà se nessuno dovesse farsi avanti? Proviamo a fare ordine, per quanto non sia facile.

A nostro avviso sono tre le affermazioni da tenere in conto, al netto delle polemiche, ennesime, con addetti ai lavori e politici. Primo. Bacci, forse per la prima volta, ha ammesso che la Lucchese non ha costi eccessivi. In linea, forse meno, con tante altre società. E' un passo in avanti, che naturalmente ridimensiona proclami passati. La Lucchese non è una macchina di lusso, né in campo (come ingaggi) né fuori, come costi di gestione in generale. costa quanto costa una squadra di una città come Lucca, a meno che, con tutto il rispetto, non si pensi che il metro di riferimento siano realtà dilettantistiche e piccoli paesi approdati in Lega Pro. Non si tratta di fare i poveri ma belli, i decaduti che rivendicano il lignaggio: a Lucca, e lo si è visto anche nelle presenze allo stadio, serve dare speranza che ci sia un futuro un po' meno anonimo. La tradizione, grazie al cielo, conta. E meno male, aggiungiamo noi. 

Secondo punto che Bacci ha rimarcato è il fatto che, senza considerare gli interventi, tutti da valutare nella dimensione concreta, dei sindaci, il territorio non risponde. Benvenuto tra noi, verrebbe da dire.  Se da una vita la Lucchese fatica a trovare lucchesi con grandi disponibilità a sostenerla, la colpa non è di Bacci, per quanto il modo con cui si è mosso in questi anni sia quello di un elefante scatenato in una cristalleria di prestigio. Dunque, non pare da farsi troppe illusioni su aiuti dagli "illuminati" imprenditori locali, quelli, come abbiano già detto, che festeggiano le ricorrenze con un party da 70mila e più euro. Così, tanto per passare in allegria una serata con i compagni di bisbocce e di business. Ma che si tengono lontani, più di un appestato, quello che è lo sport e la Lucchese in particolare. Sui tentativi di subentro, almeno per il momento, Bacci ha decisamente negato ci siano ipotesi concrete, specificando "in questo momento". Un bluff? Chi lo può dire. Se anche ci fosse, difficile bruci il terreno. 

Terzo punto, le vie di uscita rimanenti. A prima vista, Bacci non ne ha offerte, se non la riproposizione del riequilibrio delle quote con i soci lucchesi. Un refrain che va avanti da mesi e mesi. Ma che nasconde un dato incontrovertibile: Bacci, e Coam, non sta investendo liquidità apprezzabile nella Lucchese da mesi ormai. Basta vedere com'è andata la storia dell'iscrizione e dei pagamenti delle prime due tranche di stipendi e contributi. Che magicamente inizi a riversare, qualora si profili un riequilibrio? Se così fosse, in questi mesi avrebbe giocato una partita grave sulla pelle della Lucchese e dei suoi tifosi. "Non vedo un progetto che permette di vedere un cambiamento di rotta, ma dobbiano per forza trovare una rotta", ha concluso. Già, ma quale? Nel vocabolario bacciano non l'abbiamo rintracciata se non nella speranza di un riequilibrio delle quote. Basterà per uscire dalla palude? Buon anno, cercando la terra ferma. 



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