Detto tra noi

Bacci, guarda che hai fatto

venerdì, 20 gennaio 2017, 23:15

di fabrizio vincenti

Persone che si frugano in tasca per pagare una bolletta (salata) della luce. Altre che fanno la stessa operazione per trovare i soldi per pagare la trasferta di Alessandria, con il concreto rischio, sennò, di non avere né pullman né albergo. Giocatori, tra cui lo stesso ex (ormai) Forte che si vedono inseguiti dai proprietari delle case dove alloggiano. Collaboratori (attuali e passati) che non ricevono un euro o quasi da mesi e mesi, e che hanno naturalmente famiglia, ma i cui pagamenti, non incidendo sul rischio penalizzazione, possono tranquillamente essere lasciati a stecchetto. Giocatori che decidono, nonostante le smentite (patetiche) di rito, di riunirsi in assemblea e non giocare un'amichevole con la Berretti dopo che da settimane non hanno la più pallida idea di cosa possa attenderli. Procuratori indemoniati (una delle categorei più nefaste del calcio) che fanno carte false per portare i loro assistiti lontano da Lucca entro fine mercato, temendo il disfacimento progressivo. Allenatore che, dopo settimane di silenzio per la pausa, descrive un clima da lacrime amare, da resa senza condizioni. Una società assente, incapace persino di dichiarare e ammettere quello che è sotto gli occhi di tutti. Mentre i pezzi migliori fanno le valigie. Uno a uno. 

Ecco la Lucchese che lascia Andrea Bacci, sempre che decida di togliere definitivamente il disturbo insieme al suo sodale Bettucci, quello che solo a settembre scorso, con una faccia tosta di assoluto valore europeo, affermava "che non voleva più che la Lucchese fosse portata per bocca a Lucca". Roba da comiche, non ci fosse la Lucchese di mezzo. Roba da vergogna. Una vergogna, giusto per capire la misura, che arriva al punto tale che gli attuali gestori della società non si sono sentiti in dovere di levarsi nemmeno qualcosa di tasca per le esigenze di cui sopra. Nemmeno l'eleganza, che probabilmente non esiste nelle campagne fiorentine, di tirare fuori, che ne sappiamo?, qualche centinaio di euro per contribuire alle spese per la luce. Attendiamo di sapere se, magari, si faranno vivi per il pullman o per la cena a Alessandria. Ci contiamo.

Il tutto mentre una folla di tifosi, schifata e disorientata, chiederebbe perlomeno chiarezza. Che non c'è, in ogni direzione. Nulla, che si sappia, di concreto dagli incontri con i sindaci della Piana: già, quali sindaci? Agli incontri di Tambellini, da tempo in campagna elettorale, sta partecipando solo il sindaco di Porcari, caso fortuito l'altro Comune dove si voterà in primavera. Una coincidenza. Gli altri delegano. Come dire, se ne fottono o quasi. E comunque, a quanto se ne sa, gli imprenditori lucchesi, tanto per cambiare, declinano. Salvo qualche contributo a fondo perduto. E il bello è che la Lucchese non ha debiti astronomici, non ha campagne acquisiti da bagno di sangue, non ha cumuli di spese senza senso. Deve solo trovare qualcuno in grado di gestire le spese ordinarie, cosa che Bacci non ha voluto o potuto fare e che i soci lucchesi non si possono permettere di coprire se non con una gestione da lacrime e sangue totali. 

Il 27 gennaio sarà un giorno cruciale per capire cosa potrà succedere. Quel venerdì dovranno essere versati gli oltre 450mila euro di sbilancio al giugno 2016 e versato l'importo del capitale da ricostituire. Ognuno dovrà fare la sua parte e se qualcuno, Coam e Bacci, non lo dovesse fare, servirà la disponibilità di altri, già soci o meno, perché versino quanto non ripianato entro i 30 giorni successivi. Se nessuno dovesse dichiararsi disponibile a subentrare, la liquidazione della Lucchese sarebbe una certezza. E poi non resterebbe che sperare di fare come la Carrarese. Dunque ammesso e non concesso ci sia davvero qualcuno seriamente intenzionato a rilevare la Lucchese ha questi giorni, che scorrono ritmati da cessioni dolorose, per fare qualcosa. Altrimenti lo spauracchio potrebbe diventare realtà.

Ripensare a chi, con sovrano disprezzo degli interlocutori, in questo caso un'intera tifoseria, solo poche settimane fa dichiarava di aver deliberatamente scelto di non pagare i contributi e prendere la penalizzazione, fa solo male al fegato. Le sue affermazioni, le sue iperboliche sparate prontamente smentite dagli stessi fatti, hanno prodotto questo sfacelo. Se ha una soluzione, la tiri fuori e poi prenda la macchina e la giri verso Firenze. Per sempre. Altrimenti lo faccia immediatamente. Subito. Senza ulteriori indugi. A Rignano troverà altre e più illustri persone, sue amiche, in attesa anch'esse di nuovi incarichi. Quanto ai soci lucchesi, e al loro indiscutibile impegno, solo una richiesta: parlate, spiegate, chiarite alla città cosa volete fare e perché state contribuendo a smantellare tutto nella speranza di cosa e di quale futuro. i tifosi capiranno e si stringeranno ancora di più intorno alla Pantera. E' un silenzio non solo angosciante, ma anche ingeneroso verso chi ama la Lucchese. E che non dimentica quanto successo in un passato che purtroppo ancora brucia. 



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