Detto tra noi

Non disperdere questo entusiasmo che emoziona

lunedì, 5 giugno 2017, 09:07

di fabrizio vincenti

La testa vaga per la notte. Niente da fare: dormire dopo una serata del genere è utopia. Troppa l'emozione. Troppo l'orgoglio per un pubblico ritrovato, che ha fatto venire i brividi anche a tanti tra coloro che da Parma hanno varcato l'Appennino, basta andare sui social per averne conferma. La Lucchese c'è. E i suoi tifosi sono stati straordinari. A partire dalla curva a cui, troppe volte, superficiali di ogni risma hanno imputato colpe e peccati. Questa curva è splendida. E a Lucca da anni non si registrano incidenti significativi. Chi l'ha voluta attaccare, perché è rimasto a vedersi film di tanti anni fa, si sciacqui la bocca prima di parlare della Ovest. Quanto accaduto dopo Livorno, noi, non lo abbiamo dimenticato. A partire dalle dichiarazioni del sindaco uscente. 

Quello che si è visto nella prima domenica di giugno è stato semplicemente straordinario, in campo e sugli spalti. La stagione della Lucchese è sembrata una corsa sull'ottovolante di un luna park. All'arrivo siamo tutti stremati per gli spaventi e per le emozioni. Ma resta comunque una stagione indimenticabile. Per tanti e troppi motivi. La svolta di gennaio, con la maggioranza ai soci lucchesi può essere, se questi saranno lungimiranti, in grado di costruire qualcosa di importante. Al resto ha pensato la squadra, che come ha sottolineato il ds Obbedio, ha giocato senza una punta di ruolo per metà campionato. Dal gruppo storico siamo convinti si debba ripartire, ma c'è bisogno di una cosa, che ieri è parsa ancora una volta lampante: dare speranza, offrire un sogno. 

Solo così sarà possibile vedere un Porta Elisa all'altezza. E dunque la palla, ora, passa ai dirigenti, che come risulta dalle dichiarazioni di questi giorni dovranno coltivare un progetto credibile. Attendiamo con curiosità e speranza di conoscere le reali prospettive di rafforzamento della società, che, per come è strutturata ora, ha bisogno di innesti. E ha bisogno di ripartire da Obbedio e Lopez. Non è un problema di riconoscenza, che nel calcio è più rara di un metallo prezioso, ma di realismo. E di prospettive. C'è da coltivare quanto fatto di buono. E c'è, assolutamente, da non spezzare l'incantesimo e il feeling con il pubblico. Troppe volte in passato le docce fredde hanno spento l'entusiasmo che stava rinascendo. Per restare ai tempi recenti, basta pensare alla fole estate dopo il trionfo di Correggio o anchea quella dopo la prima salvezza in Lega Pro. 

E alla società buttiamo là due idee. Primo: non chiudere la gradinata, come ventilato da più parti. Non ci piace fare i soloni con i sodli altrui, in questo caso della Lucchese che affronta spese per tenere aperti tutti i settori, ma chiuderla significherebbe togliere un pezzo di storia viva del Porta  Elisa dove si ritrovano una parte dei tifosi più appassionati. Il problema, semmai, è quello di riempirla maggiormente. Di coltivare questo entusiasmo rinato ancora una volta dalle ceneri. 

E qui la palla torna alla società a cui offriamo un altro spunto. Perché, in sede di campagna abbonamenti, non proporre qualche facilitazione per chi si presenterà con il biglietto della gara contro il Parma? E'  da loro che si deve ripartire, da quegli oltre 5000 lucchesi che erano al Porta Elisa. Dando uno spettacolo che riscalda l'anima. E continua a emozionare a distanza di ore.

Ci continuavano a passare le immagini in testa delle tante mani che si alzano. Battono il ritmo. Danno vita allo stadio. Le mani di chi c'è sempre stato e di chi ha voluto esserci nuovamente e in qualche caso è arrivato per la prima volta. Quelle mani devono restare dentro il Porta Elisa. Con le voci. Il colore. L'amore. Perché, come canta la curva, la Lucchese siamo sempre e solo noi. E dobbiamo esserle al fianco. Più che mai. Perché il sogno continua. E ci dovremo essere tutti a alimentarlo, come in questa bellissima, anche se amara, serata di giugno. Coltiviamolo con lucida follia. Quella di chi ancora sogna a occhi aperti. Come ieri sera. 

 



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