Detto tra noi

Qualche domanda...

giovedì, 11 gennaio 2018, 18:43

di fabrizio vincenti

La Lucchese, al netto di alcuni comunicati stampa tranquillizzanti e al netto delle ormai classiche dichiarazioni dell'amministratore unico Carlo Bini – quello che doveva reggere le sorti del club per un arco modesto di tempo e che invece, forse su consiglio del proprio cane bassotto, è alla guida praticamente da un anno – pare ancora avvolta in un futuro incerto. 

Non è chiaro quanto verrà e potrà essere praticata la pista che porta agli imprenditori lucchesi, l'unica che sulla carta farebbe dormire sonni tranquilli e dare una prospettiva. Ne sapremo di più nei prossimi giorni, ma il quadro presenta ancora numerosi tasselli mancanti. Le incertezze sono di vario genere: dalla quantificazione, che ancora non c'è,  dell'impegno che questi imprenditori, alcuni, a quanto pare, di primo livello nel panorama industriale, alla volontà di Arnaldo Moriconi. Che continua a decidere per tutti pur avendo una quota in linea capitale decisamente modesta. 

Segno evidente che i rapporti di forza sono altri. E sarebbe ora che emergessero con chiarezza: Moriconi, che ha fatto da banca a numerosi soci rossoneri, quanto credito vanta? E quanto ne vanta nei confronti di ognuno? Qualcuno storcerà la bocca dicendo che sono vicende che attengono la sfera dei rapporti personali tra i soci. Rispondiamo che sarebbe così se questi rapporti e il futuro della Lucchese non venissero pesantemente influenzati in termini decisionali proprio da qualche elemento che continua a rimanere non chiaro. Quanto è, se esiste, per esempio, il debito di Carlo Bini verso Moriconi? E così anche nei confronti degli altri soci di Lucchese Partecipazioni? Moriconi vanta crediti anche verso la Lucchese oppure sono compensati da altre partite, per esempio le sponsorizzazioni? Servirebbe maggiore chiarezza, in difetto resta solo la sensazione che l'imprenditore dalla ieratica barba faccia e disfaccia a proprio piacere. E una ragione ci deve pur essere se lo fa e glielo permettono di fare.

Qualche ragione dovrebbe averla anche il comportamento di Pietro Belardelli, ma ci sfugge. A parole scansato da tutti, meno che da Moriconi con il quale i contatti sono costanti, il discusso personaggio sta continuando a regalare perle di strategia calcistica che paiono calate per mettere in difficoltà proprio chi, Moriconi, avrebbe tanta voglia, e forse qualcosa di più, di cedergli la Lucchese. Difficile non comprendere che sparare in sequenza i nomi di Caniccola, Barghigiani e compagnia cantante finiscano per alzare il muro già molto solido eretto contro il suo arrivo. Difficile non comprendere che fare leva sui due avvocati pisani, che sino ai giorni della firma del preliminare sostevano essere altra cosa da Belardelli salvo ora annunciare che i rapporti con lui si sono intensificati proprio dopo quella disavventura, una versione che resterebbe indigesta anche a un mangiatore di chiodi indiano, è come farsi ulteriore terra bruciata intorno. E farla, indirettamente, a Moriconi. 

Delle due l'una: o Belardelli è talmente sicuro di prendersi la Lucchese o l'ha già presa, e di questo ne risponderanno gli attuali proprietari, da potersi permettere di dire tutto quello che crede; oppure qualcosa ci sfugge e le sue dichiarazioni paiono destinate a creare ulteriori diffidenza e problemi per il passaggio avvelenando la tranquillità dei tifosi. Questa commedia, comunque sia, ha una sceneggiatura che proprio non ci piace. Ci manca solo che qualcuno ritiri fuori dalla manica Todini. Per una nuova puntata. 

 



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