Detto tra noi

La forza dei numeri

martedì, 4 dicembre 2018, 18:16

di fabrizio vincenti

I numeri parlano chiaro. Si possono forzare, talvolta inquadrare nell'ottica che più conviene, stiracchiare di qui o di là, ma mantengono quasi intatta la loro la forza. Due più due, insomma, fa sempre quattro. Anche quando si parla di presenze allo stadio. I numeri aggiornati del Porta Elisa sono sconfortanti. Si viaggia a una media di 1454 spettatori a gara. Lo scorso anno furono, a partita, 2128 e in un campionato tutt'altro che esaltante. Peraltro, il meglio, ovvero il derby con il Pisa, c'è già stato. Come a dire che la media, salvo scenari impensabili, è destinata a rinculare ulteriormente. Contro l'Olbia, per esempio, in un orario domenicale e non serale, c'erano 800 persone. Roba imbarazzante, al punto da dare nell'occhio anche a alcuni aedi abituati a magnificare in lungo e in largo i meriti di questa società. Magari dal divano di casa se la Lucchese è lontana dal Porta Elisa. 

Crediamo che una riflessione si imponga, a meno che non si voglia continuare a far finta di nulla, oppure a gettare le colpe dell'umanità intera alla penosa parentesi societaria guidata da Grassini. Se la Lucchese ha falcidiato spettatori su spettatori non può essere certo soltanto responsabilità di venti giorni di sciagurato governo della società. Oltretutto quella parentesi è alle spalle. Qualcosa di più deve esserci. E quel qualcosa si chiama rottura (con nausea) del rapporto fiduciario. Una rottura che si è andata via via consumando nel tempo. E che, crediamo, nell'ultimo anno e mezzo ha raggiunto vette abissali. Mai, ripetiamo mai, la Lucchese non ha avuto una presentazione pubblica a inizio stagione. Nemmeno negli anni più bui. Mai abbiamo assistito a una campagna abbonamenti che è parsa un giochino delle tre carte di napoletana memoria, con prezzi speciali che vanno e vengono al solo scopo di provare a far cassa subito. Salvo rispolverarli qualche giorno dopo. Neppure negli anni più bui  qualcuno è ricorso a simili special price. 

Negli anni più bui non ricordiamo nemmeno un caso di un direttore generale accolto con un comunicato a dir poco trionfale, scomparire qualche giorno dopo senza una riga di spiegazione, al punto che potrebbe essere, in via teorica, ancora in carica. Mai non erano stati forniti ufficialmente i dati sugli abbonati. Mai erano stati allontanati personaggi che hanno fatto la storia di questa società senza una riga di ringraziamento. Gente che ha mille presenze in rossonero. Dobbiamo continuare? L'elenco sarebbe ancora più lungo, molto più lungo. E la responsabilità tutta di chi guida la nave rossonera senza nemmeno far sapere se la vuole condurre in un porto. Non sono in discussione i punti di penalizzazione, non è lo sfogo di Favarin, non è la mancanza di qualche giocatore di peso a aver provocato tutto questo. Al fianco della Pantera, sono rimasti coloro che non ne possono fare a meno, perché è parte troppo importante della loro vita. E anche tra di essi, in molti confidano di aver perso entusiasmo e voglia di esserci, per quanto ce la stiano mettendo tutta, con ammirevole impegno. Tanti altri hanno mollato o stanno mollando, perché i tifosi non sono scemi come qualcuno continua a ostinarsi a credere. Vedono molto più lontano di tanti esperti o presunti tali. Il deserto è sotto gli occhi di tutti. Sino a quando?



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