Galleria Rossonera

Bruno Russo ci crede: "La Lucchese ha tutte le carte per giocarsela"

lunedì, 29 maggio 2017, 10:52

di fabrizio vincenti

Trecentocinquanta da giocatore, una sessantina da allenatore in seconda, un centinaio da dirigente: alzi la mano chi può vantare un simile biglietto da visita nella Lucchese. Solo uno può farlo: Bruno Russo. Il popolare Ruspa, come lo chiamavano ai tempi del calcio giocato, è una bandiera della Lucchese. Chiusa l'avventura con il Viareggio, si è rimesso in giro per i campi e nelle ultime settimane ha visto più volte i rossoneri. Che lo hanno convinto.

"Mi ha impressionato la fase difensiva della Lucchese, e in partite come queste dove è determinante non prendere gol, è un aspetto cruciale".

Sorpreso dai play off della Lucchese?

"No, perché per come è strutturato il campionato, anche se una squadra non è fatta per vincere, può lo stesso centrare certi obiettivi. A Arezzo, contro una quadra costruita per giocarsi il torneo, ci credevo. L'ultimo mese gli amaranto hanno gestito l'entrata nei play off a differenza della Lucchese. Contro l'Albinoleffe, la Lucchese ha fatto una gara tenendo conto della doppia sfida. E' stata perfetta nelle gestione delle due gare, pur avendo rischiato qualcosa al ritorno, ma ci ha pensato Nobile che è sulla bocca di società importanti".

Ora c'è un avversario che si chiama Parma.

"E' un ostacolo enorme, ma è una squadra che è anch'essa arrivata a gestire la fase finale del campionato. La Lucchese ha tutte le carte in regola per giocarsi la gara. Loro hanno speso tantissimo più dei rossoneri in sede di mercato, ma si può vendere cara la pelle e tenere in bilico la qualificazione per poi giocarsela al Porta Elisa. Sarebbe il coronamento per valorizzare il nuovo inizio con i nuovi dirigenti che si sono accollati il tutto con grandi sacrifici e sono stati ripagati sul campo e con il sostegno dei tifosi". 

Come può essere superato l'ostacolo Parma?

"Sfruttando le sue caratteristiche: la Lucchese non brilla nella fase offensiva dopo la perdita di certi giocatori. Non rimpiango Forte e Terrani, ma almeno uno alla Zecchinato avrebbe fatto comodo come riferimento offensivo. La chiave è giocarsela e non prendere gol, non dimenticando che nel calcio nulla è scontato, altrimenti il Pisa lo scorso anno non arrivava dove è arrivato, e ricordandoci che loro hanno le pressioni". 

La piazza rossonera si è di nuovo accesa come da tempo non succedeva.

"Inutile nasconderlo, i tifosi della Lucchese mi suscitano emozioni profondissime per il mio vissuto personale. Quando sento i cori e vedo entusiasmo nonostante le vicissitudini trascorse, mi vengono i brividi. A Bergamo ero nel parterre, e mi pareva stessi giocando tanto ero trasportato. Anche mio figlio Iacopo, dopo aver giocato nella Lucchese, va ora in curva e per me è una grande soddisfazione. In questo momento la Lucchese ha bisogno di tutti i suoi tifosi, so delle diffidenza verso la tessera del tifoso, ma ora va fatta, magari poi buttata via, ma tutti devono essere al fianco dei giocatori. A Parma ci sarà anche io. I tifosi hanno un enstusiamo encomiabile".

L'addio con la Lucchese non è stato dei più indolori.

"All'inizio mi è dispiaciuto molto aver interrotto quel rapporto principalmente per l'incompetenza dell'allora presidente della Lucchese. Il mio era un progetto che avrebbe portato la Lucchese a grandissimi traguardi, di quella squadra ci sono 10-12 giocatori che sono in B on Lega Pro a alti livelli, Raicevic e Strizzolo, tanto per dire".

il contenzioso legale è ora chiuso?

"Sì, grazie all'interessamento di questi nuovi dirigenti, abbiamo trovato l'accordo".

E' vero che lo scorso anno è stato sul punto di rientrare alla Lucchese?

"Vero, ma solo per il settore giovanile".

E nel futuro?

"Sono legato profondamente alla Lucchdse, direttamente e indiretttamente, il mio obiettivo sarà sempre quello di sostenere la causa del calcio a Lucca. Voglio lavorare per fare sì che la Lucchese torni nel calcio che conta".

Già, per arrivarci servono risorse...

"In cittò ci sono grandissime risorse da affiancare a questi dirigenti. Ci imprenditori tifosi come Stefani che vanno allo stadio. La grande rivincita sul territorio per uno come Lazzareschi potrebbe essere quella di prendere la Lucchese. Se a Parma si è mosso Barilla perché a Lucca non viene fatto altrettanto?".

Parma: a pochi chilometri da essa c'è Fidenza, pochi anni fa la Lucchese era su quel terreno di gioco, e oggi come allora in campo c' Marcos Espeche.

"Espeche è il simbolo della Lucchese, che impersonifica alla perfezione il mio modo di vedere il calcio: umiltà, abnegazione, mai "io", sempre "noi" quando si parla".

Come giudica il lavoro di Obbedio?

"Obbedio lo volevo portare a Lucca il primo anno di Lega Pro: se non ci fosse stato Rosadini sarebbe arrivato già quell'anno".

 



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