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Più forti di tutto

sabato, 8 giugno 2019, 23:27

La Lucchese riesce a compiere l'impresa di salvare la categoria malgrado 25 punti di penalizzazione e lo fa dopo una partita tiratissima che ha saputo esprimere un vincitore solo dopo i calci di rigore. A retrocedere è il Bisceglie che nell'arco di due partite complessivamente equilibrate non ha certo demeritato, ma che suo malgrado ha trovato Falcone sulla sua strada. Con tre rigori parati e almeno altrettanti interventi decisivi nelle due sfide con i Pugliesi, il portiere rossonero è il protagonista assoluto di questa finale.

Per quanto riguarda la cronaca Favarin decide di lanciare dal primo minuto il redivivo De Feo e Bernardini, lasciando in panchina gli annunciati Di Nardo e Provenzano, probabilmente anche per garantirsi dei cambi in grado di cambiare la partita qualora si fosse verificata l'esigenza di rincorrere il risultato. Fin dalle prime battute si capisce che si assisterà a una partita dominata dalla paura e dal gioco sporco, peraltro favorito da un arbitro all'italiana che, per non correre il rischio di sbagliare, per 120 minuti fischia pressoché qualsiasi contrasto. Potrebbe sembrare un fattore favorevole alla Libertas, ma invece finisce per agevolare l'impostazione della partita pensata dal tecnico dei nerazzurri Vanoli, cioè cercare il gol ed evitare in tutti i modi di esporsi al contropiede di Bortolussi e compagni. Le Pantere dal canto loro sono timorose e, vista l'impossibilità di liberare spazi a causa dello spezzettamento continuo del gioco, subiscono i padroni di casa, che devono recuperare un gol e quindi sono costretti per primi a scrollarsi di dosso la paura.

Starita sulla sinistra è un cliente difficile per Lombardo, ma le sue serpentine non portano veri pericoli alla porta rossonera, che trema invece al minuto 26, quando da un innocuo rilancio il rientrante gigante Djoulou fa a sportellate con De Vito ritrovandosi a tu per tu con Falcone ma calciando sopra la traversa. Occasione colossale. Al quarantesimo il Bisceglie reclama un rigore per un contatto fra Favale e Starita sugli sviluppi di un calcio d'angolo, ma la situazione è troppo sporca e dubbia per sperare che un arbitro del genere fischi.

All'inizio del secondo tempo Langella spedisce in campo Provenzano al posto di De Feo e i pugliesi dopo pochi minuti di studio compiono il loro massimo sforzo offensivo mettendo alle corde i rossoneri e Triarico sale in cattedra prima sfiorando il gol su punizione, poi con un tiro da fuori, quindi realizzandolo di testa sugli sviluppi del susseguente angolo.

A questo punto siamo pari ma la Lucchese non sbanda e anzi riesce a riorganizzarsi, anche perché per fare la partita che ha fatto fino ad allora il Bisceglie ha speso molto. Il tasso tecnico di Provenzano permette ai rossoneri di tenere il pallone alleggerendo l'aggressività dei nerazzurri e arrivano anche le prime occasioni con bortolussi (65') e Lombardo con un tiro da fuori, ma è ancora Triarico in contropiede a far tremare Falcone, subito imitato da Zanini dalla parte opposta. All'87 ancora il poeriere rossonero si oppone a Risolo, quindi trema per un colpo di testa di Starita che passa vicinissimo al palo. Il finale sembra poter diventare una corrida ma l'arbitro fischia la fine dopo appena due minuti di recupero.

Ai supplementari però lo sforzo per recuperare il risultato si fa sentire e il Bisceglie, di fatto, è bollito, con la Libertas che controlla pressoché sempre il gioco con Favale, migliore dei suoi insieme a Mauri, che trascina i suoi alla ricerca del gol qualificazione, sfiorato da Provenzano e Bortolussi, che al minuto 105 si ritrova con la possibilità di calciare a un passo dalla porta per quella che è la più ghiotta occasione dei rossoneri in tutta la partita. La sfortuna non aiuta però gli ospiti, che potrebbero inserire forze fresche e invece perdono gli acciaccati Martinelli e Provenzano, uno di quelli con meno minuti nelle gambe, rimpiazzati dal giovane Santovito e da Di Nardo, sui cui piedi al 111 capita l'ultima occasione, ma il suo calcio attraversa l'aerea senza trovare né la porta né una deviazione vincente.

Il vincitore deve essere stabilito dq quello che è il momento più sportivamente drammatico del gioco del calcio: i calci di rigore. Così, come era nella natura di una stagione così straordinaria, anche la lotteria dagli undici metri si conferma eccezionale, con una progressione di emozioni che sfibra giocatori e spettatori già divorati dalla tensione. Si calcia sotto la curva rossonera, Il campo di Bisceglie non è proprio in condizioni ottimali e la zolla del dischetto del rigore proprio non ne vuol sapere di ospitare come si deve la palla rotonda. Calcia Lombardo, para il Bisceglie, ed è sgomento, ma subito Falcone emula il collega nerazzurro e siamo pari. Bortolussi non la sblocca e colpisce il palo, forse con la complicità ancora del portiere Vassallo, così il numero 22 rossonero deve immolarsi ancora per mantenere la barca pari. Tocca a Mauri sconfiggere la maledizione dei rigori e segnarne uno, ma il collega di casa subito lo emula, allora Di Nardo riporta avanti i rossoneri, con Bangu che pareggia immediatamente. Si arriva così all'ultimo rigore, per la Libertas tocca a Sorrentino, che calcia rasoterra assecondando l'intuito del portiere. Ora siamo a un passo dalla sconfitta, se l'ultimo rigorista del Bisceglie supera Falcone per la pantera si spalanca il baratro della serie D, ma il portierone suggella la sua stagione con la parata più importante dell'anno e permette a Zanini di iniziare la serie a oltranza e segnare il suo calcio, poi lo sfortunato Longo si prende la palma di protagonista negativo della serata sparando alto il tiro decisivo e sancendo la vittoria rossonera, coi ragazzi stremati, commossi e sfiniti che vanno ad abbracciare i tanti sostenitori arrivati da Lucca, senza dimenticare di rendere l'onore delle armi a un avversario che si è dimostrato assolutamente all'altezza della situazione, pur trovandosi nella non propriamente simpatica condizione di giocarsi la salvezza con una squadra sfinita e con pochissimi effettivi, ma che in effetti nel corso della stagione avrebbe conquistato i playoff. Se ci fosse stato un Albissola o il Gozzano, forse, il bisceglie sarebbe ancora in Lega Pro, così i nerazzurri si possono forse considerare la vera e unica vittima dell'approssimazione dei padroni del vapore della Lega, che mai come quest'anno non ne hanno indovinata una.

Si conclude invece nel migliore dei modi l'eccezionale avventura di un gruppo di ragazzi nato per caso e capace di compiere una impresa epica sul campo e un miracolo fuori dal campo: mai si era visto un legame così forte fra squadra e tifosi e ora il sogno segreto sarebbe quello di poterne vedere ancora qualcuno in rossonero. In serie C, ovviamente,

 

Bisceglie-Lucchese 3-3 dopo i calci di rigore

Bisceglie: Vassallo, Calandra (8' pts Longo), Markic (4' sts Mastelli), Parlati, Djoulou (1' sts Scalzone), Starita, Triarico, Risolo, Giacomarro (37' st Bangu), Zigrossi, Giron. A disp. Addario, Ndiaye, Bottaligo, Dellino, Cuppone, Camporeale, Cuomo, Casella. All. Vanoli. 

Lucchese: Falcone, Martinelli, Lombardo, Sorrentino, Bernardini (6' pts Di Nardo), Favale, De Vito, Bortolussi, Mauri, De Feo (1' st Provenzano, 1' sts Santovito), Zanini. A disp. Aiolfi, Bacci, Palmese, Strechie, Isufaj, Fazzi. All. Langella. 

 Arbitro: Camplone di Pescara

Reti: 7' st Triarico

Note. Ammoniti: Markic, Risolo.



 



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