Mondo Pantera

Epidemia di tifo in Lucchesia

venerdì, 2 giugno 2017, 18:21

di mario capello

Leggendo solo il titolo potrebbe sembrare un evento catastrofico: mentre invece è semplicemente la malattia per la Lucchese che nel volgere di un mese ha contagiato tutto e tutti, in ogni ambiente e in ogni angolo, anche il più remoto, della nostra provincia si parla di Lucchese. Dentro le nostre bellissime mura, anziché pronosticare chi, tra quindici giorni, sarà il nuovo sindaco della città, si proiettano quasi tutti i discorsi sul fatto che la Lucchese Libertas potrebbe essere una delle squadre pretendenti al grande salto di categoria: la Serie B. Naturalmente, per scaramanzia, questo si dice piuttosto sottovoce, guardando negli occhi l'amico e soprattutto si fanno sempre gli scongiuri di rito e non solo "toccando ferro".Diciamocelo francamente, la partita di Arezzo a detta di molti poteva rappresentare già un traguardo e sugli spalti, nell'intervallo, quando eravamo sotto di un gol, molti dicevano che essere saltati sul treno dei play off dopo avere abbandonato la carrozza triste dei play out poteva essere più che sufficiente: la squadra andava ringraziata, per tutto quello che aveva fatto, anche in caso di sconfitta...

Essere ad Arezzo era già un sogno. Molti erano già contenti così. Evidentemente il gioco del calcio piace perché è imprevedibile e infatti nel secondo tempo la Lucchese ribaltata il risultato in 15 minuti: Arezzo a casa, giocatori e tifosi rossoneri in paradiso.La svolta sta tutta in quella prima partita dei play off: l'avere eliminato una delle favorite, che oltretutto giocava in casa e aveva due risultati su tre a disposizione in una partita secca, ha fatto scattare nei giocatori quella scintilla (autostima) che in breve si è trasformata nella consapevolezza dei propri mezzi. Ognuno ha frugato dentro se stesso e con le residue forze rimaste ha tirato fuori  il cuore, l'anima, l'attaccamento alla maglia, la forza di soffrire, la fame di vittoria e stringendo i denti ha continuato a lottare e cercare di vincere contro squadre costruite per vincere.

Questi aspetti peculiari li avevamo già notati nelle partite di campionato dove la Lucchese ha fatto le sue partite migliori con le squadre migliori: Cremonese, Alessandra, Livorno, Arezzo; lo stesso spirito lo stiamo vedendo, stropicciandoci increduli gli occhi, anche in questi primi tre confronti difficilissimi dei play off.Diciamolo, dopo avere visto giocare la Lucchese per dieci anni in campetti sportivi angusti di paesini mai sentiti dire prima e che per sapere dove andare per vedere la partita era necessario usare il navigatore satellitare, mentre oggi, ci troviamo come per incanto ad entrare dentro stadi gloriosi che profumano di Serie A come quelli di Bergamo e Parma, beh! qualche lacrimuccia è scesa giù subito al primo passo appena varcato il cancello e in quell'attimo ogni tifoso ha pensato alla fine di un brutto incubo.

Sì, dopo aver passato le ultime sette estati a pensare con una certa preoccupazione all'iscrizione al campionato successivo, oggi stiamo vivendo un grande sogno e stiamo lottando ancora una volta per la Serie B dopo 15 travagliatissimi anni (2 giugno 2002 Lucchese-Triestina).
Nelle ultime partite di campionato qualche squadra ha cercato di fare i risultati in modo da giocare la prima partita dei play off con la squadra ritenuta più debole (la Lucchese): da quello che ho capito l'Arezzo era una di quelle e abbiamo visto come è andata a finire. Dopo avere eliminato l'Albinoleffe con un po' di affanno fisico, si è passati alla fase in cui erano previsti gli abbinamenti e alla Lucchese, la dea bendata (direi cieca), ha assegnato la squadra costruita e predestinata alla Serie B, il Parma. Loro avranno detto: "Meno male", noi zitti zitti abbiamo pensato: "Peccato!". Sì perché sulla carta andare a Parma e prendere quattro gol non ci sarebbe stato nulla di strano e questo è quello che sicuramente avranno pensato anche a Parma: giocatori e tifosi. Ogni tifoso rossonero, invece, una speranzuccia di non lasciarci le penne subito la teneva nascosta in un angolino del proprio cuore.

Ma anche Lopez e i sui ragazzi indomabili avevano nel cuore la stessa identica speranza dei tifosi. Questo si è visto quasi subito: infatti dopo una bella parata del solito Nobile al primo minuto e i 15 minuti prevedibili di attacchi forsennati del Parma, pieno di stelle costosissime solo a guardarle, le nostre pantere hanno alzato la testa e hanno cominciato giocare come sanno fare lottando su ogni pallone. La Lucchese è anche passata meritatamente in vantaggio alla mezz'ora con Fanucchi, però due regali della nostra difesa hanno permesso al Parma di vincere per 2-1 la prima partita. Negli ultimi minuti Gargiulo ha anche colpito un palo che avrebbe sancito il pareggio. Nonostante la sconfitta da quello che si è visto sul campo niente è compromesso, anzi!
La sensazione che un po' tutti ci eravamo fatta pensando che il Parma avrebbe mangiato la Pantera in un solo boccone, a fine partita si era trasformata nella quasi certezza che a Lucca la Lucchese operaia e senza giocatori da figurine ha tutte le carte in regola per ribaltare il risultato che solo momentaneamente è negativo.

Un aspetto assolutamente da sottolineare è lo spettacolo del tifo rossonero che a Parma se lo ricorderanno per un pezzo: i tifosi rossoneri sono già da categoria superiore. Lo abbiamo visto bene a Bergamo e in modo ancora più evidente a Parma. Uno stadio con diecimila spettatori è stato sovrastato dai cori incessanti dei 900 supporters rossoneri: basta riguardare la partita o ascoltare la conferenza stampa dell'allenatore del Parma mezz'ora dopo il fischio finale con i canti della curva rossonera come colonna sonora, per capire di che pasta sono fatti i ragazzi della Curva Ovest.

Il Parma faceva paura prima, ma dopo averlo visto giocare non ci fa più paura: hanno giocatori da album di figurine, ma noi abbiamo in campo uomini veri, 11 giocatori che lottano come leoni, 11 giocatori che sono "tutti per uno uno per tutti" (panchina compresa), 11 giocatori che quando sono in riserva stringono i denti e corrono, 11 giocatori che a fine partita quando strizzano la maglia casca il sudore,11 giocatori con un condottiero che ad affibbiargli l'appellativo di bravo sarebbe riduttivo: Lopez è molto di più: è un vero mago; secondo me quando va in campo ha anche la bacchetta magica nascosta da qualche parte sotto la panchina. Un'ultima annotazione rigurda l'epidemia di tifo che come si sa è una malattia contagiosissima: ultimamente sembra che il Porta Elisa sia diventato  la circonvallazione di Lucca, tutto ruota attorno al Porta Elisa, anche i discorsi, anzi pare che lo Stadio sia diventata la città di Lucca: capannelli di gente, code di persone alle biglietterie, code per parcheggiare la macchina, lunedì scorso per la piacevole disperazione qualcuno ha addirittura lasciato la macchina (di colore rossonero) in mezzo alla strada. Da non sottovalutare che finalmente, dopo anni di pettegolezzi contro la Lucchese, oggi c'è la rivincita del tifoso vero: in giro si risente parlare bene della nostra amata squadra di calcio cittadina.

Una canzone degli ultras recita: "E' una malattia che non va più via..." Ecco, oggi si sono ammalati gran parte dei lucchesi, anche quelli di provincia, non è ancora allarme rosso, per ora è solo allarme rossonero, ma battuto il Parma ci vorranno la Croce Rossa e la Protezione Civile per curare tutti i malati di tifo che verranno ulteriormente contagiati.Intanto godiamoci questo sogno che potrebbe non finire domenica e diamo il benvenuto ai giocatori del Parma nella bolgia dantesca del Porta Elisa: sarà uno spettacolo d'altri tempi e sicuramente il sommo poeta Dante aggiungerà una pagina al suo Inferno della celebre Divina Commedia... Non sò che fine faranno le figurine!



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