Porta Elisa News

Russo e l'addio alla Lucchese: "Attendo mi facciano sapere come vogliono chiudere, ma da questi dirigenti non prendo lezioni"

venerdì, 19 dicembre 2014, 07:38

di fabrizio vincenti

Stop. Finisce qui. Magari non dimenticando il mai dire mai, che lo ha riportato più e più volte a Lucca. Suo vero e unico amore calcistico. Bruno Russo rompe gli indugi, di fare la fine di Giorgio Rosadini, messo in vacanza a oltranza e senza nemmeno una chiara posizione contrattuale, non ci pensa nemmeno. E allora, come suo costume, rompe gli indugi. Rompe il silenzio, quasi da desaparecido, che lo ha circondato nelle ultime settimane. Con l'arrivo di Giovanni Galli e il nuovo corso ha chiuso e ora lo dice senza mezzi termini. Come una ruspa. Ovvero come lui è. Piaccia o meno.

"Non c'è niente di definito, sto aspettando mi facciano sapere ma non voglio prendere lezioni dal cda della Lucchese su come di deve avere occhio al bilancio. La Lucchese è l'unica società al mondo che mette in discussione un direttore sportivo perché non spende. Io sono orgoglioso di non aver portato alla Lucchese certi giocatori, come una punta di cui avete paralto sui giornali. C'è chi voleva un biennale che sarebbe costato crca 250mila euro lordi. Ho fatto tutto a difesa dei dirigenti, solo l'incompetenza del cda ha messo in discussione quanto fatto".

La Lucchese le ha proposto altri incarichi?

DA subito ho fatto presente a Galli che preferivo chiudere qui. E' cambiato il progetto, quello iniziale prevedeva l'impiego di giovani e l'attenzione massima alle spese. Non a caso ho ricevuto chiamate di presidenti che mi chiedono di andare a fare lì quello che ho fatto nella Lucchese, in un momento in cui il 60 per cento delle società non se la passa per niente bene".

C'è chi sostiene che la rosa sia troppo vasta: è uno degli errori che le imputano.

"E' vero che sono 29 elementi, compresi gli ultimi due arrivi, ma è anche vero che essendoci un plotone di giovani, è normale avrne qualcuno in più. A maggiore ragione se questi vengono pagati da altri club e non pesano sulla Lucchese. Mandarli via potrebbe aggravare la gestione della società a seconda di chi si sceglierà come sostituto".

Che cosa è successo tra lei e la dirigenza?

"Dopo le prima quattro gare la squadra era buona, poi meno buona e costruita male. Poi, dopo i nuovi risultati positivi, non era così male, poi di nuovo da buttare e ancora invece da giudicare discreta. Domenica se si perdesse a Reggio Emilia direbbero che non è buona e che la colpa è mia. C'è una schizofrenita nel valutare la squadra costruita, per fare peraltro quanto esattamente sta facendo, ovvero lottare per salvarsi, che dipende dai dirigenti". 

Ferito da tutto questo?

"Per nulla, rifarei tutto quanto ho fatto. E colgo l'occasione per salutare tutti per le feste di Natale".

Come vede la Lucchese?

"La vedo bene, è la mia squadra e si salverà, e comunque, aggiungo, preferisco retrocedere che fare salvarmi e fare tanti debiti. Quanto alla dirigenza, preferisco non aggiungere altro, solo prendere le distanze come ha fatto, in un'altra situazione, un maestro come Pino Vitale". 

E su Pagliuca?

"L'unico appunto che gli muovo è che non ha avuto la capacità di mettersi l'elmetto in testa e fare quello che ha fatto lo scorso anno per raggiungere l'obiettivo. Anche io dovevo essergli più vicino, ma il corso da direttore sportivo mi ha tenuto spesso lontano da Lucca".

 

 




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