Porta Elisa News

I tifosi in coro: "Via subito questa gente dalla Lucchese"

giovedì, 3 gennaio 2019, 00:19

“Ha rotto il cazzo Moriconi, lui e chi ha portato”: l'umore dei tifosi, riuniti in oltre duecento nel Museo rossonero, continua a essere  pessimo. La scelta di Arnaldo Moriconi di vendere a Aldo Castelli e al suo entourage la Lucchese fa crescere, giorno dopo giorno, la rabbia ma anche la volontà di non arrendersi a un destino che pare condurre al baratro. E dall'assemblea esce chiara la volontà di perseguire ogni strada legale per cacciare il gruppo romano, anche a costo di far chiudere i battenti. 

"Ancora una volta hanno vinto i tifosi – ha ricordato a inizio serata Stefano Galligani di Lucca United – che hanno detto in modo inequivocabile all'ex proprietario che ha tradito i tifosi e ai nuovi proprietari che qui non è aria. Un po' come nel 2017. Da questa situazione ne possiamo uscire solo se siamo tutti uniti: squadra, tifosi e istituzioni. Dobbiamo mettere da parte polemiche e antipatie e lavorare tutti insieme. Con questa gente non si tratta non si negozia non si parla: parlare con questa gente vuol dire legittimarli. Lo stesso vale per il vecchio proprietario: non è più credibile, non ha attenuanti, visto che sapeva benissimo cosa stava facendo, ma nessuno serio può avvicinarsi a questa gente”.

E quanto il marchio, che sta venendo utilizzato impropriamente dalla Lucchese? “Non è solo Lucca United – ha aggiunto Moreno Micheloni – a dover decidere, ma tutti i tifosi. Al di là del fatto che lo statuto prevede la revoca e che la Lucchese sta usando senza titolo il marchio. L'invio dell'avviso di uso improprio alla società era dovuto: non possiamo permettere ci sia gente che violenti il marchio. Ceniccola? Moriconi aveva assicurato che non c'era e invece anche all'assemblea dei soci ha tirato i fili. A me i tre, a fine della conferenza stampa, mi hanno detto che non si attendevano questo clima e che non c'erano più le basi per andare avanti. La sera stessa sono ripartite le telefonate a varie cordate. Siamo in mano a 98 per cento a Aldo Castelli, a oggi ufficialmente è Ottaviani a dover firmare i documenti: sarà ben difficile andare avanti così. Moriconi, costi quel che costi, deve tornare indietro. Dopo dovremo trovare la soluzione migliore. Il sindaco, che è in contatto con Ghirelli della Lega Pro, sta sondando il terreno con alcuni imprenditori. Il sindaco non può più tirarsi indietro”.

Messa in mora dei giocatori, ritiro del marchio, revoca convenzione per lo stadio, decreti ingiuntivi, fallimento pilotato: ogni strada può essere buona è stato detto pur di non andare avanti con questa gente. “L'unica squadra percorribile è quella di mettere in mora – ha ribadito Mauro Lazzari – ho parlato con Obbedio, non è un problema di uno stipendio: con questa gente non ci vogliono stare i giocatori”. Ma c'è anche chi pensa, visto che Moriconi ha parlato di una gestione, da qui alla fine dell'anno, di poche centinaia di migliaia di euro, perché non provare a portare la squadra avanti con soggetti lucchesi? C'è chi anche propende per la strada di far emergere i creditori allo scoperto con decreti ingiuntivi.

“Gli imprenditori lucchesi? La storia è iniziata nel febbraio 2017 – ha spiegato l'assessore Celestino Marchini, presente in sala ma a titolo personale, unico ppolitico insieme a Fabio Barsanti, consigliere di CasaPound – a luglio di quell'anno ho comunicato a Moriconi che c'era i sindaci della Piana che volevano dare una mano, Moriconi mi rispose a agosto. E' sempre andata così. Ho tutti i messaggi e email salvati con lui. La bozza che avevo preparato per far entrare gli imprenditori è rimasta lettera morta con lui. Senza parlare di alcuni sponsor che hanno pagato e non hanno visto nemmeno appendere un cartello allo stadio. Noi abbiamo una unica arma in mano: predisporre gli atti sulla convenzione dello stadio”.

Anche i giocatori hanno voluto far sentire la loro voce tramite Mattia Lombardo. “Da venerdì è nato qualcosa di importante – ha spiegato – noi in campo, voi fuori. Dobbiamo capire cosa esce l'8 pomeriggio: noi abbiamo dato un gran segnale, l'obiettivo è salvare questa società. Dobbiamo capire come farlo. Quando abbiamo saputo del passaggio di proprietà? Non ne sapevamo nulla, nemmeno alla cena di Natale”.

 




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