Rubriche : romanzo rossonero

Una Lucchese contagiata dallo sciopero della fame

martedì, 17 ottobre 2017, 10:14

di simone pellico

Dopo 'il' derby con il Pisa la Lucchese passa il Serravalle e va a trovare la Pistoiese, un derby dei tanti che il girone regala ai rossoneri. Se il Porta Elisa di solito non assomiglia al Bernabeu, venire a Pistoia fa capire che c'è chi sta peggio. La gradinata deserta è una cornice grigia per lo sponsor di battesimo dello stadio. La curva arancione sembra quella ospiti, con una piccola riserva di tifosi che si stringono quasi a farsi coraggio. Dall'altra parte qualche centinaio di lucchesi che, in questo stadio, fanno sempre la loro figura. Si sentiranno cantare per tutta la partita. 

La partita comincia come da pronostico ed è la Lucchese a tirare le fila del gioco. Fanucchi inizia ad interpretare il ruolo di migliore in campo, mentre la Pistoiese aspetta dietro e prova azioni di ripartenza. Il film della partita però si inceppa sulla scena iniziale senza svilupparsi. Come in un romanzo di Carver si vive in attesa di un qualcosa che non avviene. Poi finalmente succede ma dalla parte che non t'aspetti: quella arancione. Su una ribattuta Tartaglione trova la prodezza al volo da fuori area e la Lucchese si trova col vestito sgualcito seduta in silenzio, come una sedicenne carina ma che nessuno invita a ballare. Fanucchi è il principe azzurro che potrebbe risvegliare la bella, si fa perno del gioco e ispira azioni che però continuano a infrangersi come speranze adolescenziali. 

Il secondo tempo vede confermati gli stessi ruoli. Lucchese avanti, Pistoiese indietro, Fanucchi in calzamaglia azzurra. Su una palla crossata in area Cecchini salta su una mina antiuomo e l'arbitro fischia un rigore che probabilmente la VAR non avrebbe concesso. De Vena realizza e va sotto la curva ospiti - quella vera, non quella putativa dei padroni di casa - a ricevere il giusto tributo. Se qualcuno sperava che il gol sbloccasse i rossoneri come il tappo che salta da uno champagne di annata, si sbagliava. La Lucchese continua con il suo bel passo sterile. Fa il gatto con il topo e non affonda mai. Indiani capisce l'antifona e cambia due giocatori. Intanto davanti Fanucchi gioca in pantofole e dietro Baroni tuona. Ma in tutto questo la Pantera riprende gol, un gol brutto di mischia che compensa la perla arancione del primo tempo. Una sassata alla finestra che potrebbe far crollare tutto il palazzo, ma la Lucchese non ha nemmeno il tempo di traumatizzarsi perché in un minuto è di nuovo parità. Fanucchi rincorre il pallone fra le gambe avversarie e segna, conquistando definitivamente lo scettro di man of the match. 

Il finale di gara è un tiro alla fune fra squadre allungate. E' allungato pure il tempo, con cinque minuti di recupero. Nella battaglia un arancione cade in area, chiede un rigore che probabilmente la VAR avrebbe concesso. Ma si continua e al novantacinquesimo il solito Fanucchi ha la palla definitiva sui piedi, il tiro però viene deviato in angolo. Non c'è nemmeno il tempo di calciarlo, l'arbitro fischia la fine. La Lucchese esce fra gli applausi e un punto invece che tre. Il cassetto delle occasioni sprecate inizia ad essere già pieno, e c'è da chiedersi se i rossoneri non si siano fatti contagiare dalla sinistra lucchese, in sciopero della fame. Digiunano per lo Ius Soli, per cercare di agevolare una legge grazie a una sorta di ricatto morale. Il tempismo non è dei migliori, in settimana alcuni dati diffusi fotografano l'aumento a Lucca di povertà e ricorso a mense e aiuti alimentari. Ci sono quindi i poveri, persone che lo sciopero della fame lo fanno davvero e non per ordine di partito. La differenza è che i politici fanno uno sciopero finto, a ore, a staffetta. Il salto del biscottino dopo il caffè. La Lucchese invece pare seguire i grandi esempi, un Gandhi, un Bobby Sands, quelli che sul piatto al posto del cibo mettevano la propria vita. Digiuni assoluti, battaglie importanti. Storie d'altri tempi.

 



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