Rubriche : romanzo rossonero

Lucca batte Torino 1000 a 0

mercoledì, 10 aprile 2019, 07:14

di simone pellico

Ci voleva l’inferno per toccare il paradiso. La Lucchese è tornata a calcare i palcoscenici importanti, sui media nazionali, nella testa e nei cuori dei tifosi, non solo rossoneri. Non più con le stagioni di serie A del passato remoto, e quelle di serie B di un passato non troppo più fresco. Una squadra votata a stare nella truppa della terza serie, per colpa - difficile dire grazie - dei tradimenti societari si trova a fare della poesia calcistica di altri tempi. Un raggio di sole nella palude del campionato, gestito malamente e ostaggio di squali con pochi scrupoli.

La Lucchese sta facendo il giro d’Italia, e non solo. Ambasciatrice di una città che troppe volte guarda la pantera con disinteresse, con sospetto o con pregiudizio. Una città che si trova divisa fra chi partecipa a quella poesia, e chi no. Chi accede dal basso alla bellezza, e chi sentendosi forse troppo in alto ha confuso una scala per la strada per il paradiso. Da un lato i tifosi, gli sponsor, tutti coloro che hanno partecipato anche solo con un gesto, un pensiero, un euro alla sopravvivenza di una squadra e di una missione impossibile. Come una legione lasciata senza ordini che si gestisce da sola, come Hironoda nella foresta continuando una battaglia di una guerra persa e finita. Dallo stesso lato i giocatori, lo staff, attori di un film vincente a prescindere da tutto. Dall’altro chi resta sordo al lamento della pantera ferita a morte, chi squarcia la maglia rossonera per farne uno straccio d’un solo colore, e si ricorda degli eroi del pantheon calcistico solo per usarli come oggetto contundente. E’ lo stesso lato che diserta gli aperitivi di solidarietà, che lascia insipiente il Comune davanti all’ennesimo smantellamento di un simbolo cittadino.

La bellezza di questa Lucchese la vedono anche gli altri tifosi, e così questa squadra e i suoi tifosi prendono applausi, solo applausi. Anche dagli avversari, anche contro il Novara che impone lo stop che rischia di farci svegliare prima del tempo. A fine partita dal settore ospiti arriva l’onore delle armi, l’applauso per gli altri, il rispetto del coraggio che a volte solo un campo da gioco riesce a esprimere, tornando metafora di quel campo di battaglia dove i campioni si sfidavano col valore prima ancora che con le armi. 

Le parole di un tifoso del Novara, diventano così lo specchio dell’anima rossonera. Lucca piazza più importante della Torino di Juve-Milan. Lucca caput mundi, degli ultimi romantici: ”Ieri a Lucca con il gruppo Nuares, ho assistito ad un qualcosa che rimarrà sempre nel mio cuore. Una tifoseria quella Lucchese che nonostante le vicissitudini societarie, la quasi sicura cancellazione dalle leghe professionistiche, ha sostenuto i loro beniamini per tutto l’incontro in una maniera incredibile. I calciatori non percepiscono stipendi, devono lavarsi loro le divise, la doccia post allenamento e post partita la devono fare nelle loro abitazioni perché il comune ha tagliato qualsiasi fabbisogno…le trasferte per cercare di terminare il campionato in maniera dignitosa vengono pagate dai ragazzi della curva ovest con collette. Ieri al termine dell'incontro vinto dal Novara, io ed i miei amici del gruppo abbiamo applaudito a più non posso questi calciatori che hanno ricambiato con segni di affetto ed applausi a loro volta. Si è vero, seguo le categorie inferiori...ma sono fiero ed orgoglioso di ciò. Questo è il mio calcio...Lucca batte Torino 1000 a 0”.



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