Galleria Rossonera
mercoledì, 15 maggio 2024, 18:03
di gianluca andreuccetti
Una data che rimarrà per sempre impressa nei ricordi dei tifosi della Lucchese. Una partita che ha segnato la storia rossonera degli ultimi dieci anni. Stiamo parlando del 4 maggio 2014, giorno della vittoria di Correggio e della promozione della Pantera in Serie C. L'alba di un nuovo inizio per una città che qualche anno prima era ripartita dall'Eccellenza. Una tifoseria che, nonostante la categoria, quell'anno non fece mancare il suo supporto. Una partita che non si era messa bene per la Lucchese, capace però di vincere grazie ad una rimonta nel secondo tempo. Insomma, per un giorno Correggio si tinse di rossonero. Abbiamo voluto ripercorrere le emozioni di quel campionato e di quella giornata con Fabio Aliboni, capitano e simbolo di quella squadra. Ecco le sue parole.
Che ricordi ha della sua esperienza alla Lucchese?
"Sono arrivato a Lucca nel 2011 grazie a Bruno Russo, mio vecchio allenatore a Castelnuovo Garfagnana in Serie C2. Nonostante avessi richieste da categorie superiori, decisi di sposare quel progetto Un periodo difficile per la Lucchese, costretta a ripartire dalle macerie dell'Eccellenza. Il mio esordio fu contro il Ghivizzano, allo stadio di Porcari. A sostenerci c'erano 1000 tifosi. I brividi".
Nella stagione 2013-14, arriva la promozione in Serie C: una soddisfazione immensa, considerando che era il capitano di quella squadra...
"Da neopromossi, l'anno prima avevamo chiuso il campionato al terzo posto. L'obiettivo era chiaro: il ritorno tra i professionisti. Un traguardo non semplice, considerando anche le questioni extra campo: con i tifosi avevamo un rapporto splendido, peccato che mancò un sostegno economico da parte della società. A fare la differenza però fu la forza del gruppo. Un gruppo di giocatori che avevano in testa una sola cosa: vincere".
La partita contro la Correggese meriterebbe un film...
"Esatto. Quella partita la Lucchese l'aveva già vinta prima di disputarla. Un ruolo fondamentale lo ebbero i tifosi, presenti addirittura sia il giorno prima di partire per l'Emilia che il giorno stesso, scortando il nostro pullman lungo il tragitto dall'albergo al campo. Molti addirittura non sono potuti entrare e hanno assistito alla partita fuori dal campo".
Dopo l'autorete di Espeche e il rigore sbagliato da Tarantino cosa ha pensato?
"Ero ancora più convinto che avremmo vinto quella partita. Già alla vigilia, non si preannunciava una sfida semplice: giocavamo in trasferta e dovevamo per forza vincere. Se a questo aggiungi che alla fine del primo tempo eravamo sotto di un gol... Negli spogliatoi ci siamo guardati negli occhi e nella seconda frazione ho segnato il gol del pareggio e nel finale abbiamo ribaltato la gara".
Un'altra partita di quell'anno che le è rimasta particolarmente impressa?
"Forse, la sfida d'andata contro la Massese al Porta Elisa. Una partita molto equilibrata e decisa nel recupero del secondo tempo grazie ad un mio gol. Dopo aver segnato, corsi sotto la gradinata con un boato che ricorderò per sempre. Un altro è stato il match di ritorno sempre contro la Massese. Un pareggio che servì a compattarci in vista del finale di campionato".
Che importanza ebbe Guido Pagliuca in quella stagione?
"É un allenatore molto preparato e che mette i suoi giocatori nelle condizioni di esprimersi al meglio. In quella stagione segnai 15 gol, numeri importanti considerando che giocavo come centrocampista. Inoltre, Pagliuca fu molto bravo ad isolarci dalle difficoltà e dai problemi che avevamo con la società. Sono felice della sua promozione in Serie B con la Juve Stabia. I meriti di quel successo vanno anche al suo vice Stefano Fracassi, Bruno Russo e a tutto lo staff".
Ha mantenuto i contatti con i suoi ex compagni di squadra alla Lucchese?
"Su Whatsapp abbiamo una chat alla quale sono iscritti i ragazzi che quell'anno conquistarono la promozione. Con molti di loro mi sento spesso. Inoltre, mi frequento regolarmente con Caboni e Ghelardoni".
Il compagno di squadra più forte con il quale ha giocato a Lucca?
"Ne ho avuti tanti, indicartene uno non sarebbe corretto. In Eccellenza, ho giocato con Fedato e Tosto, calciatore che si vedeva che aveva giocato in Serie A. L'anno della promozione, ho condiviso lo spogliatoio tra gli altri con Angeli Chianese, Espeche, Nolè e Tarantino, tutti giocatori di assoluto spessore".
La Lucchese la segue sempre?
"La Lucchese rimarrà per sempre nel mio cuore, ricorderò per sempre l'affetto della città e dei tifosi. Pur non assistendo spesso alle partite, seguo i risultati e le notizie che riguardano da vicino il panorama Lucchese".
Quattro anni fa ha appeso gli scarpini al chiodo: adesso cosa fa nella vita?
"Lavoro come consulente aziendale per le piccole e medie imprese. Le mie regioni di competenza sono: Toscana, Liguria e Sardegna. Avevo bisogno di un lavoro dinamico e quindi ho scelto questa strada. Dopo aver terminato la mia carriera, ho desiderato uscire dal mondo del calcio".
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