Detto tra noi

Scusateci per i disguidi, ma è colpa della Lucchese

venerdì, 19 dicembre 2014, 15:27

di fabrizio vincenti

Dobbiamo delle scuse ai nostri lettori e ce ne facciamo carico. Negli utlimi tempi non siamo riusciti a darvi puntualmente alcune notizie del mondo-Lucchese. Dall'ingresso di Giovanni Galli in cda, all'arrivo di nuovi personaggi o alla partenza di vecchi. Per finire alla cena degli auguri di Natale dei rossoneri, che non abbiamo anch'essa riportato. E senza dimenticare, per esempio, le numerose volte in cui i rossoneri si sono allenati a porte chiuse (anche in teoria per i giornalisti) o il giorno dell'arrivo di Mingazzini e Di Masi, anche in quella circostanza a stadio chiuso.

Peccato, però, che, venendo solo agli ultimi allenamenti, compreso quello di mercoledì scorso, tutto quanto è successo, comprese foto e tattica, sono stati piazzati sul profilo Facebook della società. Insomma allenamenti a porte chiuse o a targhe alternate. Stessa situazione era accaduta nelle ultime settimane e stessa situzione si è riprodotta per la cena degli auguri. Sulla quale non è arrivato nemmeno un comunicato stampa. Pare che nei grandi club funzioni così. Magari accanto a una società che è molto diversa, però. Alla cena, naturalmente, non eravamo interessati nelle qualità di commensali, ma solo per fare il nostro lavoro.

Un lavoro che, per venire al nostro Diego Checchi, unico giornalista che segue ogni allenamento della Lucchese, è stato di fatto impedito più di una volta di esercitare con una serie di madonali castronerie. L'ultima ieri, quando a sorpresa e inspiegabilmente è saltata l'amichevole a Montecatini: gli è stato detto che poteva comunque assistere all'allenamento al Porta Elisa e poi si è visto negato l'accesso da un addetto che sapeva che la seduta era a porte chiuse. Problemi di comunicazione. Checchi se ne era gà andato quando il team manager rossonero è corso a cercarlo per dire di entrare. Tutto in buona fede, ne siamo certi: ma l'approssimazione non è un pregio. Ero successo lo stesso quando Paolo Rossi si è presentato al Porta Elisa. E noi non ne abbiamo dato notizia. Infatti. 

Come non è un pregio non aver ancora chiarito con la stampa come la società vuole comunicare. E qui, a scanso di equivoci, è bene essere chiari: non è certo responsabilità di chi si occupa dell'ufficio stampa rossonero: chi fa quel lavoro deve solo massimizzare l'eco delle notizie che la società vuole trasmettere, ma se la società non le trasmette, oppure decide di comunicare, come oggi, solo la notizia di un nuovo sponsor per farsi bella, ma tralascia di informare i giornalisti di altre e ben più importanti questioni, la colpa non è certo di Emanuela Lo Guzzo. Il problema, a nostro avviso, sta a monte.

I disguidi, senza considerare situazioni tragicomiche come quella di Rosadini, mai congedato con un comunicato stampa, si stanno ripetendo con frequenza che incomicia a essere imbarazzante. Se la società intende comunicare solo attraverso il proprio sito o il proprio profilo Facebook, salvo le conferenze stampa canoniche, non ha che da dirlo. Per noi, di sicuro, che abbiamo girato tutta Italia dietro la Lucchese da quando esistiamo, non sarà un problema. Ma, allora, bene dirlo. E evitare di inviare comunicati stampa solo quando c'è bisogno di farsi belli. Tipo, guarda il caso, quando c'è da far vedere che è arrivato un nuovo partner commerciale. Troppo facile. 



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