Detto tra noi

Lucca? La capitale del dilettantismo politico-amministrativo

sabato, 18 aprile 2015, 19:50

di fabrizio vincenti

Diteci che siamo in una bolla. E che ora qualcuno ci sveglia e ci ricorda che Lucca ha pur sempre un sindaco e un'amministrazione, lontana anni luce dal nostro credo, ma pur sempre un'amministrazione.  Ditecelo, per favore. La vicenda dei fari dell'illuminazione del Porta Elisa supera ogni livello di dilettantismo politico-amministrativo per sconfinare nel ridicolo. Anzi, nella presa per il culo di un popolo, quello rossonero, che costituisce pure sempre una fetta della città e non solo. Bistrattata quanto vi pare, talvolta criminalizzata, sempre e comunque guardata con un certo disprezzo dai tanti intellettuali radical chic, o presunti tali, che circolano in città e nei palazzi del potere. E che magari non si stupiscono che per il Teatro del Giglio la collettività butti in un pozzo senza fine 1,2 milioni di euro l'anno  per poche centinaia di spettatori. Già, ma quella è cultura. Il calcio è volgo e in un momento di crisi mica si buttano via soldi per riparare i fari. Ci sono le scuole che cadono a pezzi. Cade tutto a pezzi. E forse sarebbe il caso di non limitarsi a dare la colpa alla crisi ma interrogarsi sulle capacità di questa amministrazione.  

A pezzi, in questa vicenda, ci pare ne esca il Comune, che ha sottoscritto documenti regolarmente disattesi. A partire dalla delibera che la Lucchese ha allegato in fase di iscrizione. Si parlava di predisporre gli atti entro il 31 marzo. Bluffando, visto che la deroga prevedeva di dover fare i lavori entro quella data, non di predisporre gli atti. Ma il bluff è stato ancora più grosso: nemmeno gli atti sono stati predisposti, a meno che, pateticamente, non si faccia finta di sostenere che il solo fatto di aver inserito la spesa, circa 350mila euro, nel piano triennale delle opere pubbliche non sia il completamento degli atti. Palesemente falso, visto che il piano non è stato ancora approvato e poi, sempre a proposito di atti, si dovrebbe indire una gara, naturalmente con i tempi della burocrazia italiana. Mesi e mesi. E ancora mesi. Mesi che la Lucchese non ha disposizione come ha ricordato la Lega Pro. 

Ecco allora che da settimane, informalmente, si chiede alla Lucchese di anticipare la somma da mettere poi in sconto affitto. Pazzesco, anche perché la durata della concessione, nove anni, non basterebbe minimamente a ripagare quanto sborsato. Al netto delle esternazioni del presidente Bacci, che ci pare, tanto per cambiare, giochi al gatto e al topo, il Comune ha torto marcio. E' indifendibile e la sua azione, peraltro come da esplicita ammissione dei tecnici comunali, rischia di procurare un danno notevole alla Lucchese che non ha un campo dove poter giocare la prossima stagione. Una vergogna. Anzi una vergogna assoluta, visto che in nove mesi non sono riusciti a fare praticamente nulla. Ci auguriamo che il Comune trovi una soluzione in tempo per giugno, non come furbescamente sottolineano a palazzo Orsetti, per l'inizio del campionato, visto che senza deroghe la Lucchese è già senza impianto al momento dell'iscrizione, ovvero a giugno. Continuiamo a sperare che una soluzione sia trovata, non possiamo credere di essere di fronte a incapacità di tale portata. Se così non fosse, l'amministrazione Tambellini finalmente avrebbe un record a livello italiano. Quello di impedire alla squadra di un capoluogo di provincia di poter giocare nel proprio stadio. Roba da dimissioni. Sì, ciao core: dicono a Roma. 



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