Detto tra noi

Da un rigore all'altro

lunedì, 19 agosto 2019, 16:57

di fabrizio vincenti

Abbiamo sempre negli occhi, con il cuore che ancora batte forte, l'ultimo rigore di quella serata magica di Bisceglie, con il portierone rossonero Falcone che corre, pazzo di felicità, verso i 300 altrettanto pazzi, che erano scesi sino in Puglia, fermato, quasi placcato, da Moreno Micheloni. Emozioni incancellabili, che terremo sempre strette a noi. Ripartiamo, quando si dice il caso non esiste, da un rigore parato (quello neutralizzato dal nuovo portiere Fontanelli) e da quello realizzato (dall'appena entrato Cruciani). Il dio del pallone a volte di diverte a disegnare trame e storie incredibili, e anche a Forte dei Marmi, davanti a centinaia di tifosi che continuano a non mollare, è stato così. Se si cercava un segno, eccolo.

A guardar bene c'è una metafora in tutto questo. Ovvero che c'è una sola Lucchese. C'è una sola storia. C'è un unico passato, presente, futuro. La Lucchese è e sarà quella di Maestrelli e Grassi, ma anche quella di Fouzi Hadj, o quella di Valentini e Giuliani. E persino quella naufragata sotto le scelte di Moriconi. C'è una sola Lucchese. Piaccia o no. E sbaglia chi, forse per autodifesa per quanto sofferto, cerca di scartare epoche o personaggi. Chi cerca di resettare ogni volta, come se fosse un panno da mettere in lavatrice e sbiancare. Ogni pagina è storia, senza cesure, magari pagata con enormi sofferenze. Anche per questo avremmo preferito che la nuova Lucchese scegliesse, accanto a qualche volto del passato, almeno uno dei protagonisti dello scorso anno, non è stato così. Non sappiamo se per motivi di portafoglio o per deliberata scelta. Fosse la seconda, appunto, non ci parrebbe un buon segnale. Guai a resettare ogni volta, e magari dimenticarsi della Lucchese dovesse uscire dalla propria vita personale. Per questo ci hanno fatto gusto i "mi piace" cliccati ai servizi sulla gara e messi da Luciano Fusini, Andrea Isufaj, Mariano Bernardini e Niccolò Sabatini, tutti rossoneri vicini o lontani ma rimasti tali dentro. 

Di buono, a Forte dei Marmi, c'è stato lo spirito con cui i rossoneri sono scesi in campo: abbiamo visto facce feroci, e tanta bava alla bocca. A partire dai due Nolé e Tarantino che hanno questa maglia davvero sopra al cuore. Per il resto, presto per qualunque giudizio. Attendiamo, semmai, e con maggiore ansia, notizie sui lavori allo stadio, visti i penosi precedenti, e sulla società. Serve lavorare per un progetto a più grande respiro, servono risorse di capitale proprio per guardare al futuro con più serenità. Perché la serie D non può che essere un punto di ripartenza. Sia chiaro. 



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