Detto tra noi

In mezzo a tante chiacchiere, un solo fatto: la Lucchese è prima sul campo

domenica, 26 aprile 2020, 14:57

di fabrizio vincenti

Questa incredibile e angosciante emergenza, che ha evidenti e inquietanti risvolti orwelliani, anche in termini di privazione delle libertà e di controllo delle persone, sta mettendo a nudo tutti i limiti nazionali, a partire dalla inconsistente, quando non venduta, classe dirigente. Il calcio, ovviamente, ma chi se lo segue lo sa bene, non fa certo eccezione. Lo tsunami Coronavirus è stata solo l'ennesima conferma. Così come conferma l'ha data riguardo al fatto –  qualcuno aveva dubbi? – che il calcio di Serie A è prima di tutto business. Non capiamo francamente certe reazioni da inguaribili romantici: la Serie A, la Champions sono questo. Sono business, che campano grazie alle passioni dei tifosi, ma sempre business rimangono. E' così da almeno, diciamo, 30 anni. Dunque, nessuno stupore che la Lega di A cerchi di salvare il salvabile e far riprendere in un contesto che ricorda una sorta di Grande Fratello (ancora Orwell!) il torneo a porte chiuse e magari in apposite località. Qualcuno fa finta di dimenticare il volume di affari del calcio, circa 5 miliardi (uno e passa dei quali se lo pappa lo Stato), come pure il fatto che il pallone costituiscacirca il 7 per cento – avete letto bene: 7 per cento – del prodotto interno lordo italiano, grazie all'indotto davvero complesso e multiforme. Ci pare, come per altri settori dell'economia, inevitabile che provi a ripartire.

Naturalmente l'apporto delle categorie inferiori è molto ridotto, e i contorsionismi della Lega Pro, per esempio, che valuta i play off, ci risultano incomprensibili. La realtà, siamo certi, farà strame di queste opzioni. Per non parlare delle categorie dilettantistiche, dove la componente di promozione sociale, ludica e sportiva in senso stretto è largamente maggioritaria. Tutto questo mondo, francamente, non riusciamo a capire come possa solo ipotizzare di far ripartire le attività agonistiche alla luce delle normative (alcune impossibili da applicare anche per molti esercizi commerciali) che si intendono porre per la riapertura almeno parziale. Non a caso, gli altri sport hanno già annunciato lo stop. Si attende quello del calcio, almeno di quello minore, tra cui la Serie D. Per il campionato di competenza della Lucchese, la ridda di voci circa le opzioni in ballo continua a correre a tutta velocità. In alcuni casi con proposte singolari. Come quella della ripartenza dei campionati a settembre-ottobre per concluderli entro novembre e poi dar vita alla nuova stagione da gennaio 2021. Dire che è improbabile, anche per problemi contrattuali con i giocatori che sono dilettanti e che a fine giugno non hanno alcun obbligo né rimborso, è dire poco. 

Tra le tante opzioni, una ci ha colpito particolarmente: quella, non si sa come possa essere uscita, di valutare la classifica alla fine del girone di andata. Cancellando praticamente oltre un terzo di gare regolarmente giocate. Un assurdo che forse si vuole mutuare dalla formula che, ricorderete, prevede la cancellazione delle gare di ritorno disputate contro una squadra esclusa dal torneo. Successe anche lo scorso anno alla Lucchese con l'esclusione del Pro Piacenza. Un confronto che non ha letteralmente senso: a quel punto si dica che il torneo è da cancellare e stop. Ma sull'ipotesi cancellazione, per molti motivi, in pochi sono d'accordo. E il paragone con altri sport è almeno parzialmente improprio: nel basket come nella pallavolo chi arriva prima alla fine della stagione regolare, non ha vinto nulla: servono sempre e comunque i play off. 

Comprendiamo l'amarezza di chi, alle spalle, cerca escamotage, ma se si guarda al campo, c'è una sola verità: dopo 25 gare, ovvero a due terzi e passa di stagione consumata, la Lucchese è prima e con merito. Oltretutto avendo, con l'eccezione del Casale e del Seravezza, battuto tutte le rivali, disponendo della migliore difesa del girone e vantando il secondo maggior numero di partite vinte. La classifica è un fatto, l'unico. Tutte le altre sono ipotesi, e nelle ipotesi c'è spazio per pensare che la Lucchese avrebbe potuto rallentare il passo, magari perdere lo scontro diretto con il Prato e finire scavalcata, ma anche che, considerando la sua regolarità da qualche mese a questa parte, avrebbe potuto continuare con questo ritmo, magari incrementando il distacco dalle altre. Tutte ipotesi, tutte possibilità, nessuna certezza: l'unico fatto è che i rossoneri sono primi. E delle posizioni di classifica crediamo che la Lega Nazionale Dilettanti, quando sarà finito il balletto si riparte-non si riparte, non potrà non tenerne di conto. 



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