Detto tra noi
lunedì, 8 giugno 2020, 21:54
di fabrizio vincenti
Le immagini si affollano. Si sovrappongono. Finiscono comunque per emozionare. E' strano festeggiare così. E' strano non poter urlare tutto quello che si ha dentro. E' strano, perché ce lo immaginavamo diverso questo momento. Ce lo immaginavamo come l'esultanza sotto l'acqua di Prato e di Caronno, come la corsa sfrenata a San Remo al gol di Nannelli per immortalare il momento dell'abbraccio sotto il settore ospiti, come la sofferenza patita nella partita con il Ligorna, con quel gol di Iadaresta, di fatto l'ultimo, quello che vale la promozione, da difendere con le unghie e con i denti. Ci sognavao gli abbracci. Le feste. Le bandiere.
E invece il ritorno in Serie C è passato, come tante altre volte sicuramente meno liete, in attesa di un comunicato da Roma. In attesa che la Figc scrivesse la parola fine sui campionati cosiddetti minori. Che da quegli uffici, da quella riunione si mettesse il bollino, la vidimazione notarile, che la Lucchese era di nuovo tra i professionisti. La poesia del calcio ne esce a pezzi, ancora di più se si pensa che i tifosi non sono nemmeno nelle condizioni di festeggiare causa emergenza sanitaria. E' una promozione strana, non possiamo far finta di non saperlo. Ma non per questo meno meritata o meno importante. La Lucchese torna a casa, e finalmente si può sorridere.
A dare calore ci hanno pensato, nonostante tutto, coloro che vogliono bene alla Lucchese, e sono tanti, più di quanti si immagini, lo abbiamo visto ancora una volta nella diretta on line messa in piedi per tutto il pomeriggio. Centinaia di messaggi, alcuni toccanti. Condivisioni. Visualizzazioni con numeri da altre categorie. Nessuno è sceso in strada, a differenza di altre realtà, ma la voglia di godersi il momento, di sorridere pensando ai colori rossoneri c'è stata e c'è tutta. Quella voglia che avrebbero avuto anche molti che ci hanno lasciati negli ultimi mesi e che portavano la Lucchese nel cuore. Davvero tanti. Questo successo è dedicato prima di tutto a loro. Una comunità è anche questo, è un testimone che passa da una mano all'altra quando la prima non ha più la forza e pone il simbolo della gara in un'altra perché la tenga in alto, perché la conservi, perché la difenda. E la Lucchese con i suoi tifosi è una comunità. Brontolona a volte, distaccata altre, ma pronta a rimanere vicina al suo simbolo. L'8 giugno, dopo quello segnato dalle lacrime incancellabili di Bisceglie, è ancora una volta una data rossonera da segnare sul calendario. La Pantera, ancora una volta, è stata più forte di tutto.
martedì, 10 giugno 2025, 15:47
La delusione, la rabbia, il senso di frustrazione che ha pervaso un po' tutti, noi compresi, per l'epilogo ancora una volta disastroso da un punto di vista societario della Lucchese, non può non portare a una riflessione approfondita.
mercoledì, 28 maggio 2025, 18:31
Non siamo inguaribili ottimisti, anzi, ma il triste epilogo, l'ennesimo, del calcio rossonero ci ha comunque dato un misero conforto. La quasi matematica certezza che con il gruppo Affida non saremmo andati da nessuna parte. Se qualcuno aveva dubbi, crediamo se li possa essere tolti leggendo un comunicato stampa del...
domenica, 18 maggio 2025, 19:23
L'atmosfera che non si respirava da anni in città. Il maxischermo mai collocato in precedenza da una amministrazione comunale. La paura che si respirava dopo la sconfitta di Sestri. Le code al botteghino. La commozione di mister Gorgone prima dell'ultima rifinitura, dopo il confronto con la squadra.
lunedì, 28 aprile 2025, 07:51
La storia della Lucchese è fatto soprattutto di delusione, dolori, mancate promesse, rimpianti. Inutile negarlo. Se si eccettuano due periodi d'oro (prima e post Seconda guerra e l'era Maestrelli) questa piazza è andata incontro a rovesci e tanta mediocrità.