Detto tra noi
giovedì, 26 novembre 2020, 09:46
di fabrizio vincenti
C'è un numero – in mezzo a tanti altri, prima di tutto quello relativo ai punti messi in carniere in campionato – che certifica la gravissima crisi rossonera. E' ventinove. Come ventinove sono i giocatori sin qui impiegati i campo dai due tecnici Monaco e Lopez, che si sono seduti sulla panchina della Lucchese in questa disgraziatissima stagione. Quasi tre formazioni complete, un tesseramento di calciatori già superiore a quello dello scorso anno, quando le cose furono necessariamente fatte in fretta per tamponare l'iscrizione, quasi miracolosa, alla Serie D. Per non parlare del numero di effettivi impiegati nella stagione irripetibile della salvezza sul campo a Bisceglie e del vergognoso fallimento societario. E il bello è che non è – e non può – essere ancora finita.
Ovvero per provare a traversare il deserto in cui si trova la Pantera serviranno nuovi (e migliori) innesti. Lo hanno fatto capire un po' tutti i protagonisti, Lopez in testa, che dichiara che la società sa dove sono i problemi. Servirà qualità, serviranno attaccanti (un reparto che con l'eccezione di Bianchi è praticamente sguarnito), servirà che i nuovi già arrivati diano un contributo almeno minimo, serviranno soldi, servirà (e non sarà facile) trovare collocazione a tantissimi giocatori che attualmente costituiscono una rosa numericamente in grado di disputare le coppe europee. E servirà, soprattutto, arrivare vivi al mercato di gennaio. Per vivi intendiamo dire non troppo distanti in classifica dalle altre squadre destinate a giocarsi la salvezza. Le ultime due gare casalinghe – al netto dei problemi Covid che non vanno sottaciuti – hanno certificato la pochezza rossonera. E soprattutto tutte le difficoltà nel momento in cui c'è da costruire. Sino a che si deve difendere, magari con maggiore ordine tattico rispetto alla gestione Monaco, la Lucchese se la può giocare. Se, però, si deve impostare e attaccare, sono dolori. E forti. Un motivo per sperare che qualcosa arrivi dalle due trasferte consecutive che attendono i rossoneri in pochi giorni dove si dovrà prima di tutto badare a non prenderle.
Ci sarà da battagliare e ci sarà, come detto, da rimanere in piedi per qualche settimana ancora. Non sarà facile, anche perché la squadra, anche contro l'Albinoleffe, sembra non credere nei propri mezzi (pochi o tanti che siano). Il ritrovamento di una condizione fisica accettabile può aiutare, ma senza il recupero della convinzione e di una rabbia furente non si andrà da nessuna parte. O meglio si andrà dove è inevitabile si vada: al piano inferiore delle categorie calcistiche. Restare in piedi in questo lasso di tempo che ci separa dal mercato sarà vitale, prima che le distanze diventino incolmabili. Lo abbiamo già scritto più volte: rimanere tra i professionisti è di capitale importanza. Ogni considerazione ulteriore, per quanto fondata, viene dopo.
martedì, 10 giugno 2025, 15:47
La delusione, la rabbia, il senso di frustrazione che ha pervaso un po' tutti, noi compresi, per l'epilogo ancora una volta disastroso da un punto di vista societario della Lucchese, non può non portare a una riflessione approfondita.
mercoledì, 28 maggio 2025, 18:31
Non siamo inguaribili ottimisti, anzi, ma il triste epilogo, l'ennesimo, del calcio rossonero ci ha comunque dato un misero conforto. La quasi matematica certezza che con il gruppo Affida non saremmo andati da nessuna parte. Se qualcuno aveva dubbi, crediamo se li possa essere tolti leggendo un comunicato stampa del...
domenica, 18 maggio 2025, 19:23
L'atmosfera che non si respirava da anni in città. Il maxischermo mai collocato in precedenza da una amministrazione comunale. La paura che si respirava dopo la sconfitta di Sestri. Le code al botteghino. La commozione di mister Gorgone prima dell'ultima rifinitura, dopo il confronto con la squadra.
lunedì, 28 aprile 2025, 07:51
La storia della Lucchese è fatto soprattutto di delusione, dolori, mancate promesse, rimpianti. Inutile negarlo. Se si eccettuano due periodi d'oro (prima e post Seconda guerra e l'era Maestrelli) questa piazza è andata incontro a rovesci e tanta mediocrità.