Detto tra noi

1500 differenze

lunedì, 8 marzo 2021, 10:18

di fabrizio vincenti

Era caldo, quel caldo di maggio che ristora dopo l'inverno e il tanto umido che si respira dalle nostre parti. Anche allora decise un calcio di rigore. A realizzarlo fu un giocatore, Mattia Lombardo, rimasto nei cuori di tutti, al pari dei suoi compagni capaci di regalare ai tifosi una delle più belle gioie, per quanto effimere, degli ultimi decenni, vissuti tra le aule dei tribunali quanto sui campi da calcio. Siamo al 22' della ripresa, sugli orologi scorrono i minuti, la Lucchese è ferma sullo 0-0 contro il Pontedera, il Cuneo sta anch'esso pareggiando, ma l'eventualità di potersi giocare i play out per la salvezza passa dalla possibilità di rimanere in scia ai piemontesi. Lo 0-0 non dà tranquillità, i rossoneri hanno rischiato anche di capitolare, ci ha pensato Falcone ha mantenere la barca pari. Poi Zanini viene atterrato, sul dischetto si presenta Lombardo: davanti a lui c'è la porta sotto la Curva Ovest che sembra più piccola e l'estremo difensore granata che si chiama Biggeri. 

Lo stadio si ammutolisce, tutti hanno chiaro che il momento è decisivo: segnare, con ogni probabilità, vuol dire approdare ai play out e poi sarà quel che sarà in mezzo all'ennesimo, vergognoso sfacelo societario. Breve rincorsa, palla alla destra del portiere, Biggeri intuisce ma nulla può: è rete! I 1500 fedeli di una religione catacombale che in città è la Lucchese possono urlare tutta la loro gioia, la loro rabbia per l'ennesima stagione costellata da guai di tutti i generi e dalla casse societarie completamente svuotate al punto da far comminare una marea di punti di penalizzazione in classifica. Hanno però trovato una squadra che è una cosa sola con loro. Come mai successo prima. Lombardo, come in trance, si leva la maglia, corre verso la Curva. C'è da tenere duro per una mezzora scarsa. Il Pontedera, di perdere, non ne vuol sapere: a una manciata di minuti dal termine Falcone compie una parata, forse la più bella del suo anno in rossonero. E' finita! E' finita! Si va a Cuneo e poi sarà quel che sarà. De Vito si fa lanciare il megafono dalla Curva, guida i cori con i compagni che lo seguono e i 1500 fedelissimi trovano, finalmente, la forza di sorridere, quel sorriso che nasce dalla sofferenza e che per questo è ancora più bello. 

Quando abbiamo visto Flavio Bianchi (che continua a regalare perle calcistiche) dirigersi, proprio sotto la Curva Ovest a battere il rigore che ha poi deciso il match sempre contro il Pontedera, regalando tre punti fondamentali ai rossoneri, ci è venuto naturale tornare con il pensiero a quella partita che ormai sembra solo persa nella memoria. In porta non c'era Biggeri, ora in rossonero, De Vito è di nuovo nella Lucchese, i tanti protagonisti di quella stagione che continua a emozionare sono in giro per l'Italia, ma tutti portano in un pezzetto del loro cuore quella fantastica esperienza. La palla è finita anche questa volta in rete, sempre nel solito angolo. La Lucchese può continuare a sognare una salvezza che sarebbe importantissima. Mancavano quei 1500 tifosi inguaribili, ora costretti a soffrire alla radio, alla tv o su internet. E guardavamo i giocatori a fine gara doversi limitare a abbracciarsi tra loro, non poter far festa con altri, non poter guardare in faccia coloro che sono il sale del calcio, non correre sotto la curva per potergli dire: "Stavolta ce l'abbiamo fatta, stavolta, nonostante i tanti inciampi, avete visto che vi abbiamo regalato una gioia? Stateci vicini". Ci è preso un nodo alla gola che ha scolorito la soddisfazione per una vittoria comunque meritata e importante. Siamo sempre in inverno, c'è solo da augurarsi che finisca presto. Il calcio, e non solo quello, continua a essere senz'anima. Viva la sua anima. Viva i tifosi. Viva gli stadi con le persone. Viva le curve che danno calore. 



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