Detto tra noi
giovedì, 22 aprile 2021, 09:25
di fabrizio vincenti
Serie A: una parola sconosciuta a Lucca se si parla di calcio, una parola che ormai solo chi è molto in avanti con l'età può pronunciare, pescando tra i ricordi sfumati di gioventù. Quella parola, invece, ancora una volta, può essere pronunciata con orgoglio nel basket, dove ormai da anni vi è una realtà che ha fatto della passione e della professionalità i suoi tratti distintivi. In un Palatagliate tristemente vuoto, sporco, alle prese con problemi che sono finiti sulla cronaca dei giornali – mentre in Comune si andava avanti a colpi di comunicati stampa per i sopralluoghi sugli avanzamenti degli ormai cronici lavori di consolidamento – il Basket Le Mura ha scritto un'altra pagina che fa bene a Lucca e a tutto il suo movimento sportivo.
La squadra del presidente Cavallo, al termine di una stagione a dir poco complicata, tra Covid, acquisti sbagliati e abbandoni che hanno avuto il sapore del tradimento, ha centrato ancora una volta la permanenza in A1. La prossima stagione sarà la dodicesima nel massimo campionato femminile di basket: per una città come Lucca che ha tra i suoi tratti distintivi l'indifferenza quando non il fallimento verso ogni impresa sportiva è qualcosa di incredibile.
E l'incredulità è destinata a aumentare se si guarda alla compagine societaria: al fianco della società biancorossa non ci sono magnati, né emiri e nemmeno le realtà industriali che vanno per la maggiore dalle nostre parti che, con la solita codardia e il solito cinismo, si limitano a sfilarsi o a offrire un obolo talvolta inferiore ai soldi che le stesse spendono per mezza giornata di pubblicità o per la festa di compleanno di un figlio dei vari patron. Le Mura hanno le stimmate del miracolo sportivo, ma non del caso.
Perché Rodolfo Cavallo, guarda caso non un lucchese di nascita anche se ama questa città quanto e più di tanti che vi sono nati, è riuscito con la passione e la professionalità a dare vita a una macchina in grado di regalare, senza tanti mezzi ma con grande oculatezza e con le giuste capacità nel gruppo di collaboratori, oltre un decennio nella massima serie. Roba da non crederci: solo l'Atletica Virtus, altra realtà virtuosa della città, vanta ruolini di marcia simili. Le Mura, non lo scordiamo, hanno regalato l'unico scudetto a squadra di questa disgraziata città, tanto bella quanto apatica.
Le Mura, ancora una volta, hanno regalato una lezione, ovvero hanno insegnato come cavarsela, come stringere i denti, anche quando tutto sembra crollare. E' un problema di mentalità e di capacità, che dalle parti del Palatagliate non mancano. I risultati sono solo il giusto corollario per una realtà che è un orgoglio per Lucca. La città forse nemmeno se ne accorge, intenta a guardarsi il suo ombellico sempre più aggrinzito, ma questo è un altro discorso. Che semmai rende ancora più merito al club biancorosso. Applausi. Solo applausi, e tutti meritati, per una storia che riesce a reggere l'usura del tempo.
martedì, 10 giugno 2025, 15:47
La delusione, la rabbia, il senso di frustrazione che ha pervaso un po' tutti, noi compresi, per l'epilogo ancora una volta disastroso da un punto di vista societario della Lucchese, non può non portare a una riflessione approfondita.
mercoledì, 28 maggio 2025, 18:31
Non siamo inguaribili ottimisti, anzi, ma il triste epilogo, l'ennesimo, del calcio rossonero ci ha comunque dato un misero conforto. La quasi matematica certezza che con il gruppo Affida non saremmo andati da nessuna parte. Se qualcuno aveva dubbi, crediamo se li possa essere tolti leggendo un comunicato stampa del...
domenica, 18 maggio 2025, 19:23
L'atmosfera che non si respirava da anni in città. Il maxischermo mai collocato in precedenza da una amministrazione comunale. La paura che si respirava dopo la sconfitta di Sestri. Le code al botteghino. La commozione di mister Gorgone prima dell'ultima rifinitura, dopo il confronto con la squadra.
lunedì, 28 aprile 2025, 07:51
La storia della Lucchese è fatto soprattutto di delusione, dolori, mancate promesse, rimpianti. Inutile negarlo. Se si eccettuano due periodi d'oro (prima e post Seconda guerra e l'era Maestrelli) questa piazza è andata incontro a rovesci e tanta mediocrità.