Detto tra noi

Che sia solo un punto di partenza

sabato, 7 agosto 2021, 18:34

di fabrizio vincenti

Finalmente la Figc ha ufficializzato il ripescaggio della Lucchese, al termine di settimane passate tra un mare di carte bollate, fideiussioni, ricorsi e gradi di giudizio che in un Paese come l'Italia paiono non conoscere fine. In realtà, rimane aperta la questione di chi sarà la quinta ripescata tra Fano e Pistoiese, proprio perché ci sono ancora ricorsi in ballo. Chiaro che la regolarità del torneo non puà non risentirne, basti pensare che mentre ci sono formazioni giunte a 20-25 giorni di preparazione, la Lucchese (e le altre ripescate) attendono ancora i moduli per tesserare i giocatori in un campionato professionistico, gli allenamenti sono stati svolti in semiclandestinità, le amichevoli per rodare lo stato di forma (mentre le altre formazioni si sono già esibite più volte) sono ancora da venire. Detto questo per amore di verità, non possiamo non manifestare soddisfazione per l'unica strada che la società poteva prendere (ma non per questo facile, anche in termini economici), a meno che non volesse davvero arrivare a picchi di impopolarità vicini a quelli dei periodi più bui e complicati. Inutile nasconderlo: certi atteggiamenti, uniti a un risultato sportivo semplicemente disastroso e a una comunicazione a tratti imbarazzante hanno minato il rapporto con la stragrande maggioranza dei tifosi. Basta dare un'occhiata ai commenti su tutti i social, anche in relazione all'ultima conferenza stampa, per rendersene conto. E il ripescaggio deve essere la prima pietra per ripartire.

C'è un lungo e duro lavoro di ricucitura che dovrà essere portato avanti, come sempre conteranno prima di tutto i risultati. Avvertiamo comunque molto, troppo scetticismo intorno alla Lucchese.  E ci preoccupa. La stagione che si va a aprire rischia di condizionare per anni il futuro del calcio a Lucca. Sia per la questione della ristrutturazione del Porta Elisa (a fine estate-inizio autunno si chiariranno le reali possibilità di ottenere il via libera), sia per la riforma dei campionati che pare incombere come una mannaia. Non fosse in questo torneo, sarebbe con ogni probabilità nel prossimo. Morale: la Lucchese DEVE rimanere viva, DEVE rimanere in terza divisione per cercare di gettare le basi future. Ovvio che c'è poi la questione societaria: questa compagine non ha mai nascosto di non avere risorse infinite, del suo operare prima di tutto con risorse di terzi ha fatto un punto di forza. Ma è chiaro che serve che entrino capitali freschi: gli attuali soci non lo hanno nascosto proprio durante l'ultima conferenza stampa.

E' una priorità, anche per poter affrontare la campagna di rafforzamento e la gestione della prossima stagione con un po' più di tranquillità. Fondamentale sarà che la scelta cada su persone serie: no perditempo o con trascorsi a dir poco nebulosi. Ultima considerazione sul direttore sportivo Deoma: la gran parte dei tifosi voleva la sua rimozione dopo la retrocessione senza appello (la Lucchese, ricordiamo, è stata in fondo alla classifica dalla seconda di campionato all'ultima, se lo ritrovano invece al comando delle operazioni di mercato. A maggio avevamo suggerito si dimettesse lui insieme agli altri soci per poi valutare, con calma, il da farsi. Da allora la Lucchese si è invece chiusa in una sorta di solipsismo, di isolamento dall'esterno. Un atteggiamento sbagliato che, a nostro avviso, ha contribuito a far imbufalire ulteriormente i tifosi e che ha finito per logorare l'immagine della società e dello stesso diesse. Che, a quanto ci risulta, aveva comunque offerto le sue dimissioni senza tanti clamori. A lui e a tutti gli altri soci auguriamo una cosa: di riuscire a fare il bene della Lucchese. Quanto faranno, o non faranno, quanto azzeccheranno, o sbaglieranno, peserà per parecchio. E non è più tempo di sbagliare. 

 



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