Galleria Rossonera
lunedì, 25 marzo 2013, 12:32
di diego checchi
Ve lo ricordate Enrico Morello, il difensore che la Lucchese acquistò dal Messina che all’epoca militava in Serie A, facendogli un contratto triennale? Lo abbiamo voluto intervistare per capire quello che sta facendo adesso ma anche per ricordare quell’anno che per i colori rossoneri non fu certamente da ricordare.
Di Morello si hanno dei flash particolari, soprattutto per come marcava gli avversari e per il temperamento che metteva in campo. Il siciliano è un difensore vecchio stampo, di quelli che lascia poco spazio di manovra agli attaccanti e che pur di non farli passare usa anche le maniere forti. Adesso gioca in Eccellenza vicino Parma e con lui abbiamo voluto toccare l’argomento della marcatura e del fatto che i giovani difensori non sappiano più che cosa voglia dire seguire un uomo e non farlo girare in area. Adesso di basa tutto sulla ricerca della palla senza mai guardare i movimenti che gli attaccanti avversari fanno.
Sta giocando ancora a calcio?
“Sto giocando in Eccellenza a Parma”.
In quale squadra?
“Monticelli Terme”.
Com'è proseguita la sua carriera dopo la Lucchese?
“Dopo Lucca sono andato alla Pro Patria dove sono stato due anni. Poi mi sono rotto il tendine d'Achille che mi ha costretto a smettere nel calcio professionistico”.
Quanti anni vorrebbe ancora continuare a divertirsi nel calcio dilettantistico? E in seguito cosa vorrebbe fare?
“Essendo il calcio la mia passione lo farò finché il fisico me lo consentirà. Mi piacerebbe rimanere nel mio mondo ma sto cercando di crearmi delle strade alternative di cui preferirei non parlare per scaramanzia”.
Ecco, allora parliamo ancora di calcio. Com'è cambiato il ruolo di difensore da quando ha cominciato a giocare? Adesso non esiste più il concetto della marcatura. Vero?
“È vero. Prima i difensori dovevano solo marcare adesso devono essere in grado di fare un po' di tutto, anche per chi come me proviene da un settore giovanile importante, queste attitudini erano ritenute necessarie anche anni fa”.
Un'altra domanda specifica. Ma lei sui calci da fermo è favorevole alla marcatura a zona oppure predilige quella a uomo?
“Se un giorno dovessi fare l'allenatore alla mia squadra direi di marcare sempre a uomo. Fondamentale è sentire il contatto con l' avversario”.
Parliamo dell'anno di Lucca. Che cosa ricorda, sia in positivo che in negativo?
“Io e mia moglie siamo stati bene a Lucca e oltre a conoscere una città splendida abbiamo avuto la fortuna di incontrare persone altrettanto speciali come la nostra amica Dora. Per quanto riguarda la cose negative sapete tutti com’è andata”.
Ha seguito le peripezie rossonere?
“Si, ma adesso vedo che le cose stanno migliorando. La squadra sta facendo bene”.
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