Galleria Rossonera
mercoledì, 26 novembre 2014, 21:24
di diego checchi
Alla scoperta di Daniele Cavalletto (nella foto a sinistra), il vice allenatore rossonero e anche stretto collaboratore di Galderisi in tutto e per tutto. Lo abbiamo voluto conoscere per sapere di più sullo staff di Galderisi e su quali sono le caratteristiche degli uomini che lo compongono.
Daniele Cavalletto, come si sta trovando qui a Lucca?
“In dieci giorni non abbiamo avuto il tempo di fare una passeggiata a Lucca. Speriamo di riuscire a ritagliarsi un po' di tempo anche per questo. C'è stata da parte di tutti un'accoglienza bellissima e si sente l'affetto. Noi lavoriamo anche per i tifosi”.
Cosa ha fatto nel calcio?
“Ho giocato nei Dilettanti e a 27 anni ho avuto un infortunio che mi ha fatto smettere di giocare. Non sarei mai diventato giocatore, correvo tanto ma avevo i piedi brutti. Classico marcatore di una volta. Ho cominciato ad allenare nel settore giovanile di Padova e ho conosciuto il mister che aveva il figlio nel stesso settore giovanile. Insieme abbiamo aperto una scuola calcio e per qualche anno l'ho gestita. Poi mi chiese di accompagnarlo nel suo percorso di allenatore e già da otto anni sono con lui”.
Quali caratteristiche ha Galderisi che ha apprezzato?
“É sempre stato un onore lavorare con lui per il suo passato ma quello che ho apprezzato di più è il far sentire i suoi collaboratori i migliori del mondo”.
Lei quale tipo di lavoro svolge?
“Il mister crede molto nel lavoro di staff e quando programma la settimana sa già quali esercizi tecnici tattici vorrà far svolgere alla squadra. Quindi lui cura un aspetto e io un altro per andare dallo specifico al generale. Partendo in corsa come adesso abbiamo fatto il contrario. Io mi occupo tanto dell'analisi video dell'avversario e nostra. Il mister guarda e riguarda gli errori”.
Il rapporto con il mister fuori dal campo?
“Giuseppe è un amico. Quando varco lo spogliatoio diventa il mio allenatore e l'amicizia rimane fuori per l'intero allenamento”.
Che gruppo ha trovato qui a Lucca?
“Conoscevo alcuni ma non ho mai allenato nessun giocatore di questi negli anni precedenti. Un gruppo che ha una grande cultura del lavoro che dobbiamo riconoscerla ai colleghi di prima”.
Un giorno le piacerebbe diventare allenatore in prima?
“Sono un ambizioso e vorrei diventarlo, ma ho la fortuna di lavorare con uno staff importante e, intanto, voglio migliorare”.
Un auspicio per la stagione?
“Spero che i tifosi alla fine ci vogliano tanto bene...”
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