Galleria Rossonera
giovedì, 26 marzo 2020, 15:52
di diego checchi
Parole chiare, nette che risuonano come un orologio, quelle di Adolfo Tambellini, medico sociale della Lucchese. In questa intervista lunga e completa fa capire il suo pensiero sull’emergenza coronavirus e quando sarà possibile riprendere l’attività sportiva.
Dottore, cosa pensa di questo momento?
“Sono settimane che su tutte le emittenti e su tutti i giornali arrivano dichiarazioni di epidemiologi e virologi. Siamo di fronte a un’emergenza sanitaria mondiale mai verificatasi negli ultimi 30 anni. È chiaro che questo nuovo virus ha un’alta penetrazione e capacità di infettare e purtroppo una percentuale di decessi nettamente maggiore, rispetto agli altri virus influenzali, e che si aggira al 4-5%. Non ci sono terapie, gli antivirali che stanno usando hanno risultati modesti. L’importante sarebbe trovare il vaccino ma necessita di tempi che vanno dai 12 ai 18 mesi di tempo per essere messi in commercio e disponibili per tutta la popolazione”.
È difficile stabilire quando ne usciremo, ma secondo le sue previsioni mediche?
“La mia opinione va dietro a quelle che sono le indicazioni degli specialisti. Ritengo che dovremo aspettare tutto il mese di aprile per arrivare a una diminuzione dei contagi. Ci vorranno almeno quattro settimane per poi tornare pian piano alla normalità, graduale. Per le persone anziane ci vorrà anche più tempo”.
Il metro di distanza serve fino a che punto? È prematuro mandare in campo una squadra di calcio?
“Teoricamente il metro di distanza è stato raccomandato dai virologi ma può darsi che sia anche insufficiente. Se trasportiamo la situazione sul calcio, ritengo che la ripresa degli allenamenti e delle competizioni dovranno avvenire quando le infezioni saranno vicine allo zero altrimenti il rischio rimarrà elevato e la possibilità di contagio rimarrà enorme”.
Ma questo virus può essere contratto nuovamente da chi lo ha già preso? Ed è vero che gli asintomatici sono i più pericolosi per il trasporto del virus?
“Per quanto riguarda i guariti dal virus, non ci sono ancora degli studi specifici ma è molto probabile che dopo essere entrati in contatto con esso si sviluppino degli anticorpi che aumentino l’immunità. Per quanto riguarda gli asintomatici (soprattutto i giovani) è molto importante che facciano attenzione perché ci sono soggetti che hanno una sintomatologia pressoché assente, ma possono infettare gli altri. Un lato positivo sembra essere la minor carica virale che un asintomatico avrebbe rispetto a un sintomatico. Comunque i rapporti ravvicinati non devono esserci, proprio per evitare che questi contagi avvengano. Le misure devono essere rispettate”.
Secondo lei è giusto che una squadra riprenda gli allenamenti il prima possibile?
“Anche su questo voglio essere chiaro: io ritengo che non sia possibile riprendere i campionati prima di inizio giugno. Quindi gli allenamenti non dovrebbero riprendere prima del mese di maggio. Non sono ipotesi personali, bensì basta leggere tutti i dati dell’Oms, anche se pure quelle sono ipotesi”.
Avete degli scambi di informazioni tra voi medici sportivi?
“I medici sportivi devono ascoltare le indicazioni degli infettivologi e virologi. Per tanto, un medico sportivo seppur preparato non è in grado di stabile dei tempi, delle tabelle giuste. Per cui non possiamo far altro che attenersi a quelle che sono le disposizioni dell’Oms”.
Secondo lei i campionati riprenderanno?
“Diciamo che la Federazione vorrebbe che i campionati iniziassero e portarli a termine in qualche maniera per gli interessi economici. Ma secondo me, se dovessero riprendere, e quando riprenderanno, le gare si disputeranno a porte chiuse. E si creerebbe un altro problema per le società, sia economico, sia nel piacere del vedere un partita di calcio. Bisogna distinguere tra i professionisti e i non: i primi hanno degli introiti al di là del numero degli spettatori, provenienti dalle tv e dagli sponsor. Invece se gli altri vengono privati degli spettatori e dei piccoli sponsor (aziende che subiranno sicuramente perdite gravi), non vorrei essere negativo, ma c’è la possibilità che il calcio dilettantistico venga rimandato al prossimo anno”.
Qual è la linea che da medico dà alla Lucchese?
“La mia linea è che non bisogna rischiare niente perché la salute del soggetto va al di là e al di sopra degli interessi economici e commerciali”.
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