Galleria Rossonera
venerdì, 17 aprile 2020, 08:12
di diego checchi
In questo momento dove il calcio giocato è fermo, si vanno a ripescare tanti ricordi, quelli che per alcuni attimi non ti fanno pensare alla situazione emergenziale. Per tutti i tifosi della Lucchese la promozione di Correggio è uno di quei momenti. Abbiamo intervistato l’autore del gol della promozione Tommaso Pecchioli e con lui si sono aperti diversi orizzonti che vanno anche al di fuori del calcio.
Che cosa sta facendo adesso?
“Sto giocando in Eccellenza al Castelfiorentino perché il calcio è la mia passione. Mi sono laureato da poco in Desing Industriale e mi piacerebbe specializzarmi nel campo della moda”.
Questo vuol dire che per lei il calcio passerà in secondo piano?
“Non lo so ancora, bisognerà vedere se riuscirò a trovare un lavoro a tempo pieno o deciderò di fare un master di un anno. È chiaro che gli impegni si moltiplicheranno, ma cercherò di trovare sempre uno spazio per quello che è la mia passione, ovvero il calcio”.
Pensa che gli anni di Lucca siano stati l’apice della sua carriera?
“Penso proprio di sì. A Lucca sono cresciuto molto come calciatore. Sono stato 3 anni arrivando quando avevo 17 anni da una realtà completamente diversa come la Cattolica Virtus. Fu Bruno Russo a volermi qui a Lucca e già il primo anno feci 10 presenza in Serie D anche se ero una sottoquota. Poi ci fu l’anno della promozione di Correggio”.
A proposito di questo, ci racconta il suo gol che valse la Lega Pro contro la Correggese?
“Ero posizionato sul secondo palo e segnai di testa dopo un cross dal fondo di Nolè. Colpii la palla e andò dentro. Provai delle emozioni indescrivibili che non potrò mai dimenticare. Tante volte mi capita di vedere il filmato di quella giornata. A proposito, l’azione partì da Aliboni che passò il pallone a Caboni che fece un velo per Nolè. Da lì il pallone arrivò a me. Ricordo anche l’esultanza di tutto il nostro gruppo e quella dei tifosi dentro e fuori lo stadio che erano una marea. Mi viene ancora la pelle d’oca a ripensarci”.
Quando siete riusciti a comprendere che il campionato poteva essere vostro?
“Ci credevamo già da tanto tempo e poi c’era un tecnico come Pagliuca che ci faceva dare il massimo ad ognuno di noi. In quella stagione è stato il valore aggiunto. Ma c’era anche un grande gruppo, tanto è vero che abbiamo una chat e ci sentiamo ancora, perché il legame è rimasto forte”.
Poi che cosa le è successo?
“Firmai un contratto di due anni con la Lucchese, poi mi fidai delle persona sbagliate e rescissi il contratto per andare a giocare in Serie D. Non feci la mia migliore stagione e da lì andai in Eccellenza al Porta Romana dove realizzai 15 reti. Poi sono tornato in Serie D ma per motivi di studio non ero più concentrato al massimo sul calcio”.
Che cosa ci può dire di Bruno Russo?
“Soltanto belle parole. È stato quello che ha creduto in me e mi ha preso dalla Cattolica Virtus portandomi fuori di casa per la prima volta. Ha creduto tanto in me, e la sua fiducia nei miei confronti si è vista durante tutto il suo operato”.
Dovesse fare un bilancio, il calcio le ha dato o tolto di più?
“La voglio vedere in maniera positiva quindi dico che mi ha dato di più di ciò che ha tolto. Però dal punto di vista extracalcistico tanti ragazzi della mia età hanno potuto fare cose che io non sono riuscito a fare”.
Riguardo questa situazione del Covid-19, come la pensa? Credo che i campionati sono terminati?
“In questo momento la cosa più importante è uscire da questa situazione. Non credo che l’Eccellenza possa farlo in massima sicurezza. Il calcio non aiuterebbe essendo uno sport di contatto ed è giusto passi in secondo piano. La miglior cosa sarebbe ricominciare quando ci sarà una situazione stabile. Io sto continuando ad allenarmi sperando si possa ricominciare e lo spero anche per la Lucchese perché sta facendo un grandissimo campionato”.
Che cosa augura a tutta Lucca sportiva?
“Il meglio, ho vissuto a Lucca per tre anni e la considero la mia seconda casa. Spero che tutto possa andare nel verso giusto. Giocare al Porta Elisa è stata una grandissima sensazione perché puoi sentire bene il calore dei tifosi che ti spinge dal primo al novantesimo minuto”.
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