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Lombardo: "Io e i miei compagni dello scorso anno, diventati tutti tifosi della Lucchese"

sabato, 9 maggio 2020, 16:43

di diego checchi

Una storia da rivivere, da ripercorrere e da raccontare di nuovo. Quella di Mattia Lombardo con la maglia della Lucchese. Il suo anno a Lucca è stato indimenticabile e nel corso dell’intervista lo ribadisce a chiare lettere. Con lui però uno sguardo anche al futuro: “Come tutti i calciatori in attesa di sapere se finiremo questo campionato, se faremo i playoff. Siamo tutti in attesa di novità in più perché ci vuole l’ok della Federazione a quanto votato ieri dall’assemblea di Lega Pro. Nel frattempo cerchiamo di seguire le disposizioni e allenarci come queste impongono”.

Quanto è stata dura doversi fermare?

“Non è stato semplice perché era inaspettato e pensavamo che fosse una cosa leggera. Invece è stata una cosa lunga e dolorosa, quindi fermarsi è stata la scelta migliore. Adesso dovrà esser fatta la scelta giusta, soprattutto pensando ai giocatori ma anche ai famigliari. Proprio in queste ore ho visto che ci sono nuovi contagi e anche nelle categorie superiori sarà una cosa complicata ripartire”.

Fra calciatori ne avete parlato di come ripartire e se c’è paura di ripartire?

“Sicuramente uno dei pensieri principali è la ripartenza e come attuarla. Perché la preoccupazione che un calciatore può avere è il rischio maggiore di un infortunio, avendo fatto poco movimento e anche per una questione psicologica e mentale che ha colpito tutti gli italiani. Quindi la probabilità di infortunio aumenterebbe senz’altro. Se dovessimo ripartire dovremo fare tutte le cose in breve tempo e al 200% e questo non aiuterebbe sicuramente”.

Quanto le mancano il campo, lo spogliatoio e i compagni?

“Per un calciatore che è sempre stato a contatto con i compagni di squadra sin da piccolo, è una cosa surreale. Manca tutto l’insieme del calcio, dai tifosi, ai giornalisti, ecc, ecc.. Tutto ciò è una grande mancanza ma la salute viene prima di tutto”.

Quest’anno ha aspettato un’offerta e poi ha scelto Siena. Ma che ricordi ha di Lucca? 

“Come avevo già dichiarato prima di accettare Siena, stavo cercando un’occasione favorevole per potermi migliorare. L’offerta del Siena è stata perfetta. La stagione dell’anno scorso con la Lucchese è stata veramente un sogno. Nessuno si aspettava cosa è stato fatto e poi, con la gara finale di Bisceglie, c’è stata una gioia totale per noi calciatori, per lo staff e per tutti i tifosi. I ricordi di Lucca sono assolutamente bellissimi. Anche quest’anno, appena potevo, andavo a vedere subito i risultati della Lucchese. Spesso abbiamo parlato dell’esperienza di Lucca anche con ex compagni di squadra proprio perché il gruppo è rimasto saldo, dopo un’impresa così…”

È d’accordo che Favarin l’ha consacrata come terzino?

“Sicuramente il mio ruolo più adatto è il terzino, dove mister Favarin ha deciso di utilizzarmi. Ormai sono passati più di tre anni che gioco in quel ruolo. Adesso ho mister Dal Canto che è un ex terzino e mi ha insegnato e spiegato molto di questo ruolo. Quando Favarin ha visto che avevo accettato il Siena mi ha scritto un messaggio dove diceva “spero tu sia andato a fare il terzino, in bocca al lupo”. Questo è diventato principalmente il mio ruolo”.

Quando ha capito che la Lucchese si poteva salvare?

“Io ci ho creduto sin dall’inizio quando c’è stato il cambio societario e ci sono state le prime difficoltà. Ho avuto la sensazione di poterci salvare sul campo a Cuneo perché prima di quella partita era arrivata la notizia che non ci avrebbero più pagato gli stipendi. Quindi si era creata la difficoltà per molti di noi, tanti erano titubanti per il proseguo della stagione, non sapendo se rimanere o tornare a casa. Io ero tra i pochi a voler continuare e a far capire che per noi poteva essere una vetrina per il futuro. Ricordo che nella gara di Cuneo vincemmo 1 a 0 e nella settimana successiva ci siamo confrontati tutti assieme. Da quel momento ci siamo compattati per un unico obiettivo. Tutti remavamo verso la salvezza sul campo. Che poi è arrivata”.

Quanto le ha pesato quel rigore contro il Pontedera che ha permesso alla Lucchese di andare ai playout?

“Il peso era enorme e anche il significato del rigore. Ci stavo lavorando da tempo ed era una soddisfazione che volevo togliermi per tutta la stagione sofferta e anche per tutti i compagni e i tifosi. Lo stadio era in silenzio e quando la palla entrò ci fu veramente un tripudio. Era una gioia per tutta la città e per i tifosi che ci avevano sostenuto. Senza di loro non avremmo potuto fare le trasferte. È stata una gioia per tutti. Il segreto del gruppo è stata sempre allenarsi a mille. In più, tanti di noi spronavano i ragazzi più giù di morale e quando eri tu, giù di morale, venivi stimolato dai compagni. Quando lavori bene poi raccogli sempre i frutti. Inoltre avevamo un mister che chiedeva sempre il massimo da ognuno di noi”.

La festa di Bisceglie in poche parole?

“Leggendaria. È stato come vincere un campionato, uno scudetto, una Champions League e poi, per la squadra della propria città c’è una passione e tensione diversa, quindi alla fine ci sentivamo lucchesi, siamo tutti diventati tifosi della Lucchese. Poi c’è stata la festa al rientro, la festa in piazza a Lucca dove c’era tantissima gente che ha seguito un risultato così al maxi schermo. Una cosa che in Serie C non accade tutti i giorni”.

Il futuro di Lombardo. Magari di nuovo in maglia rossonera?

“In questo momento bisognerà capire cosa succederà nei prossimi mesi. È chiaro che come tifoso ed ex giocatore della Lucchese spero torni in Serie C anche perché lo merita essendo prima in classifica. Poi come calciatore vorrei poter raggiungere un risultato importante con la maglia del Siena se sarà possibile finire il campionato e poi a giugno sarò svincolato e se si apriranno situazioni con la Lucchese le valuterò con molto piacere. Intanto aspettiamo”.



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