Galleria Rossonera
venerdì, 30 maggio 2025, 08:49
di fabrizio vincenti
Era arrivato, carico di speranze e anche di promesse di una società che sembrava finalmente poter regalare gioie ai tifosi rossoneri, è rimasto, anche quando tutto iniziava a scricchiolare e, infine, a crollare, al comando di una nave lasciata scientemente alla deriva, se ne va da vincitore. Ma dentro l'amarezza è tanta, perché Giorgio Gorgone ci ha creduto, ha creduto di poter salvare sul campo sulla Lucchese, ha creduto che qualcuno riuscisse a fare altrettanto con la società che, e lo ha ripetuto senza retorica più volte, avesse avuto i soldi avrebbe provato lui stesso a metterla al riparo. I due anni sulla panchina rossonera, dopo quello da giocatore in gioventù, sono ormai alle spalle. Sono nella carne. E nell'animo di un allenatore che troppo spesso è stato preso come parafulmine dalla piazza, abbarbicata alle promesse da marinai di una società che si è rivelata per quello che era. Il tempo, però, è galantuomo, si dice. E Gorgone va via da Lucca con il ringraziamento di tutti e le scuse di tanti. Ma il rimpianto per quello che poteva essere, per uno sogno che sembrava a un dito, non è facile da mettersi alle spalle. Brucia. Brucia forte.
Dopo l'impresa sul campo, la doccia fredda drammatica: se l'aspettava?
“Non mi immaginavo questo epilogo, quando ci siamo salvati sul campo avevamo dentro molte speranza che ci saremmo salvati. A un certo punto, quelle voci di un fondo importantissimo che voleva la Lucchese ci hanno convinto che il nostro risultato sul campo era fondamentale, ci siamo sentiti responsabilizzati tutti. Ma non mi immaginavo certo finisse in questo modo. Se c'erano difficoltà per delle centinaia di migliaia di euro, perché nessuno ci ha contattati per capire se eravamo disposti a rinunciare a qualcosa? Sono sicuro lo avrebbero fatto tutti. Ma nessuno ha chiesto nulla e ci siamo convinti che con un fondo alle spalle c'erano risorse a sufficienza. Evidentemente non era così e c'è stato un azzardo”.
L'impresa sul campo resta o viene svilita dalla conclusione in aula di tribunale?
“In parte la mia sensazione è che la felicità provata per una settimana sia stata quasi annullata. E come se fosse sparita, rimane l'affetto della gente e la dedizione della squadra. Ma c'è molta amarezza”.
Torniamo al campo: una salvezza complicata.
“E' stata una stagione nata male, già a Vercelli in Coppa Italia, era chiaro che sarebbe stata una via Crucis, perché c'era una percezione sbagliata di quello che stava succedendo, di quello che si chiedeva alla squadra. L'obiettivo sarebbe dovuto essere una salvezza il prima possibile e poi vedere cosa succedeva”.
A un certo punto della stagione, a Terni, ha dato le dimissioni...
“Avevo bisogno di capire se la squadra era sempre con me e capire se io ero un alibi. La grande reazione della squadra mi ha convinto che dovevo continuare”.
C'è un momento che le rimane in mente e che sintetizza la stagione?
“A parte la gara finale, direi la gara con la Ternana al Porta Elisa, in settimana avevo interrotto gli allenamenti, dovevo far capire che c'eravamo ancora con la testa, che si doveva continuare a spingere e quella gara ci ha dato la consapevolezza che c'eravamo ancora e che avevamo ancora tanto dentro. Quanto agli episodi, sono tanti, molto intensi e molto veri: ho avuto con me un gruppo di persone serie. Io mi sono speso con i giocatori perché speravo si trovasse una soluzione: ho spinto ogni giorno. Con il senno di poi, mi viene da pensare che forse avremmo dovuto buttare tutto all'aria e fermarci. Ma mi fossi comportato così non mi sarei sentito meglio”.
Capitolo responsabilità: chi le porta per questo disastro?
“Parte tutto da una società che era in vendita già in estate, ma si dovevano scegliere interlocutori più adeguati e invece abbiamo assistito a vendite a ripetizione e all'apoteosi finale con Benedetto Mancini. Dal primo cambio di proprietà non è stato messo un euro in società: è normale tutto questo? Sono normali i cambi di proprietà in sequenza e senza controlli adeguati? Finita la gara di Pescara ho detto a Ferrarese, sali in macchina e domattina andiamo a cercare Sampietro a Roma, so dove posso trovarlo e lo abbiamo trovato. Volevo capire perché aveva preso la Lucchese visto che non stava facendo nulla”.
E cosa vi ha detto?
“Che lui era solo un intermediario, che aveva sbagliato un suo socio, che doveva solo trovare sponsor. Mi sono raccomandato non la vendesse a cialtroni: pochi giorni dopo aveva ceduto a Mancini”.
La Lucchese è uno specchio di un calcio che non funziona.
“Non funziona il sistema: mettiamo che Lucchese e Triestina si iscrivano, ma ci si rende conto quanto sono falsati i campionati con quei punti di penalizzazioni? Servono pagamenti mensili e soldi a garanzia, come avviene per i canoni di affitto che si richiedono anticipatamente- E chi non può, non compra le squadre, semplice. Poi se si vuole invece fare solo spazio alle squadre B, allora...”.
E' stato due anni a Lucca, ma sono sembrati un'eternità tanto sono stati intensi.
“Vero, mi sembra di essere stato per molto più tempo, sono stati davvero intensi e non facili. Inizialmente mi sono dovuto confrontare con un presidente sognatore e che aveva intorno gente che non penso gli dicesse sempre la verità. E stato stancante dover giustificare ogni volta quello che succedeva. La squadra sapeva il suo valore, ma si è fatto finta di credere che arrivare a una semifinale di Coppa Italia eliminando fior di squadre, fosse un insuccesso, un fallimento. É stato stancante doversi sempre giustificare, per quanto possa aver fatto anche io errori. Ma nei momenti più bui ho sempre pensato che questa squadra potesse farcela e sono rimasto. L'affetto finale della gente è stata la ricompensa: spero che si possa aver imparato che amando una squadra, questa dà di più”.
Ci sono giocatori che pensa rivedremo in alto?
“Non mi piace fare nomi, ma è chiaro che c'è un aspetto anagrafico da considerare e in questo senso potrei dire Saporiti, Selvini e Quirini, senza fare torto a nessuno perché sono stati encomiabili”.
E ora cosa farà Giorgio Gorgone?
“Niente, aspetto di vedere cosa succede: ora stacco di pensare. Poi analizzerò quello che succede con molta più consapevolezza dopo questa esperienza. Spero anche, dentro di me, che qualcuno possa togliere la Lucchese da questa situazione. Dentro mi rimane quella fotografia dello stadio pieno e che doveva segnare la ripartenza...”
giovedì, 22 maggio 2025, 07:40
Il difensore: "Sono arrivato a gennaio, ma ho percepito il peso di quello che i miei compagni di squadra hanno fatto da settembre in avanti. Il direttore sportivo Ferrarese, mister Gorgone e lo staff sono state delle figure fondamentali: hanno tirato fuori il meglio da noi"
lunedì, 19 maggio 2025, 19:59
Il diesse rossonero: "Non provavo queste sensazioni dai tempi in cui giocavo. Indescrivibile. Una salvezza che ha dell'incredibile, se consideriamo che non percepiamo lo stipendio da ottobre. Certe volte tenere la barca dritta non è semplice. Sabato sera è stato indescrivibile. I tifosi ci hanno sostenuto dall'inizio alla fine"
giovedì, 15 maggio 2025, 19:49
L'ex capitano rossonero: "Ci sono i presupposti: brava la squadra, lo staff e i dipendenti a compattarsi. Forse sarò allo stadio per sostenere la Lucchese, sperando che possa ottenere la salvezza. Pensavo di andare in Curva con mio figlio: mi piacerebbe"
mercoledì, 14 maggio 2025, 11:11
L'indimenticabile ex tecnico rossonero: "Sia la squadra che lo staff, nell'arco di questa stagione, hanno dimostrato grande attaccamento e voglia di ottenere la salvezza. Queste partite si preparano da sole dal punto di vista dell'attenzione e della concentrazione e a fare la differenza sarà anche il pubblico, che sicuramente spingerà...