Detto tra noi

Gladiatori si nasce o si diventa?

domenica, 24 novembre 2019, 18:19

di fabrizio vincenti

A memoria non ci ricordiamo di aver scritto due editoriali di fila per eventi luttuosi, che mai sono peraltro mancati in casa rossonera. A memoria faccioamo fatica a ricordare un dramma come quello che ha vissuto Michel Cruciani che ha dovuto perdere la sua piccolissima figlia. Così, in un attimo. Ci viene in mente solo la storia di una colonna della Lucchese, uno che da una vita va in panchina e che ancora ci va con lo spirito di un ragazzino. Domenica a Seravezza il centrocampista rossonero era venuto persino in sala stampa per commentare un amaro pareggio; il giorno dopo si è spenta una luce. La luce. Drammi che, ancora una volta, ci dicono quanto sia precario tutto. "Si sta come/ d'autunno/sugli alberi/le foglie", poetava un grande come Giuseppe Ungaretti.  E' solo l'ultima conferma, quella di Cruciani.

Cruciani, però, ha trovato non sappiamo come, non sappiamo dove, energie straordinarie, al punto di rimettersi a disposizione di mister Monaco e dei compagni pochi giorni dopo. E la domenica, contro la Fezzanese, scendere in campo. Forse le circostanze come questa, che ti entrano nella carne, sviluppano risorse che sembrano impossibili da attingere. O forse sono solo doti di natura. Caratteri. Stili di vita. E nel caso di Cruciani sembra essere così. Basta leggere la struggente lettera che i tifosi della Casertana gli hanno indirizzato: "Ciao Michel....a Te che in campo hai dato sempre il massimo con i nostri colori, a te che il calcio non è solo un gioco oppure un lavoro ma un sentimento forte che attraverso le sfide che hai dovuto affrontare è stato la tua scuola di vita. Persona umile, attaccato ai colori e non ai ricavi, con la tua umiltà e impeccabile professionalità, hai saputo regalarci grandi gioie diventando uno di noi, dalla vita però non sappiamo mai cosa ci aspetta....tu con il tuo grande cuore hai affrontato la più grande sfida con tutta la forza che avevi diventando un gladiatore e lottando fino alla fine. Non ci sono parole per colmare il vuoto che abbiamo dentro, le stelle più belle sono in cielo, ed ora anche lei è tornata ad essere una bellissima stella e non possiamo fare altro che ammirare lo spettacolo dal basso. Il cuore dei Casertani è con voi...Ciao Victoria".

Il calcio riesce a sprigionare simili sentimenti, simili storie. Il calcio è metafora della vita, e Cruciani con il suo dramma è riuscito a tirare fuor nella peggiore delle situazioni, sentimenti veri, sentimenti profondi. Chi era allo stadio contro la Fezzanese ha potuto toccare con mano la vicinanza dei tifosi, i tanti occhi bagnati di lacrime, anche in curva, la voglia di essergli vicino. Forse l'immagine che ci porteremo dietro, oltre ai saluti a fine gara, con un applauso che non aveva nulla di ordinario, di normale, e quella maglia con il nome della piccola che consegna proprio quel ragazzino di oltre settant'anni, anche lui colpito pochi anni fa dal dramma di chi, padre, deve seppellire la figlia tragicamente, consegna a Meucci, autore del gol. Da dolore a dolore. Da voglia di non mollare a voglia di non mollare. Da gladiatori della vita. Hanno ragione i tifosi della Casertana: Cruciani è un gladiatore, e forse conta poco sapere se lo è dalla nascita o se la vita lo ha forgiato. Sappiamo solo di doverci  inchinare per il suo gesto, davanti al suo dramma e di dovergli il rispetto che si deve a chi si dimostra essere un esempio. Per tutti. 



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