Detto tra noi
domenica, 2 febbraio 2020, 23:29
di fabrizio vincenti
Ormai è un marchio di fabbrica. Questa Lucchese ti fa smadonnare, ti imprecare come fanno imprecare tutti coloro che si ritiene abbiano talenti mal sfruttati, e poi, come un orologio svizzero, tira fuori il meglio dal suo repertorio. Pesca risorse anche fisiche – a proposito, non sarà mai ringraziato abbastanza Riccardo Guidi per quanto fa da anni per garantire la migliore preparazione ai rossoneri – che sembrano latitare nell'etere, sprinta i motori, morde gli avversari, dopo averli illusi di essere, ancora una volta, sottotono. E vince. Era successo a Prato, a Caronno, è successo anche a Sanremo, al cospetto di quella formazione che nel girone di andata, al Porta Elisa, destò la migliore impressione.
Nella città del Festival è maturata l'ennesima gara dai due volti, che ha però confermato che se la Lucchese gioca con la consapevolezza dei proprio mezzi, può davvero essere seconda a nessuno. Serve costanza, serve di eliminare certe timidezze, quasi paure, iniziali e anche una qualche tendenza a adagiarsi, a speculare cercando il massimo risultato con il minimo sforzo. Una tattica che ha prodotto anche punti, basti pensare a alcune gara casalinghe o a alcuni raid esterni, ma non gioco. E che rischia di non bastare quando davanti hai squadre toste. Contro di esse, la Lucchese deve giocare con il coltello tra i denti, niente fioretto e gestioni attendistiche, sfruttando le sue armi migliori e i numeri dei suoi giocatori. Quando lo ha fatto, non hai mai avuto da pentirsene. Dalla Riviera dei Fiori è arrivata l'ultima conferma: con un secondo tempo sulla scorta del primo, i liguri avrebbero portato a casa il risultato. E invece è arrivata una vittoria bellissima, davanti a un pubblico commovente che proietta la Lucchese in vetta.
Alzi la mano chi non ha mai guardato la classifica in questi mesi, controllando i punti di distacco dai rossoneri delle varie battistrada che si sono avvicendate. Per carità, fanno bene i dirigenti a buttar acqua sul fuoco, serve calma, serve umiltà, serve determinazione, ferocia e niente battute a vuote. Ecco perché quel gruppo che si è formato a centrocampo a fine gara con tutti i rossoneri in cerchio a caricarsi a vicenda e a chiedersi ancora maggior impegno e costanza è la foto del momento. E forse la garanzia di un sogno che tutti, in cuor nostro, coltiviamo. I giocatori per primi. Vi vogliamo così. Anzi, ancora meglio. Vi vogliamo cattivi e determinati per tutta la gara. Ce la potete fare. Ce la farete.
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