Detto tra noi
domenica, 19 luglio 2020, 16:51
di fabrizio vincenti
Passano i giorni, corrono le settimane, ma per chi non si accontenta del calcio versione covid della Serie A (con appendici altrettanto patetiche nelle due serie inferiori), il pallone non ha ancora ripreso a rotolare. Viviamo quasi in una dimensione sospesa, le stesse notizie arrivano con il contagocce. Tutto è bloccato, in attesa di agosto. Niente rinnovi (a parte i tre iniziali), nessuna indicazione sullo staff, men che mai nuovi acquisti, visto che il mercato sparerà i suoi colpi molto più avanti. E la latitanza della Lucchese, in generale del calcio, si fa sentire. "Novità?", è la domanda che più spesso ci sentiamo fare in giro per la città. Una domanda a cui si può, per ora, solo rispondere allargando le braccia. L'iscrizione procede, così rassicurano dalla società, per quanto il nodo stadio non sia stato ancora sciolto (ma lo sarà gioco forza a breve); la Lucchese si sta organizzando, ritiro compreso (presumibilmente in una località della Mediavalle o Garfagnana); Deoma ha il telefono caldo. Ma è un'estate, calcisticamente (e non solo, ovviamente) balorda.
Così, mentre si attende la presentazione del progetto preliminare del nuovo Porta Elisa (l'ultima ipotesi parla nella seconda metà di agosto), impazza qualche polemica sul settore giovanile. Storia vecchia: la Lucchese si sarebbe mossa provando a fare incetta a costo zero dei migliori pezzi della zona. E' così? Non è così? Non abbiamo gli elementi per dirlo, notiamo che, purtroppo, sotto questo punto di vista, la storia sembra ripetersi uguale. E i rapporti con una parte delle società del territorio paiono essere nati ancora una volta non sotto una buona stella. C'è solo da augurarsi che, nell'interesse di tutti, si trovino punti di equilibrio. Altrimenti i primi granelli di sabbia nel nuovo motore rossonero sono depositati. E sarebbe un peccato, perché questa società ha sinora manifestato l'intenzione di essere un riferimento per tutta la città, non solo per l'amministrazione comunale.
E' un'estate balorda perché non è dato sapersi nemmeno se e quanto gli stadi riapriranno: c'è chi assicura a settembre, chi è più prudente, temendo riprese del virus. Manca anche la campagna abbonamenti, in effetti: un altro elemento di anormalità che si somma ai tanti. Noi stessi non siamo ancora riusciti a consegnare i premi del Gazzettino d'argento (vinto da Coletta che ha preceduto Cruciani e Benassi). I premi saranno consegnati, poco ma sicuro. Quando e come, non è dato sapersi. Viviamo nell'incertezza, e il calcio, che è vita, non può non esserlo. Speriamo in agosto, mese dedicato a un grande imperaratore come Ottaviano Augusto. Che segni la ripresa. Prima di tutto di questa nostra Italia che boccheggia sotto la crisi economica e l'incapacità di troppi. E poi, naturalmente, anche del calcio. Che ci manca. Tanto. Troppo.
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