Galleria Rossonera
venerdì, 16 agosto 2013, 12:39
di diego checchi
Isaia Bertolacci è uno di quei ragazzi che deve tanto al settore giovanile rossonero. L’esperienza con la Lucchese, insieme alla sua bravura e caparbietà lo hanno spinto verso lidi ben più importanti. È appena stato confermato alla Fiorentina e sarà uno dei portieri della Primavera. Il ragazzo di Borgo a Mozzano, classe ’96, si è sempre allenato e perfezionato con grande attenzione ed ecco che adesso sta raccogliendo i frutti del suo lavoro. Di strada da fare ce ne ancora ma, intanto, questo è già un bel traguardo.
Innanzitutto, dove giocherà quest'anno?
“Quest'anno sono stato confermato nella Forentina primavera”.
È un bel traguardo …
“Certo! Essere a questi livelli è un sogno che si è materializzato e sono molto contento di tutto ciò!”.
Che caratteristiche ha come portiere?
“Sinceramente non mi giudico mai in quello che faccio, diciamo che sono un portiere non tanto alto rispetto alla media desiderata e non essendo alto compenso la mancanza di centimetri con la rapidità”.
Qual è il preparatore dei portieri che ti le insegnato di più?
“Quelli fondamentali sono due: il primo si chiama Emiliano Betti ed è stato la mia salvezza! Mi ha trasformato sia fisicamente con il lavoro che caratterialmente e non smetterò mai di ringraziarlo mentre il secondo si chiama Stefano Gaddini, anche lui è stato importantissimo per me negli anni in cui giocavo nella Lucchese, sia nei momenti belli che nei momenti brutti lui mi dava sempre dei consigli. Mi raccontava degli errori che faceva quando aveva la mia età e non voleva che io li ripetessi... una sorta di secondo padre in quel momento”.
Che regole ci sono alla Fiorentina e che tipo di società è?
“Alla Fiorentina viene molto considerato il comportamento dei ragazzi e c'e un regolamento ben chiaro dove deve essere rispettato. Per quanto riguarda la società controllano molto la crescita dei ragazzi per poi cercare di farne diventare il maggior numero dei giocatori”.
Che ricordi ha dell'esperienza nelle giovanili della Lucchese?
“La Lucchese è stata la mia prima esperienza tra i professionisti, ricordo che si andava a giocare contro squadre importanti tra tornei e campionati, poi ho avuto tanti allenatori che ci insegnavano tante cose, dalla tecnica al comportamento... le basi del calcio”.
Qual è il suo sogno nel cassetto?
“Anche io come tutti i ragazzi che giocano a calcio sogno di giocare nella massima serie, ma l'importante nella vita non è quello, il mio sogno è essere una persona corretta e rispettosa verso tutti e ringrazio il calcio perché oltre che ad insegnarmi a giocare mi insegna anche com'è la vita, piena di sacrifici e di lavoro e quindi bisogna andare avanti sempre con umiltà”.
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