Rubriche : pompey calling
domenica, 10 maggio 2020, 10:55
di pablo galligani
Diciamoci la verità, quante volte abbiamo sognato di vedere la Lucchese impegnata in una trasferta fuori dai confini nazionali e magari ospitare una squadra straniera al Porta Elisa? In un passato non troppo lontano (dipende dai punti di vista) è successo davvero. No, non sto parlando di San Marino- Lucchese, senza nulla togliere alla Repubblica del Monte Titano. Quello a cui sto facendo riferimento è la sedicesima edizione della Coppa Anglo-Italiana (Anglo-Italian Cup) che si è svolta nella stagione 1992-1993 a cui anche i rossoneri, all’epoca allenati da Orrico, presero parte. Ma prima di parlarne facciamo un passo indietro.
La Coppa Anglo-Italiana, come si può intuire dal nome, è stata una competizione tra club inglesi ed italiani andata in scena dal 1970 al 1996. Nata dall’idea di Gigi Peronace, allenatore italiano trasferitosi in Inghilterra alla fine degli anni ‘60, il quale divenne il puntodi riferimento del calcio italiano nel Regno Unito. L’idea della competizione nacque fondamentalmente con lo scopo di permettere allo Swindon Town, vincitore della Coppa di Lega Inglese, di giocare una competizione Europea. “The Robins” (il soprannome dello Swindon) avrebbero dovuto partecipare alla Coppa delle Fiere essendo i vincitori del trofeo ma la Football Association glielo negò poiché solo i club di Premier potevano prenderne parte, mentre i biancorossi all’epoca militavano in terza serie. Ironia della sorte fu proprio lo Swindon Town a vincere la prima edizione dell’Anglo-Italian Cup. La finale, giocata al San Paolo tra Napoli e Swindon venne assegnata a tavolino ai biancorossi poiché i tifosi partenopei continuavano ad interrompere la partita lanciando fumogeni e bengala.
Veniamo ora alla Lucchese. Dopo i fatti di Bruxelles del 1985 e la conseguente “messa al bando” delle squadre inglesi dalle competizioni europee, la Coppa Anglo-Italiana non fu più disputata fino al 1992, anno in cui vi presero parte per la prima ed unica volta anche i rossoneri. Il torneo era composto da 16 squadre, 8 della Serie B italiana (4 erano le retrocesse dalla Serie A) ed altre 8 di quella inglese. Tra le italiane oltre alla Lucchese parteciparono anche Bari, Pisa, Reggiana, Cosenza, Cesena, Ascoli e Cremonese. Le inglesi invece erano West Ham, Newcastle, Birmingham City, Derby County, Tranmere, Brentford, Bristol e Portsmouth.
La Lucchese inserita nel gruppo A pareggiò al Porta Elisa contro il Newcastle di Kevin Keegan, lo stadio non era pienissimo essendo una partita infrasettimanale ma dal Regno Unito si presentò comunque un nutrito gruppo di tifosi. Fu Bruno Russo a segnare il momentaneo 1 a 0 per i rossoneri poi raggiunti nel secondo tempo. Le due trasferte in terra inglese furono meno fortunate, prima la sconfitta a Londra contro il Brentford per una rete a zero e successivamente a Fratton Park contro il Pompey per 2 a 1 decretarono l’uscita dalla competizione.
Il progressivo disinteresse per la competizione da parte dei mezzi di informazione ed anche da parte dei club non frenò però l’entusiasmo di un manipolo di tifosi rossoneri, i quali arrivati a Londra percorsero in auto 70 Km, con un cartello attaccato al vetro con su scritto “Italian Hooligans”, per giungere poi a Fratton Park muniti di striscione da trasferta dei Panthers Front con il tricolore centrale. Un’esperienza sicuramente indimenticabile e forse irripetibile. Chissà, magari un giorno... La consolazione arrivò nell’ultima partita grazie alla vittoria contro il Birmingham City per 3 a 0, con i gol di Bettarini, Paci e Rastelli. Alla fine, fu la Cremonese ad aggiudicarsi il trofeo sconfiggendo il Derby County in finale a Wembley.
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