Detto tra noi
domenica, 14 giugno 2020, 14:57
di fabrizio vincenti
Nella medesima settimana che ha sancito l'ufficializzazione del ritorno in Serie C della Lucchese, un'altra buona notizia: la società ha confermato Francesco Monaco sulla panchina rossonera. Niente era dovuto, a maggior ragione in un mondo come quello del calcio dove si fa molto alla svelta a dimenticare, ma di certo la scelta di mantenere lo storico capitano di mille battaglie è da valutare più che positivamente.
Alcune perplessità, soprattutto nella parte iniziale della stagione erano affiorate in molti, probabilmente anche all'interno della società. I risultati che non arrivavano e un gioco che, specie in casa, veniva giudicato poco spettacolare e troppo sparagnino, unito a alcune timidezze nelle fasi iniziali della gara, avevano fatto sorgere qualche dubbio. Di certo non sull'uomo e il professionista, a cui Lucca sportiva dovrebbe erigere una statua, quanto semmai sulla compatibilità con quella rosa e con quel campionato.
A conti fatti, Monaco ha comunque saputo forgiare quel gruppo di ragazzi: è impensabile che tutte quelle rimonte, quella voglia di non mollare mai, quello spirito tignoso di chi, un po' come la Juventus, non alza mai bandiera bianca e sa sempre soffrire non siano passati dal carattere di Monaco che è stato bravissimo a trasmetterli ai suoi giocatori. La scalata in classifica, domenica dopo domenica, porta anche la firma dell'allenatore originario di Brindisi. Che dunque merita la conferma, non come atto di affetto per quello che rappresenta (ed è tantissimo) ma per quello che ha saputo offrire come tecnico in questo campionato segnato dall'ennesima rinascita e da un virus terribile.
Monaco, come tutti, è ora atteso da un campionato ricco di incognite, basti pensare che non si sa ancora quali saranno le regole, i requisiti per parteciparvi, le disposizioni sui giovani da schierare, e neppure se sarà il torneo che si legherà alla riforma del calcio. A questo va aggiunto che la Lucchese è neopromossa e che non è noto nemmeno se potrà giocare al Porta Elisa. Ce ne è abbastanza, ci pare, per capire che sarà un anno tutto da decifrare. L'esperienza e il carisma di Monaco, con una squadra che almeno in prima battuta dovrà pensare a salvarsi, saranno utili. Poi, come sempre, sarà il campo a stabilire le sue inappellabili sentenze. Ma la Serie C era giusto partisse nel nome di questo mito della storia rossonera.
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