Galleria Rossonera
domenica, 29 marzo 2020, 08:48
In questo periodo senza calcio per l’emergenza Coronavirus, abbiamo voluto sentire il parere di Gino Mazzei, direttore responsabile di Toscanagol.it, sito che segue sia i dilettanti che il settore giovanile per tutta la Toscana. Lui è un grande amante del calcio e della Lucchese, che ha seguito in epoche diverse prima in veste di giornalista per Il Tirreno e poi a NoiTV e infine per il Corriere di Lucca. In questa intervista però vogliamo toccare tematiche un po’ diverse dal semplice e puro calcio giocato e andiamo in profondità sui regolamenti.
Come sta vivendo questo momento?
“Lo sto vivendo con la preoccupazione e direi un po’ di ansia, è una cosa inimmaginabile, sembra di essere in un film di cui siamo attori passivi. La mia vita è cambiata come quella di tutti, con la differenza che con il lavoro che facciamo abbiamo anche un impegno morale verso chi ci segue tutti i giorni e sento la responsabilità di raccontare questo momento difficile. Paradossalmente nonostante sia tutto fermo c’è tanta curiosità di sapere come il calcio sta affrontando la situazione e quali saranno i possibili sviluppi, tanti tifosi ma anche addetti ai lavori mi scrivono per chiedere informazioni a riguardo”.
Domanda secca: i campionati ricominciano o no?
“A questo momento non ci sono certezze, la mia sensazione è che si cercherà in tutte le maniere di far giocare. A livello professionistico è tutto più strutturato per ricominciare in sicurezza mentre tra i dilettanti sarà più complicato, a parte forse la Serie D”.
E come potrebbero essere gestite promozioni e retrocessioni tra professionisti e dilettanti?
“Il problema è proprio quello, bisogna vedere cosa si vorrà fare in Serie D, se il campionato verrà annullato o sospeso o chissà cosa, se verranno mantenute le classifiche attuali per stabilire promozioni e retrocessioni, questo è un dibattito aperto. E poi in ogni caso ci potrebbero essere tanti ricorsi perché magari qualche società non sarà soddisfatta delle decisioni che si prenderanno, c’è il rischio che si creino situazioni sgradevoli. Al momento comunque non è possibile ipotizzare delle date, non sarà facile prendersi la responsabilità di far ripartire tutto. Anche l’aspetto economico non è da sottovalutare, anche a livello dilettantistico bisognerà capire come fare con i rimborsi spese, ad esempio se si dovesse arrivare a giugno o luglio. E poi c’è anche da capire come normeranno la scadenza dei tesseramenti. La situazione è ancora troppo fumosa per fare ipotesi, se proprio devo dire la mia penso che i professionisti, visti i grossi interessi in gioco, troveranno il modo di finire i campionati, magari a porte chiuse mentre per i dilettanti sarà molto difficile, la Serie D è un po’ a metà strada”.
E quanto ci vorrà, secondo lei, per capire qualcosa?
“Bisogna vedere giorno per giorno, non si possono fare previsioni ora. E poi ci sono regioni più colpite di altre, ad esempio in Lombardia non si riesce a vedere un orizzonte”.
Tornando al calcio giocato, come le è sembrata la Lucchese quest’anno?
“Visto le difficoltà iniziali legate alla ripartenza, direi che ha fatto delle grandi cose. Qualcuno potrà dire che il girone può essere più semplice rispetto ad altri o che hanno avuto fortuna, ma comunque direi che la Lucchese ha fatto una campionato molto positivo, onestamento all’inizio ero più pessimista”.
Cosa pensa della società?
“Sicuramente tutti hanno dimostrato di avere un grande attaccamento alla città e ai colori rossoneri accettando condizioni anche difficili pur di far ripartire la Lucchese, non posso dire che bene di queste persone, e sto parlando di Monaco, Deoma, Russo e Carruezzo solo per citare gli ex giocatori”.
Ci racconta il suo momento più bello legato ai rossoneri?
“Bisogna andare lontano, i ricordi sono tanti. Dalla Lucchese di Melani dell’84-85 quando ero un giornalista alle prime armi, poi tutta la fase Grassi-Maestrelli, il periodo di Orrico è stato molto bello. A livello personale ho fatto molta esperienza in quegli anni e anche se ovviamente ci si arricchisce con tutti, sicuramente intervistare uno come Orrico era molto stimolante. Ma ho un bellissimo ricordo anche di Viscidi, un allenatore e un uomo che mi ha fatto capire molte cose del calcio”.
Ci ricordiamo tutti della sua telecronaca della famosa partita di play off persa contro la Triestina.
“Quella è entrata nella storia, magari negativa ma molto bella. A rivederla non sembra ancora che sia potuta finire così, sono comunque state emozioni indimenticabili. Peccato, perchè quel giorno la storia della Lucchese è girata in negativo. Quel giorno lì venne fuori il tifoso e magari non fui troppo professionale, anche se devo dire che poi un certo tipo di telecronaca da tifoso ha preso piede anche ad alti livelli. Furono anni molto belli per seguire la Lucchese, era una Serie C molto stimolante e ricordo quel periodo con molto piacere, adesso è tutto diverso adesso e le televisioni locali non possono più seguire più le squadre cittadine come una volta”.
Quando ha iniziato a fare il giornalista era tutto molto più semplice e informale, adesso ci sono gli addetti stampa…
“Chiaramente a certi livelli gli uffici stampa sono importanti ma facendo un discorso più romantico devo dire che ci hanno un po’ allontanato dai protagonisti dello sport”.
E adesso anche gli allenamenti a porte chiuse…
“In generale si è persa un po’ la voglia di andare allo stadio, una volta si seguivano anche tutti gli allenamenti, c’era più entusiasmo, ci si incontrava di più si facevano feste e cene con i tifosi. Anche quest’anno qualcosa in più sotto questo aspetto si poteva fare. In questo momento ovviamente non si può ma sarebbe bello in futuro per avvicinare ancora di più i tifosi alla squadra”.
Vuole mandare un messaggio ai tifosi?
“Un messaggio a tutti gli amanti del calcio, in questo momento siamo tutti sulla stessa barca e i colori hanno meno significato. Spero e mi auguro che si possa tornare presto allo stadio, trovare amici e colleghi a fare tutte quelle cose che magari ci sembravano scontate e adesso stiamo campendo quando fossero importanti”.
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