Mondo Pantera
lunedì, 11 marzo 2019, 18:19
di mario santini
"Pisa non si spiega" fu lo slogan lanciato lo scorso anno con uno striscione birichino apparso sui gradoni della Curva Ovest del Porta Elisa durante il derby Lucchese-Pisa. Praticamente era la risposta degli ultras rossoneri ad un altro striscione oramai diventato un classico dei tifosi pisani: "Pisa non si piega". Domenica durante il derby di Pisa ho pensato proprio a questo simpatico ribaltamento di quel concetto e subito mi sono rimbalzati nella testa un'infinità di ragionamenti. Oggi, a mente fredda, ho deciso di prendere in prestito quello slogan dei ragazzi della nostra curva e di buttarci dietro alcuni pensieri che da domenica girano vorticosamente nei comparti del mio cervello che dal giorno della mia nascita è affollato solo di cellule rosse e nere. Allora andiamo per ordine prendendo in considerazione e tenendolo sempre sottinteso nel discorso che nella realtà di tutti i giorni i pisani hanno sempre pensato di considerarsi un po' superiori agli altri, soprattutto in ambito calcistico. Un esempio pratico? Ogni anno i pisani credono di vincere il campionato a Natale, però, accade puntualmente che non lo vincono nemmeno a Pasqua! E l'anno successivo sono ancora in Serie C a giocare il derby con la Lucchese.
"Pisa non si spiega" come sia stato possibile che una squadra, la Lucchese, costata niente e che naviga in acque societarie agitatissime (melmose per non dire peggio!) sia andata a Pisa mostrando i muscoli ed abbia impunemente strappato un punto per la sua classifica che langue per colpe non sue e che di conseguenza sia riuscita nell'impresa di toglierne addirittura due ad un Pisa stellare, costato dieci volte tanto, che alla vigilia del match era quotatissimo nelle valutazioni di scommettitori e bookmakers. "Pisa non si spiega" come dei giocatori possano correre su e giù per il campo con quella costanza e forza fisiche inesauribili per 94 minuti di filata dopo tutti i problemi di approvvigionamento idrico che hanno sofferto durante gli ultimi allenamenti settimanali (le bottiglie dell'acqua non c'erano: allora sono state portate allo stadio da tifosi volenterosi e acquistate pagando di tasca propria perché la società latita anche nelle cose più elementari per la sopravvivenza). "Pisa non si spiega" come possa una squadra che è stata messa in piedi a fine luglio in fretta e furia e senza una programmazione possa giocare alla pari contro una squadra, la loro, costruita e programmata per giocare nel campionato di Serie B, oppure vincere, come ripiego, quello di Serie C tuttora in corso. "Pisa non si spiega" come dei giocatori apparentemente inferiori sulla carta (solo sulla carta) abbiano avuto la sfrontatezza di misurarsi sul campo e giocare alla pari con i loro giocatori. Qualsiasi pisano presente all'Arena Garibaldi, anche il più miope, ha visto che la Lucchese ha rischiato addirittura di vincere il derby nel finale: bastava soltanto un po' di precisione in più da parte delle punte rossonere e i neroazzurri avrebbero perso capra e cavoli e anche la partita. "Pisa non si spiega" come mai una squadra dove giocano quasi sempre gli stessi giocatori, senza una panchina adeguata rispetto a quella signorile del Pisa, con molti giovani in campo, alcuni dei quali alla prima esperienza in un campionato di Serie C, abbia sciorinato un gioco così maschio, brillante e abbia tenuto in apprensione i giocatori in campo e i tifosi pisani sugli spalti fino all'ultimo minuto di gioco. "Pisa non si spiega" come una squadra, la cui società non scuce più un centesimo da tempo (i tifosi rossoneri hanno cacciato fuori dalle proprie tasche i soldi necessari a far partire il pullman della squadra per Pisa), possa avere giocatori altamente motivati che scendono in campo e giocano su ogni pallone col coltello fra i denti e con gli scarpini pieni del sudore che cola minuto dopo minuto dalle loro maglie. "Pisa non si spiega" come mai quasi seicento tifosi della Lucchese hanno imbandierato la curva ospiti, cantato e incitato la squadra a squarciagola correndo il rischio di farsi esplodere in gola le loro tonsille innocenti e oramai precarie. "Pisa non si spiega" il perché di tutto questo amore incondizionato da parte dei sostenitori della Lucchese nonostante che, nel volgere di poco più di una settimana, la squadra potrebbe scomparire dal campionato se la Società non pagherà gli stipendi e i contributi alla scadenza di lunedì 18 marzo e la multa di 350.000 euro entro il 20 per la fideiussione non regolare presentata in Lega a tempo scaduto.
"Pisa non si spiega" il motivo per cui "La Lucchese non si piega". Ma questo è un dato di fatto inoppugnabile: la Lucchese composta da fantasmi in carne ed ossa, ma invisibili ad occhio nudo, unitamente ai 16 punti di penalizzazione tolti dalla nostra classifica per inadempienze dei fantasmi (Società), anziché convincere i più a tirare i remi in barca hanno sortito l'effetto contrario: hanno compattato l'ambiente e hanno centuplicato le forze fisiche e mentali di tutte le persone che hanno nel cuore la Lucchese e si preoccupano per il suo futuro: staff tecnico, giocatori e tifosi in primis. Se non avverrà un omicidio in piena regola da parte dei cosiddetti "fantasmi" della Società sicuramente la Pantera arriverà viva al 5 maggio (fine del campionato di Serie C 2018-2019 il più travagliato della storia del calcio) e quel giorno abbastanza vicino potrebbe significare anche avere già conquistato la salvezza sul campo. Se guardiamo dietro questa ipotesi non sarebbe affatto un'utopia, infatti le partite più belle del campionato in corso la Lucchese le ha giocate con le squadre che occupano i primi posti della classifica, quindi i mezzi per salvarci sul campo ci sono tutti. "Pisa non si spiega" perché noi tifosi della Lucchese "sotto sotto" crediamo nella salvezza, però anche i pisani "sotto sotto" pensano che i miracoli nella vita accadono per davvero, altrimenti per quale motivo alla loro piazza più bella della città hanno dato un nome tanto lungimirante: Piazza dei Miracoli? Ma se "Pisa non si spiega" tutto questo non è colpa nostra, poi una cosa in più o una in meno che loro non si spiegano non cambia il giudizio dei tifosi lucchesi sui pisani: "Pisa non si spiega": punto e basta.
Mario Santini (CAPELLO).
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