Porta Elisa News

Vichi: "Andiamo avanti con i vecchi soci, ma le prossime trattative le gestisco solo io"

lunedì, 11 luglio 2022, 14:58

Conferenza stampa fiume del presidente rossonero Alessandro Vichi che ha voluto fare il punto sul naufragio delle trattative con il gruppo Scali e soprattutto sulle prospettive della società che andrà avanti così com'è ma senza escludere nuove trattative, anche a breve.

"Ho voluto fare questa conferenza stampa – ha spiegato – per cercare di dare un messaggio univoco verso tutte le componenti: è doveroso ripercorrere i passaggi di questi giorni, che ci hanno colpito fortemente. Venerdì pomeriggio è arrivata una pec da Scali dove all'improvviso ha percepito che è scoppiata la guerra in Ucraina e pure la pandemia, e che era il caso di interrompere una trattativa iniziata a febbraio-marzo, ormai conclusa sotto l'aspetto contabile e documentale. Niente lasciava presagire che c'erano problemi, forse un domani capiremo i motivi, ma la scelta ci ha disarmato. Da un mese siamo totalmente bloccati sia nella riorganizzazione della società sia nella parte tecnica. Qualche perplessità l'ho avuta quando ci siamo dati un lasso di tempo per la due diligence e invece è slittata e venivano richiesti più volte i soliti documenti: lì ho capito che qualcosa non quadrava. Oggi si riparte da zero o poco più di zero, tutto quello che riusciremo a fare da qui alla partenza per il ritiro è nelle mani del nostro direttore sportivo. L'input era che il mercato doveva essere fatto da loro e il primo a dover abbandonare doveva proprio essere Deoma, avevano programmato allenatore, direttore e giocatori: siamo stati corretti fino all'ultimo secondo di venerdì. Mi fa piacere vedere le dichiarazioni di Nicola Alvaro che doveva essere il futuro amministratore delegato che ha dichiarato la verità, probabilmente anche lui era convinto non ci fosse niente da dubitare. Su altri professionisti del gruppo Scali avrei invece qualcosa da ridire. Questa trattativa ha peraltro pregiudicato altre trattative che avevano alcuni lacune, il gruppo Scali sembrava avere le migliori credenziali. Le altre trattative non sono saltate per motivi economici e tantomeno perché qualche socio vantava ruoli o indennizzi: sono solo cavolate lette sui giornali, avevamo solo cercato di trovare una compagine che desse un futuro alla Lucchese e non un soggetto che tra pochi mesi magari abbandonasse. Potevamo fare scelte affrettate ma non era nostro costume".

"Cercheremo forze economiche che ci possono supportare – ha aggiunto – purtroppo partiamo con un mese di ritardo, ma del resto al primo di agosto del 2021 avevamo solo due giocatori e poi siamo arrivati ottavi. Per il momento, non possiamo certo pensare a un salto di categoria. L'uscita di Pagliuca? Ne ho sentite tante, la realtà è una sola: avevamo così tanto fiducia in questo tecnico che il 30 aprile gli abbiamo fatto un contratto biennale con innalzamento economico, ha lavorato a stretto contatto con Deoma sino a due giorni prima che si presentasse con una dichiarazione, non c'era nessun sentore potesse mollare, oltretutto gli abbiamo sempre detto che se fosse arrivata una richiesta da una piazza importante di categoria superiore sarebbe potuto andare. Non vedo questa differenza tra Lucca e Siena, e comunque non era stato scartato dai due gruppi in corsa, che lo avrebbero lasciato a differenza del direttore sportivo. Ha accettato di andare da altri parti, gli avevo chiesto la cortesia di dare un saluto alla città e ai tifosi, ha preferito non farlo dicendo che avrebbero capito. Gli auguro comunque tutto il bene di questo mondo e che faccia un buon campionato".

"Non perdiamo la speranza di altre trattative, qualcosa c'è e va ripreso – ha aggiunto – possiamo andare avanti ma non dare più di quello che abbiamo dato sinora, e per questo verranno riprese trattative che si possono concludere nel brevissimo o in tempi più lunghi, ma comunque non faremo il solito errore e completeremo la squadra noi stessi. Abbiamo fatto il nostro dovere con la fideiussione, abbiamo una quindicina di giocatori e speriamo da qui a sabato di dare il nome all'allenatore e allo staff. Non sono abituato a cercare giornalisti né a fare dichiarazioni: ogni decisione è sempre stata presa a quattro teste, non è vero che due mirano ind una direzione e due dall'altra, anzi aggiungo che come presidente sono l'ultimo che dà il giudizio e il voto. Se ci sono state decisioni, sono unanimi: tutti e quattro si va a battere la testa o si va a essere esaltati. Da oggi, bene si scriva che tutta la parte tecnica sarà in carico a Daniele Deoma che nel bene o nel male deciderà; tutta la parte dell'organizzazione interna, marketing e sponsor sarà di Mario Santoro che non dovrà occuparsi di altre attività e si dovrà concentrare su questo aspetto; per la cessione delle quote, invece, sono solo io che tratterò, nessun altro potrà farlo: qualunque cosa dovrà essere imputata a me. Inutile che facciate riferimento a altri per aspetti che non competono. Russo? Non è qui oggi per problemi familiari, è un socio della Lucchese e continua a fare quello che ha fatto sino a oggi, ma dovrà capire che certe trattative devono essere condotte solo da chi è deputato a farlo. Ha dato l'anima e il cuore per la Lucchese".

"Quanto al capitale sociale – ha concluso – abbiamo sanato l'indice di liquidità con soli 6000 euro, altre hanno dovuto sanare con 7-800mila euro. Eppure qualcuno dice che siamo superindebitati: aumenteremo il capitale sociale  di concerto con il sindaco revisore. I debiti della Lucchese? L'accordo con la famiglia Scali recitava l'impegno di acquisto se l'indebitamento totale non avesse superato 1,6 milioni con uno scarto del 5-7 per cento, dunque sino a 1,7 milioni di euro. Le due diligence, una nostra e una di Scali, coincidono: l'indebitamente dichiarato è molto meno di 1,6 milioni di euro. Quando si legge che siamo una società virtuosa, la conferma arriva da questo: 500mila euro vengono dal credito sportivo e ci sono sei anni per restituirli con due anni di preammortamento, la prima rata parte nel giugno del 2023 con rate da 11mila euro circa, altri 500mila circa sono Iva, Inps, Inail e Irpef con dilazioni nel tempo, perché abbiamo sfruttato le leggi in vigore. Gli stipendi? Al lordo siamo intorno a 1,2 milioni di euro, per fare un campionato come il nostro, servono circa 2 milioni di euro l'anno, compreso il settore giovanile. Quanto allo stadio, andiamo avanti, gli australiani volevano che il documento venisse modificato: volevano riservarsi in qualsiasi momento la possibilità di decidere se partecipare o meno all'investimento, questo valeva anche su Saltocchio".




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