Porta Elisa News
domenica, 19 gennaio 2025, 18:57
Tanta, tantissima gente, tanta preoccupazione: l'incontro del sindaco Mario Pardini e dell'assessore allo Sport nonché vice sindaco Fabio Barsanti che hanno accettato di confrontarsi con i tifosi nella sede del Museo rossonero di Lucca United non può che essere l'occasione per esternare tutti i timori che i supporter rossoneri, presenti in gran numero, hanno per la piega che hanno preso le vicende societarie. Una cessione decisamente opaca, una proprietà che non è ancora chiaro del tutto chi sia veramente e che sino a mercoledì prossimo non si paleserà nemmeno. Dopo tre fallimenti in meno di venti anni, la preoccupazione c'è tutta. E la conferma è arrivata dal numero, davvero consistente, di tifosi presenti al Museo. Introdotti dal presidente di Lucca United, Pardini e Barsanti hanno ricostruito gli ultimi mesi di rapporti con la società rossonera e le prospettive. "Hanno mancato di rispetto a tutta la città – ha ricordato Galligani – dimostrando che le persone di onore sono altre. I nuovi proprietari hanno provato a contattarci, tramite un dipendente della Lucchese, per chiedere se eravamo disposti a ridare il marchio: abbiamo detto loro che non ci sono i presupposti".
"Ci tenevamo a esserci – ha spiegato Pardini – per spiegare come stanno le cose, tanto abbiano letto a sproposito, ma anche rispondere a tutte le domande. In questi due anni e mezzo abbiamo dimostrato di tenere allo sport e alla Lucchese con i fatti e con gli investimenti. Adesso abbiamo una situazione che conosciamo da martedì, nonostante il dialogo con la proprietà precedente: non l'abbiamo certo presa bene. La vendita è avvenuta 24 ore dopo che avevamo ricevuto altre garanzie dal gruppo uscente".
"Siamo stati presi in giro e non cerchiamo certo giustificazioni – ha aggiunto l'assessore Barsanti – ma serve far capire cosa potevamo fare e cosa abbiamo fatto. Certo non potevamo mettere una cimice nella giacca dell'amministratore della Lucchese per capire quando avrebbe venduto. Abbiamo sempre tenuto i rapporti con la società, sperando che il soggetto privato rispettasse gli impegni. Ho letto che abbiamo steso tappeti rossi a Bulgarella, eppure più volte abbiamo messo dei puntini sulle i per alcune affermazioni della Lucchese. Inutile aggiungere che la gestione di Bulgarella è stata pessima da un punto di vista calcistico e non solo. Chiariamo: qualcuno ha sostenuto che il Comune avrebbe promesso chissà cosa al Gruppo Bulgarella: non è vero nulla, non abbiamo mai promesso nulla al Gruppo Bulgarella, mai parlato di contropartite economiche o investimenti, Bulgarella ha sempre detto che voleva lasciare qualcosa nel campo calcistico vicino alla sede del suo gruppo. Solo quando è divenuto presidente della Lucchese, molto successivamente all'acquisto della società, ha iniziato a parlare di possibili investimenti, ma era chiaro a tutti che dentro la Manifattura non poteva fare un albergo a cinque stelle. Abbiamo provato a dare alcune alternative, ma non andavano bene e non si è mai trovata, ma non è mai stata una condizione sine qua non o ci sono state promesse".
"L'estate scorsa, da quando le condizioni del presidente si sono aggravate – ha proseguito Barsanti – la società è iniziata a mancare e chi era deputato a sostituirlo non c'era. Inutile tornare sulle vicende dell'uscita di scena di mister Morgia, ma va detto che noi abbiamo convocato la società per chiarimenti. In quella sede, 4 ottobre 2024, la società assicurò che non voleva vendere anche con un comunicato stampa. Poco tempo dopo, aggravandosi le condizioni del presidente, si sono iniziate a diffondere voci sulla vendita. E a quel punto abbiamo iniziato a guardarci intorno. Abbiamo iniziato a chiedere continuamente aggiornamenti, per quanto non fossero dovuti da parte loro, come forma di rispetto verso l'amministrazione. Sondiamo anche delle opzioni, mentre a dicembre Lo Faso inizia a parlare di vendita imminente, dicendosi preoccupato perché non aveva la procura a vendere: eppure la procura l'aveva dall'ottobre precedente: ci ha preso per il sedere. In tutto questo, la Lucchese continua a parlare di possibili gruppi ma che nessuno è avanti nella trattativa assicurando, come da noi richiesto, che avessero garanzie economiche e di onorabilità".
"Da parte nostra, abbiamo provato a contattare alcune soluzioni – ha proseguito Barsanti mentre un gruppetto di ultras all'esterno gridava che erano solo chiacchiere – in alcuni casi abbiamo passato dei nominativi alla Lucchese, ma ci è stato detto che dovevano comprare entro 20 giorni: potete immaginare che un gruppo serio non può chiudere in quei tempi. Abbiamo capito che sarebbe stato difficile andare verso soluzioni serie, quando siamo intervenuti sulla stampa nei giorni scorsi e non credo che ci siano precedenti per la durezza usata da noi. Quando abbiamo compreso il nome di chi acquistava la società, ovvero un gruppo romano che è uscito per sbaglio dalla bocca di Lo Faso abbiamo detto a lui e scritto sulla stampa che non eravamo d'accordo. Abbiamo detto chiaramente che non ci andava bene e che avremmo preso le distanze. Domenica scorsa abbiamo fatto l'ennesima call, e hanno messo per iscritto che non c'era nessuna trattativa e che si erano ritirati tutti chiedendo una mano al Comune. Il giorno dopo Lo Faso è sparito e non rispondeva al telefono: martedì mattina abbiamo saputo dalla stampa che hanno venduto e lo hanno fatto il giorno prima. Probabilmente hanno venduto a persone simili a quelle che non volevamo vendessero, chiaro che non potevamo bloccarla. Quanto ai soldi messi sullo stadio, ricordo che le società passano la Lucchese rimane e senza quei soldi sarebbe stati problemi: senza l'impianto di video sorveglianza si sarebbe giocato a porte chiuse. Quanto al progetto stadio, ne abbiamo già parlato: non c'era il pubblico interesse. La Lucchese aveva detto che avrebbe presentato un suo progetto, attendiamo che ci presenti gli atti, a giugno scorso è arrivato una manifestazione di interesse. Dovevamo presentare un progetto che avrebbe fatto cominciare l'iter: hanno preso tempo e il progetto non lo hanno mai presentato. Nonostante questo, Lo Faso dichiarò pubblicamente che attendevano noi, eppure era il contrario. Le torri faro? Le andremo a realizzare, come avevamo detto, per evitare che la Lucchese debba andare altrove dovesse salvarsi la squadra".
"E il futuro? Non siamo tranquilli ed è ovvio che fino a che certe dinamiche non vengono chiarite e chi, nel concreto, cosa è questa società – ha spiegato Barsanti – non la incontreremo, di sicuro non saremo alla conferenza stampa. Ci siamo già mossi con Figc e Lega Pro manifestando le nostre preoccupazioni. La conferenza stampa di mercoledì? Prescinde da noi, di certo non incontreremo nessuno. La concessione dello stadio? Faremo le nostre verifiche. Attendiamo di vedere come si muoveranno, per ora decisamente male, attenderemo il vaglio degli organismi calcistici, ma ripeto: non siamo tranquilli. Attenderemo e verificheremo il da farsi. Ora è prematuro dire cosa faremo, ma se dovessero prendere quota scenari di un certo tipo, ci muoveremo".
"Personalmente – ha aggiunto Pardini – mi ha chiamato due volte l'avvocato Longo a cui ho manifestato la mia preoccupazione nonostante loro si professino ottimisti. Per ora non ci vedremo, attendiamo la loro presentazione e i riscontri che dovranno essere fatti. Lato nostro, quello che possiamo fare lo abbiamo fatto: ora ci sono degli enti che devono vagliare la situazione. In ogni caso, saremo pronti dovessero esserci altri scenari. Perché non vengono imprenditori seri a Lucca? Se investiamo nel nome di Lucca, prima o poi, arriverà qualcuno, magari straniero, che si interesserà alla Lucchese. Uno dei gruppi che si era avvicinato era di carattere internazionale, poi purtroppo...".
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