Detto tra noi

"Iadaresta portaci in testa"

lunedì, 27 gennaio 2020, 17:51

di fabrizio vincenti

"Iadaresta portaci in testa": è stato questo uno dei primi commenti comparsi sul profilo Facebook di Gazzetta Lucchese nel giorno dell'annuncio dell'acquisto dell'attaccante che sembra un corazziere. Rime baciate che solo ai tifosi vengono in un attimo, perché vivono ogni istante animati dalla passione, quella passione che è anche inventiva, istinto, battuta fulminante. Pasquale Iadaresta è arrivato a Lucca accompagnato da una grande attesa e dalle parole importanti di un uomo di calcio che vuole un bene dell'anima alla Lucchese, come Carlo Pascucci.

"Non è solo un bravo giocatore – ricordò l'indimenticabile difensore autore del rigore decisivo nella finale di Coppa Italia nel 1990 – ma anche un ragazzo eccezionale, un grande professionista. Quando ho saputo che veniva alla Lucchese sono stato davvero contento. Sono sicuro che diventerà un idolo, come lo sono stati Carruezzo e prima ancora Paci". Parole impegnative, una vera e propria investitura, un fardello pesante, visto che in causa sono stati chiamati i due mostri sacri dell'attacco rossonero di tutti i tempi. Eppure Pascucci queste parole le pronunciò ben sapendo il valore dei due bomber di sempre. 

In queste settimane di ambientamento per l'attaccante casertano ci sono risuonate tante volte nella testa quelle parole. Sempre con la convinzione che l'acquisto voluto dalla società e le parole spese da tutti nei suoi confronti non potessero essere un abbaglio. Che qualche inevitabile pedaggio, anche di condizione, dovesse essere pagato. Che un corazziere di questo livello dovesse trovare la forma, ma anche esser servito adeguatamente. 

Lo abbiamo visto inseguire palloni che non arrivavano, con quell'andatura un po' ingobbita che ci ricorda un mito di nome Giorgio Chinaglia, lo abbiamo visto sgomitare e anche rispondere a tono ai dirigenti del RealForte che dalla rete di Forte dei Marmi gliele dicevano di tutti i colori per un'entrata assolutamente involontaria sul portiere di casa, rimasto vittima della mole di questo attaccante dalla taglia forte. Lo abbiamo anche visto andare a difendere per primo Nannelli, accerchiato da un nugolo di avversari; lo abbiamo sentito più volte in conferenza stampa dichiararsi insoddisfatto della prestazione, ma anche chiedere palloni giocabili. Già, perché è difficile giudicare un attaccante se in quattro gare, andiamo a memoria, ha sì e no un pallone da scagliare contro la porta avversaria. 

Contro il Ghiviborgo, finalmente, dopo un primo tempo in cui è stato uno dei pochi a scuotersi, sono arrivati anche i palloni. E i numeri dicono che l'attaccante su tre occasioni ha realizzato un gol, ne ha sfiorato un altro e trovato un miracoloso Pagnini su un colpo di testa micidiale. Senza considerare un rigore sacrosanto che solo l'arbitro non ha visto. A proposito: ci stanno piacendo sempre meno le direzioni di gara che la Lucchese sta incontrando sulla propria strada. Per carità, niente di indecente, ma la sensazione di inadeguatezza dei fischietti è stata lampante in più occasioni.  

Iadaresta si è sbloccato? Ce lo auguriamo. Se sarà così, la Lucchese potrebbe davvero mettere la quinta marcia, dopo aver stentato non poco in avanti, considerando che quello rossonero è uno dei peggiori attacchi del girone. E allora, sì: "Iadaresta portaci in testa", insieme a tutti gli altri rossoneri, capitan Nolé per primo. Vederlo segnare e esultare sotto la curva, sapendo cosa rappresenta la Lucchese per questo ragazzo mai fuori dalle righe, apre il cuore. E ci ricorda quella serie C che tutti vogliamo riassaporare. Sin da subito. 

 



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