Porta Elisa News

Rebus Porta Elisa

mercoledì, 28 agosto 2019, 16:16

La Lucca rossonera si è ormai abituata a tenere duro nonostante i mille rovesci. Sa bene che le gioie sono effimere e le sofferenze costanti. Una sorta di karma sbilenco costringe a un’esistenza incompleta, a temporali che puniscono per ogni singolo raggio di sole. Una specie di partita a scacchi dove le caselle bianche (o rosse?) e nere sono distribuite in egual numero, ma chissà perché quelle scure sembrano di più.

Per una società imbarazzante, ecco che sorge una stagione epica. Per una finale mozzafiato e una salvezza eroica, ecco che arriva il terzo fallimento. Si riesce a ripartire dalla serie D, ma senza aver risolto il nodo stadio. E così la Lucchese inizierà il campionato in trasferta, forse a Forte dei Marmi, forse a Bagni di Lucca se non addirittura fuori provincia.

Quella che era una sensazione adesso è una plastica certezza: mentre giocatori e tifosi erano impegnati nel costruire il piccolo miracolo che ha avuto il degno epilogo a Bisceglie, il contorno rimaneva immobile (a gufare, diranno i maligni). Così il Comune di Lucca si è svegliato a fine campionato senza avere un progetto per lo stadio, che come previsto veniva declassato dalle regole della Lega. La beffa era quindi che, dopo aver conquistato sul campo la permanenza in serie C, la Lucchese non avrebbe potuto giocarla nel proprio stadio. Questi pensieri però sono stati troncati sul nascere dalle vicissitudini societarie e dalla via crucis che ha portato al terzo fallimento. Nel momento più buio il Porta Elisa diventava un problema marginale. Era quasi un vezzo parlare di dove si sarebbe giocato, quando in discussione era la possibilità di giocare tout court. Se il calcio a Lucca si fosse fermato, il tema principale sarebbe stato come impedire che il prato verde diventasse un deserto e scongiurare la fine del calcio a Lucca per sempre.

L’iscrizione alla serie D sembrava aver salvato capra e cavoli. Da un lato la sopravvivenza del calcio a Lucca e  l’aggancio all’ultimo vagone utile per non parlare di tracollo sportivo. Dall’altro la possibilità di rimandare almeno di un anno il rispetto dei requisiti richiesti dalla Lega calcio. In realtà il Porta Elisa portava, e porta, i segni della vecchiaia e soprattutto nella mancata manutenzione in tutti questi anni. Lo stadio di Lucca è stato lasciato a se stesso, dimenticato in un angolo nonostante la posizione a un passo dalle Mura. E così, nonostante la serie D, la Lucchese non ci può giocare. Prima ancora dei requisiti richiesti per la serie C, sono arrivati i problemi relativi soprattutto alla sismica delle strutture che compongono lo stadio. Un problema che, molto probabilmente, non riguarda solo il Porta Elisa ma anche altre strutture pubbliche. Ma il calcio ha spesso il ruolo di apripista per molte cose, soprattutto quando si parla di controlli e legislazione.

La prospettiva non è buona: gli interventi necessari sono plurimi e il Comune - mentre pensa a un master plan per lo stadio come progettualità a lungo termine - deve dare intervenire a stretto giro per consentire, in uno stadio che verrà limitato nella capienza, di giocare in casa la serie D. Una serie che non deve diventare il limbo in cui lasciare la Lucchese perché non si ha una soluzione per lo stadio.

Si riportano di seguito alcuni stralci della verifica di vulnerabilità statica e sismica dello stadio, commissinata dal Comune di Lucca.

Tribuna

Aspetto statico

Le criticità sono riferite esclusivamente alla porzione centrale in cemento armato che costituisce la tribuna vera e propria.

Le travi dei telai principali risultano sottodimensionate nei confronti delle azioni variabili previste (C5 pari a 500 daN/mq). Non è possibile mantenere l’utilizzo attuale della struttura nemmeno per la parte interna (spogliatoi, uffici, ...).

Tuttavia le verifiche di sicurezza risultano soddisfatte in caso di declassamento della gradinata con una limitazione del carico a 200 daN/mq. In tale eventualità la struttura può rimanere attiva anche nella parte interna.

Le travi di copertura risultano sottodimensionate per sopportare il carico neve. Si ritiene necessario prevedere la chiusura dell’impianto in caso di accumulo di neve superiore a 5 cm.

Si consiglia il monitoraggio continuo con controlli periodici di tipo visivo, con particolare riferimento alle zone di maggior criticità e degrado, per individuare tempestivamente l’eventuale insorgenza e/o progressione di lesioni, fessurazioni e/o deformazioni che possano essere ricondotte ad ulteriore degrado o danneggiamento strutturale.

 

Aspetto Sismico

Nelle unità strutturali esterne in muratura portante le criticità maggiori si riscontrano nella formazione di cinematismi locali di ribaltamento dei singoli maschi murari. Tale fenomeno è dovuto alla carenza di connessioni trasversali tra pareti perpendicolari e tra pareti e solai. Si riscontrano comunque carenze dovute all’eccessiva snellezza delle murature, alla forte irregolarità plano altimetrica ed alla eccessiva snellezza della parte in elevazione.

Nelle unità strutturali centrali le maggiori carenze consistono nella insufficiente presenza di elementi sismo resistenti lungo la direzione maggiore perpendicolare ai telai principali.

Nella porzione 1 la torre in c.a. costituisce l’unico elemento sismo resistente, le sue capacità resistenti risultano insufficienti ed individuano l’indice di rischio minimo per tutto il complesso. L’elevata rigidezza trasversale della torre in c.a. determina inoltre una elevata criticità per flessione trasversale delle travi di copertura.

Nella porzione 2 le criticità maggiori si riscontrano in corrispondenza dei pilastri principali.

Nella porzione 3 l’elemento più debole risulta essere una trave trasversale che costituisce l’unico elemento irrigidente della stilata di pilastri centrali.

In tutti i casi le travi principali inclinate, essendo sottodimensionate anche nei confronti dei carichi verticali, manifestano insufficiente resistenza anche in caso di sisma.

La copertura vera e propria, costituita da lamiere grecate appoggiate sull’ala inferiore delle travi a mensola con sezione a T rovescio, appare scarsamente collegata alle travi stesse. Ad eccezione delle campate di estremità, oggetto di un più recente intervento, sono da considerarsi semplicemente appoggiate. In presenza di azioni sismiche non si esclude la possibilità di perdita degli appoggi. Tale eventualità appare più marcata per le campate intermedie in presenza dei giunti di dilatazione dove il cordolo di collegamento di estremità delle travi principali risulta interrotto e, per tale motivo, non sono da escludere spostamenti orizzontali relativi non trascurabili tra le travi di appoggio della lamiera.

 

Gradinata

Aspetto statico

Le criticità sono localizzate in 2 elementi strutturali: le rampe superiori delle scale laterali; le travi di sostegno dei solai nella zona dei bagni.

Nel primo le scale risultano interdette al pubblico già allo stato attuale e pertanto non si ritiene necessaria alcuna ulteriore azione.

Nel secondo caso è necessario intervenire con il consolidamento delle travi. Si ritiene sufficiente l’inserimento di elementi rompitratta (puntoni), anche provvisionali, posizionati ai terzi della luce, rimandando il consolidamento definitivo ad interventi organici di manutenzione globale. Si consiglia il monitoraggio continuo con controlli periodici di tipo visivo, con particolare riferimento alle zone di maggior criticità e degrado, per individuare tempestivamente l’eventuale insorgenza e/o progressione di lesioni, fessurazioni e/o deformazioni che possano essere ricondotte ad ulteriore degrado o danneggiamento strutturale.

 

Aspetto sismico

La costruzione appare carente prevalentemente per le azioni orizzontali lungo la direzione maggiori in quanto non sono presenti strutture sismo resistenti idonee, in particolare lungo il lato di altezza inferiore dove, per la maggior rigidezza, si concentrano le sollecitazioni. Le travi orizzontali longitudinali collocate a metà altezza della pilastrata esterna evidenziano l’indicatore di rischio minimo in termini di verifica numerica. Si ritiene tuttavia che il contributo resistente di tali elementi sia poco significativo, facendo riferimento agli indicatori di rischio relativi alle strutture principali.

 

Curve

Aspetto statico

Entrambe le curve, est ed ovest, non manifestano criticità nei confronti delle azioni statiche. Non sono necessari provvedimenti per mantenerne l’utilizzo previsto.

 

Aspetto sismico

Entrambe le curve, est ed ovest, evidenziano un comportamento complessivo soddisfacente nei confronti delle azioni sismiche. Le problematiche si concentrano in alcuni elementi quali i controventi di falda ed i pilastri in corrispondenza dei setti verticali.

Nel primo caso si riscontra un sottodimensionamento dei controventi, situazione facilmente risolvibile con una sostituzione degli stessi od un affiancamento di nuovi elementi.

Nel secondo caso la criticità è dovuta alla presenza di setti in c.a. di altezza ridotta rispetto ai pilastri stessi con la conseguente formazione di elementi “tozzi” più sensibili alle azioni orizzontali. Anche in questo caso si ritiene la situazione facilmente risolvibile con il prolungamento dei setti a tutta l’altezza dei pilastri con la conseguente eliminazione degli elementi “tozzi” adiacenti. Con l’incremento di resistenza e rigidezza dei setti si dovrebbero risolvere anche le criticità relative ai pilastri intermedi. 

 

Conclusioni

Le verifiche condotte nei confronti delle azioni statiche dimostrano che la struttura, in larga misura, può essere utilizzata per la sua destinazione d’uso attuale. Sono necessari interventi di consolidamento localizzati, anche mediante opere provvisionali, in corrispondenza della gradinata nord.

Le problematiche maggiori si concentrano sulla tribuna coperta. Pur non riscontrando situazioni di pericolo grave ed imminente le verifiche condotte risultano non soddisfatte.

- Per le travi inclinate dei telai principali a sostegno delle gradinate. È necessario, in assenza di interventi di consolidamento, prevedere un declassamento della struttura [...].

- Per le travi di copertura. È necessario, in assenza di interventi di consolidamento, prevedere la chiusura dell’impianto sportivo in occasione di accumuli nevosi di spessore superiore a 5 cm.

Le verifiche condotte nei confronti delle azioni sismiche, come era ragionevole attendersi per edifici di tale tipologia costruttiva, evidenziano carenze importanti diffuse a tutti i corpi di fabbrica. Tali carenze appaiono di difficile soluzione, ad eccezione che per le curve di più recente costruzione, almeno con interventi a basso impatto.

La vita nominale calcolata risulta < 4 anni per tutti i corpi di fabbrica analizzati. Si ritiene necessaria la programmazione di opportuni interventi (miglioramento/adeguamento, declassamento, delocalizzazione, ...) finalizzati alla risoluzione delle carenze riscontrate e/o all’incremento della vita nominale.

 




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