Porta Elisa News
martedì, 30 novembre 2021, 12:13
Jacopo Coletta a Corner Corto parla del momento della squadra ma anche di quello che sta vivendo a livello personale. Il portiere risponde a tutte le domande con la sua solita franchezza partendo ovviamente dagli obiettivi della squadra: “Abbiamo ancora ampi margini di miglioramento – dice il numero uno rossonero – ma il nostro obiettivo deve essere solo e soltanto la salvezza, stando con i piedi per terra e poi, se a dieci partite dalla fine saremo nei playoff, spingeremo forte per raggiungere un obiettivo altrettanto prestigioso per la città. Ma questo è un campionato quanto mai incerto dove se sbagli due partite, sei di nuovo invischiato nelle zone basse della classifica. Come mi trovo con mister Pagliuca? Benissimo. È una persona vera, che ti dice le cose in faccia e molto espressivo nei suoi gesti e nelle sue esternazioni, ma preferisco un mister così rispetto a un altro che magari trasmette poco o niente. Poi è preparatissimo a livello tattico e dà una carica molto importante”.
Coletta ha poi parlato del suo infortunio ed ha sottolineato: “Devo dire che è stato abbastanza grave e mi ci è voluto un po’ di tempo in più per recuperare. Anche perché la scorsa stagione è finita, sono andato a Roma e mi sono curato da solo. Devo dire che ho lavorato tanto durante l’estate per farmi trovare pronto ad agosto. Ringrazio la società perché dopo aver fatto le sue riflessioni ha deciso di puntare di nuovo su di me nonostante ci sia stata una retrocessione dolorosa e mi ha promosso anche capitano. Devo dire per onestà intellettuale che ho sempre la placca nella caviglia che dovrò togliere a fine stagione e che quindi non mi permette di essere ancora così sciolto nei movimenti. Sono convinto che quando la toglierò, tornerò ancora più in forma. A livello psicologico invece, mi sento al top, anche perché con mister Baldini si lavora molto bene e devo dire che a noi portieri ha dato serenità, dopo che all’inizio abbiamo avuto di difficoltà perché Enzo Biato ci ha dovuto lasciare per problemi famigliari. Anzi, approfitto per salutarlo. Con Baldini abbiamo ritrovato la serenità e credo lo si veda anche sul campo”.
Che cosa vuol dire essere capitano per un portiere?
“Essere capitano mi investe di grandi responsabilità ma devo dire che a volte non è facile perché il portiere non può andare oltre l’area di rigore per regolamento. Infatti contro il Siena sono stato ammonito proprio per essere uscito a parlare con l’arbitro. Al di là di questo ci sono anche i miei compagni che sanno farsi rispettare”.
Che tipo di gruppo è quello della Lucchese?
“Un gruppo formato da diversi giocatori esperti e da tanti giovani che hanno voglia di migliorarsi. L’ultimo arrivato è Minala, un ragazzo che ci sta dando una grande mano anche se non è ancora al cento per cento. Si vede che ha fatto categorie superiori perché sa gestire al meglio momenti della partita ed è molto importante per il resto del gruppo. Nonostante abbia fatto categorie superiori, è molto umile e sa quando deve parlare o meno. Una menzione va fatta anche per tutti gli altri esperti, ricordando che è un gruppo nato soltanto ad agosto e fisiologicamente aveva bisogno di tempo per conoscersi”.
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