Porta Elisa News
lunedì, 30 maggio 2022, 08:32
di fabrizio vincenti
"Questa domanda non me la puoi fare": era il 22 aprile scorso e per il quotidiano per cui lavoriamo stavamo confezionando un'intervista all'assessore Gabriele Bove che, ancora per qualche giorno, ha le deleghe, leggiamo sul sito del Comune di Lucca, a: piano di regolazione del traffico e sicurezza stradale, mobilità, trasporto pubblico locale, arredo e decoro urbano, patrimonio, processi di partecipazione, servizi al cittadino, patti di confine. Oltre a tutto questo, va detto, a Bove, negli anni, è stato demandato anche il compito di esporsi al pubblico ludibrio per evitare ci finissero altri suoi compagni di cordata, magari con aspirazioni da sindaco. E nel calderone delle questioni a rischio figura di merda, c'è finita anche una vicenda che sta a cuore, da sette anni almeno, ai tifosi rossoneri. Bove, infatti, sulla carta, è il referente per il progetto (evidentemente complicatissimo) per far apporre una targa che ricordi il giorno, mese e anno della fondazione della Lucchese dietro il coro di San Michele.
Si tratta di una vicenda che va avanti, come detto, da anni. Precisamente dal 2015 quando l'allora sindaco Tambellini, con tanto di fascia tricolore, in occasione del 110° della Pantera, appesa una targa di cartone durante i festeggiamenti con l'impegno a rendere perpetua (ovvero in muratura e pietra di Matraia) la data scolpita nel cuore di tutti i tifosi rossoneri. Una promessa da marinaio piuttosto che da professore di scuola superiore, qual è il sindaco uscente: il suo mandato scadde nel 2017 e non fu mossa una foglia. Nel 2019, Fabio Barsanti, uno dei consiglieri di opposizione e da sempre tifoso della Lucchese, presentò in consiglio comunale una mozione per dare forza all'iter per l'apposizione della targa. La mozione, con l'eccezione di alcuni trinariciuti di guareschiana memoria che non parteciparono al voto o si astennero, fu approvata da tutti i gruppi presenti. Sembrava un via libera definitivo, con la benedizione della stessa maggioranza a guida Pd. Strada spianata? Nemmeno per sogno. Il voto, a distanza di anni si può tranquillamente definire strumentale, almeno per quello che concerne la maggioranza che ha le leve del potere in città, visto non ha portato a nulla. Grazie a un un accesso agli atti dello stesso Barsanti, è stato infatti possibile verificare che la pratica non è per lungo tempo mai arrivata negli uffici comunali.
Qualcuno potrebbe mettere in risalto il differente trattamento riservato agli iter per targhe, targhette e quant'altro finalizzate a ricordare nomi o avvenimenti cari agli epigoni del Pci che fu. Gli iter, in quei casi, sono stati ultimati spesso a tempo di record con la macchina comunale che ha dato la sensazione di eccellere in efficienza. La questione della targa della Lucchese – grave perché di fatto segnala un disinteresse dell'amministrazione nei confronti di una volontà dell'organismo eletto dai lucchesi – non ha neppure fatto muovere un capello ai tanti difensori degli istituzioni democraticamente elette. Non ci risulta, ma siamo pronti a fare ammenda, che nemmeno lo stesso presidente del Consiglio comunale Battistini abbia concretamente alzato la voce per far rispettare una decisione dell'organismo da lui presieduto. Qualche malalingua potrebbe immaginare che sia solo una questione legata al colore politico del proponente. Ci asteniamo dal commentare, immaginandoci che abbia saputo onorare al meglio il suo gravoso incarico superpartes.
La vicenda, però, va avanti. O meglio: va avanti solo il tempo: in Comune continuano a fare orecchie da mercante di fronte a una situazione che è lo specchio dell'immobilismo quando c'è da insabbiare qualcosa di non gradito, nonostante la stessa targa trovi nel frattempo un sponsor pronto a farsi carico del costo di produzione. Viene addirittura creato un modellino in pietra e in scala. Cosa manca allora? Il lavoro degli uffici: ovvero l'avvio della pratica, il contatto con la proprietà dell'immobile dove apporre la targa per il via libera e il consenso della Soprintendenza. In tre anni, invece, lo zero assoluto. E torniamo a quel "questa domanda non me la puoi fare", pronunciato due volte da Bove durante l'intervista che sancisce la sua uscita, almeno temporanea, dalla politica. "Ti assicuro però che da qui al 25 maggio ti saprò dare sviluppi sulla questione". Continuiamo a essere persone di parole e l'intervista è uscita senza la domanda. A un patto, però: ovvero l'impegno dell'assessore in carica a smuovere una volta per tutte, e sia pure con colpevole ritardo, la macchina. E' passato oltre un mese, con Bove tutti i tentativi di parlare sono finiti praticamente nel nulla. "Ti richiamo, sono impegnatissimo", è stata la risposta quando il telefono non ha addirittura più volte suonato a vuoto senza che l'assessore super attivo si prendesse la briga di rispondere. E' arrivato il 25 maggio e Bove ha rinviato, tramite messaggio al fine settimana scorso, il contatto, assicurando però che l'incontro con la Soprintendenza è nel frattempo slittato. il tutto mentre gli impegni elettorali e professionali evidentemente lo hanno assorbito come non mai, prova ne sia il suo profilo Facebook. Siamo al 30 maggio: il tempo è abbondantemente scaduto, la figura dell'assessore, la cui parola evidentemente ha un valore molto relativo così come la sua percezione del tempo, prende pienamente corpo. Sempre che uno abbia una faccia per la quale, ogni tanto, arrossire.
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