Rubriche : fotomosaico
martedì, 1 ottobre 2013, 08:27
di simone pellico
Ci sono un tedesco, due inglesi, uno scozzese e un lucchese… no, non è l’incipit di una barzelletta, ma di una storia tessuta con filato cucirino CCC. Il tedesco è Karl Niemack, partito da Hannover e arrivato a Livorno, console di Guglielmo I. Nel 1878 allunga la linea del destino sulla sua mano fino a Lucca, dove la congiunge con il fosso in via dei Borghi, vicino al mulino di San Jacopo. Sul fosso dove ancora il mulino affaccia, afono, senza più niente da dire, Niemack impianta la sua azienda di filati. In una decina d’anni passa dall’acqua del fosso all’Acquacalda, ponendo le fondamenta di una cattedrale industriale, la Cucirini Cantoni Coats. A Cantoni, il tedesco lo trova allungando ancora la linea palmare, sino a Milano. Gli serve un partner commerciale per tentare un esperimento alchemico. Convertire il suo lino nell’emergente cotone. Cantoni mette l’esperienza del suo cotonificio, Niemack gli impianti di Lucca: la pietra filosofale è composta. Ma il suo potere scema rapidamente. I Coats arrivano su invito dalla Scozia, beccando molliche aziendali italiane, fino al boccone preparato da Cantoni e Niemack per salvare il cotonificio. Lo mangiano nel 1904, e nasce la CCC, destinata a cavalcare per decenni alte onde commerciali.
I due inglesi della non barzelletta sono Spencer e Calvert, montatori di macchine per filature alla Cantoni, che dopo l’ingresso dei Coats vede arrivare i primi stranieri in azienda. E i due inglesi saranno i primi stranieri anche per la neonata Lucchese calcio. Dopo lo sbarco del calcio a Lucca*, spuntano molte squadre, soprattutto di studenti e di operai della CCC, che funzionerà fino agli anni Trenta come una sorta di vivaio per la prima squadra della città. Fra una filatura e una ritorcitura, operai e impiegati lasciano le spagnolette per indossare scarpette e maglia rossonera: Giannelli, Marquis, Loched, Sonato, Chiocchetti, Fazzi, Marianetti.. Arrivano al campo in bicicletta, direttamente dalla fabbrica, pedalano con le scarpette già indosso. Marionette ribelli, che spezzano a tacchettate per qualche ora i fili del lavoro alla Cantoni.
Lo scozzese è James Henderson, dal 1910 allenatore industriale di successo della CCC. Pioniere del ‘dopo lavoro’, crea lo Sporting Club aziendale e costruisce il campo all’Acquacalda, che prende il suo nome, che ancora sta lì, che proprio in questi giorni ha bevuto un altro sorso di elisir di eterna giovinezza, grazie ai soldi del mondiale di ciclismo. Lo Sporting Club è tentacolare: tennis, pallacanestro, ginnastica, bocce, ciclismo, atletica, calcio. Un telaio dai molti fili, che rafforzano i legami fra giocatori, quindi fra dipendenti della Cantoni. Ghiaccio sulle lingue fiammeggianti della contestazione operaia. Henderson manda così atleti marchiati CCC alla Lucchese, ai mondiali, sulla Luna: le Olimpiadi. Si fa quarantacinque anni di Cantoni, il Ferguson della Lucchesia. Come lui scozzese, come lui fatto ‘Sir’ dalla Corona britannica.
Il lucchese che chiude la storia e la staffetta, è Mario Battaglini detto “Jack”. Rossonero della prima ora, capitano per dieci anni, baffi quasi a manubrio, pokerista, amante dei campi da gioco verdi compreso il biliardo, scultore. Alla Cantoni ci lavora, ufficio tecnico. Quanto al calcio, Jack dalla fabbrica non parte, ma ci torna. “Il capitano” ha tatuate addosso le strisce rossonere e non lascia la prima linea fino al 1922. Fino a 37 anni, quando una sorta di nemesi post-bellica gli appare sotto forma di allenatore. Deutch Arpad, austro-ungherese, più giovane di Jack di oltre dieci anni. Il primo vero allenatore della storia della Lucchese calcio. A lui il compito di dare ordine e forma al libero moto delle giocate in campo, di girare pagina, di togliere la fascia al vecchio capitano. Jack incassa il colpo ma non crolla. Ricuce i pezzi della sua anima con il filo grosso della Cantoni, va al campo che ha contribuito a progettare e costruire. Va all’“Henderson”, da Henderson, fonda la squadra di calcio della CCC, in tre anni arriva in terza divisione. Da capitano. Il vivaio della Lucchese regala vita anche ai giocatori in entrata. Quando l’orologio batte i suoi quarant’anni, Jack capisce però che la magia della scarpetta è finita, che non ci sarà un altro giro di walzer. Chiude dopo vent’anni la sua carriera, iniziata da padre fondatore della prima squadra di calcio a Lucca, nel 1905.Lo stesso anno in cui Karl Niemack veniva seppellito nel cimitero olandese alemanno di Livorno.
*leggi la storia dello sbarco del calcio a Lucca: http://bit.ly/14XHuvV
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