Rubriche : pompey calling
domenica, 3 maggio 2020, 09:16
di pablo galligani
Se vi dovesse capitare di andare a Portsmouth date un’occhiata ai cartelli stradali, noterete qualcosa di particolare. Indicano tutti “fuori città” senza fare alcun riferimento a quello che si trova al di fuori di essa. La rivalità tra Portsmouth e Southampton si sviluppa molto prima della nascita del football, come del resto molti derby nostrani che affondano le proprie radici nel medioevo. Conosciuto come South Coast derby (o Hampshire Derby) il nome che più mi piace utilizzare per indicare questa rivalità è sicuramente “Scums vs Skates”. Scums (feccia) è il nome con cui i sostenitori del Pompey chiamano quelli dei Saints, un’abbreviazione che stava per South Coast Union Man, il sindacato dei portuali della città di Southampton, che come vedremo più avanti farà un grande sgarbo ai colleghi di Pompey. È praticamente impossibile sentire un abitante di Portsmouth usare una parola diversa da “Scums” per riferirsi a quelli di Southampton. Skates è ovviamente anch’esso un termine dispregiativo e dialettale utilizzato per indicare i marinai della Royal Navy di Portsmouth.
La vicinanza tra le due città (20 Miglia) non è l’unica causa dell’accesa rivalità, essendo due città di tradizione portuale la concorrenza economica ha sicuramente accresciuto l’odio sia da una parte che dall’altra. Un episodio che vale la pena citare, anche se per alcuni è solo una diceria, avrebbe maggiormente gettato benzina sul fuoco. Accadde che i portuali di Portsmouth decisero di scioperare e le compagnie navali offrirono così il lavoro a quelli della vicina città di Southampton, i quali accettarono e furono additati come crumiri. Dal punto di vista prettamente calcistico inizialmente non esisteva alcuna rivalità tra i due club, nel 1939 quando il Portsmouth vinse la FA Cup gli abitanti di Southampton condivisero la gioia dei loro vicini ed il trofeo venne addirittura portato in trionfo intorno al The Dell (lo stadio dei Saints).
Proprio per questo non si può parlare di una vera e propria rivalità tra i due club fino ai primi scontri tra tifoserie a partire dagli anni ‘60 (anno in cui violenza e calcio incominciarono ad andare a braccetto). La voglia di portare la violenza nei confronti dei rivali partì senza dubbio da Portsmouth anche se a Southampton negano tutto ciò. Negli anni ‘70 e ‘80 ogni volta che le due squadre si affrontavano non mancavano pesanti scontri e feriti gravi tanto che il nome “Southcoast derby” fu presto cambiato in “il derby del terrore”. Il 28 gennaio 1984 le due squadre si incontrarono per il quinto turno di FA Cup per la prima volta dopo ben 78 anni nella competizione. I giocatori biancorossi furono investiti da una pioggia di banane lanciate dagli spalti di Fratton Park e fuori lo stadio si contarono 60 arresti e circa 20 feriti. Fa sorridere il fatto che la polizia locale continuasse a pensare che i rapporti tra le due tifoserie fossero distesi, tanto che nel maggio del 1994 fu organizzato un memorial tra le due squadre in onore del portiere Alan Knight. A Fratton Park si presentarono 18.000 tifosi e come prevedibile fuori dallo stadio scoppiò la guerra.
Matt Le Tessier, bandiera dei Saints, ricorda quanto fosse difficile giocare questo derby per via dell’atmosfera ostile che si respirava nell’aria. Harry Redknapp, il quale ha allenato entrambi i club, ed è tutt’oggi odiato a Portsmouth per aver lasciato i super blues per andare ad allenare gli odiati rivali, ha dichiarato: “Si odiano sinceramente e con passione pura. È un odio strano, non ne ho mai conosciuto un altro simile. Neanche il derby tra Arsenal e Tottenham è così feroce”. Non solo per Redknapp, ma per molti tifosi “Scums vs Skates” risulta essere una rivalità così accesa da superare quella tra Everton e Liverpool o Man. United e Man. City. Basti pensare che se un bambino di Portsmouth si comporta male viene “minacciato” dai genitori di essere ceduto alle giovanili del Southampton, altro che l’uomo nero. L’ultimo incontro tra le due squadre è avvenuto in League Cup il 24 settembre dell’anno scorso, su Youtube si possono vedere le immagini di quello che è accaduto sul campo e fuori. Consiglio inoltre la visione dell’ottimo documentario: “My city could beat up your city” realizzato da Copa 90 che tratta di questo argomento.
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