Rubriche : la lettera

Daniele Bianucci: "Lucchese, occorre aprire una riflessione tra le istituzioni e la città"

mercoledì, 30 luglio 2025, 14:52

Dal consigliere di opposizione Daniele Bianucci, riceviamo e volentieri pubblichiamo le sue riflessioni sulle ultime vicende della Lucchese.

Carissimo direttore di Gazzetta Lucchese, mi sembra giusto inviarle questa lettera aperta prendendo spunto dal suo ultimo redazionale che ritengo, anche se in alcune parti non sono d'accordo, un interessante contributo per capire la triste vicenda della Lucchese che  ormai da vent'anni si trascina con fallimenti continui e non permette di costruire a Lucca una società calcistica forte che rappresenti la vera identità: una Lucchese dei lucchesi a cui affidarsi, con dirigenti seri e una proprietà trasparente e impegnata con progetti sostenibili che vadano al di là dei risultati sportivi, sul modello positivo di società e città capoluogo o piccoli paesi toscani (Empoli, Pisa, Carrara, Grosseto, ma anche Altopascio, Ghivizzano, Margine Coperta, Pontedera, Piancastagnaio ecc.)

Dissento su un punto: quando Lei se la prende con l'imprenditoria Lucchese, rea di non aver colto la richiesta di aiuto proveniente dai piani alti della politica: o forse sarebbe più onesto dire dal sindaco e dal vicesindaco, che in particolare nell'ultimo anno hanno a mio avviso agito unicamente per il loro prestigio personale. Perché, a mio parere, non è stata la politica, intesa come istituzioni nel loro insieme, a richiedere all'imprenditoria di costituire una nuova società. Lo ha fatto semmai la giunta comunale, che ha voluto strumentalizzare politicamente la ripartenza. Badi bene, non si tratta di una mia supposizione che potrebbe essere del tutto opinabile. Sono i fatti che lo dimostrano e lo attestano.  Le responsabilità del quarto crac, infatti, sono note, basta ricordare le scelte assunte dalla giunta dall'avvio del campionato 24/25:

1) Nonostante la crisi economica e dirigenziale fosse già chiara all'inizio della scorsa stagione (c'era stato un tentativo di vendita con l'imprenditore d'Oltrealpe Pedretti), l'Amministrazione non ha mai richiamato pubblicamente il Gruppo Bulgarella al rispetto degli impegni e non ha mai richiesto nei tempi dovuti il pagamento degli oneri derivanti dalle convenzioni in essere; cosa che invece sarebbe regolarmente accaduta a un cittadino moroso dopo tre mesi, col distacco di luce e gas nei campi in gestione. 

2) Vero che la giunta non ha voluto convocare gli acquirenti farlocchi nei cambi di proprietà evitando giustamente di dialogare con loro, ma è altrettanto vero che ha taciuto a livello pubblico e non ha convocato alcuna conferenza stampa, quantomeno per minacciare di ritirare la convezione con il Porta Elisa e chiedere il pagamento degli oneri. 

3) Il Sindaco e il vice hanno garantito - incontrando tifosi, squadra e il bravo allenatore Gorgone – che avevano già trovato una società che avrebbe rilevato il club in serie C, qualora la Lucchese si fosse salvata sul campo. Sappiamo tutti bene cosa invece è accaduto.

4) Non può essere legittimo pensare addirittura che sindaco e vice abbiano finito per utilizzare e strumentalizzare imprenditori interessati ad acquisire il club in Eccellenza, affinché gli stessi – senza peraltro che l'Amministrazione comunale ci mettesse direttamente la faccia, come ha fatto invece il Comune di Brescia - provassero ad acquisire un titolo di serie D da una società della provincia in quanto la ripartenza del massimo campionato regionale sarebbe stata un'onta per la città? Tentativo, come sappiamo, poi fallito miseramente.

5) Per finire, nei fatti una sola società, costituita da dirigenti romani vicini per appartenenza politica, si è presentata al bando, visto che le altre due proposte pervenute risultavano senza assegni e documentazione; un imprenditore ha rinunciato poche ore prima della proclamazione del vincitore e un altro, che stava trattando dal 25 maggio, non ha partecipato al bando: pare che ciò sia accaduto dopo che nell'ultima settimana egli non aveva ottenuto le garanzie che inizialmente la giunta gli aveva assicurato. Quindi, si può parlare davvero di gara competitiva tra più progetti? La domanda sorge spontanea: sarebbe questo il percorso istituzionale capace di aprire un confronto serio con la grande impresa cartaria e con il mondo imprenditoriale locale, fatto da piccole medie imprese, dalle loro associazioni di rappresentanza e dalle altre società sportive e sociali, che invece non sono mai state coinvolte?

Altro sarebbe stato unire tutte le istituzioni - Governo, Regione, Provincia, Consiglio comunale di Lucca - per aprire un confronto chiaro e trasparente come hanno fatto in altre città. A Lucca si è voluto scegliere la strada di realizzare una società di parte, per di più ripartita dall'Eccellenza, strumentalizzando il calcio e la Lucchese che invece è patrimonio di tutta la Città. 

Non è possibile, gentile direttore, che stia proprio in questa verità la ragione del mancato impegno del mondo imprenditoriale a costituire una società per gestire la Lucchese? Invece che provare la via del facile populismo per mettere i tifosi contro il mondo industriale lucchese, non sarebbe forse più proficuo lavorare assieme a tutte le forze della Città, al di là della singola appartenenza culturale e sociale, in quanto ricchezze da valorizzare per costruire comunità e una sana convivenza civile e sportiva? Se tale processo fosse stato già stato avviato un anno fa, sono sicuro che oggi non ci troveremmo davanti alla faticosa e in realtà poco credibile necessità di voler accreditare l'attuale società costituita come la vera Lucchese di tutti.  

Una società che rappresenta una parte politica costituita da dirigenti importati da Roma - trovati dai canali politici e che probabilmente verranno poi a chiedere di sponsorizzare e sostenere economicamente la squadra con il sostegno degli attuali amministratori – può davvero essere considerato un progetto aperto e autenticamente "lucchese"? Mi permetta qualche dubbio in merito. Pensi alle prime scelte assunte: il ritiro a Montecatini Terme e non in Lucchesia, compreso l'utilizzo degli impianti che l'Amministrazione comunale non è stata in grado di mettere disposizione.

Quindi, sono d'accordo con Lei sia necessario ripartire dall'amore e dall'armonia per ricreare intorno alla squadra della Città la forte identità lucchese, costituita da senso di appartenenza ai valori del rispetto reciproco che lo sport rappresenta. Sono altresì convinte che, per centrare tale risultato, occorra che la verità sia sempre rappresentata per costruire il futuro.  Mi sono permesso di scrivere queste osservazioni attraverso una lettera per aprire una vera riflessione fra mondo delle istruzioni, i tifosi, gli sportivi e le loro associazioni: ricchezza da valorizzare e non da disprezzare, e che l'attuale Amministrazione comunale tiene a margini delle scelte civiche.

Daniele Bianucci

Ringraziamo il consigliere Bianucci, con l'augurio che sul tema si possa davvero aprire un dibattito. Non replichiamo nel merito, perché il contenuto ha un indirizzo di polemica politica che non ci interessa né ci riguarda. Sarà, semmai, sarà l'amministrazione comunale a doverlo fare, se lo riterrà opportuno. Solo una precisazione, doverosa, perché ci chiama in causa. Quella sul grave disimpegno della classe imprenditoriale cittadina, intendiamo quella di un certo livello. Forse Bianucci o non sa o non ricorda per provare a scaricare le colpe solo sui suoi avversari politici. Tre flash per risvegliare la memoria a chi rischia di averla selettiva. 

Il primo: “E' vero potrebbero fare di più, abbiamo visto che la sensibilizzazione, penso a Pianeta Terra, porta qualche risultato, ma è ancora poco. E poi c'è sempre la solita motivazione addotta per non dare una mano che non convince: se dobbiamo dare dei soldi poi dobbiamo darli a tutti. Il ragionamento non sta in piedi. Penso per esempio al sostegno delle attività sportive, per quanto chi si occupa di questi settori dovrebbe anche farsi delle domande”: sono parole pronunciate dal presidente uscente della Fondazione Cassa di Risparmio Bertocchini durante l'ultima conferenza stampa. Parole destinate alla classe imprenditoriale. Che è sorda totalmente non AL CALCIO, ma a qualunque impegno sportivo e culturale di livello locale. Negarlo, a maggior ragione da parte di un importante esponente cittadino, che ci auguriamo abbia ancora qualche remora verso certi limiti del grande capitale, ha poco senso: i fatto sono pietre, anzi macigni. Come poco senso pensare sia solo da ora che succede.

Il secondo ce lo fornisce un ex compagno di viaggio di Bianucci, l'ex assessore allo Sport Stefano Ragghianti, che a noi stessi, più volte in passato, ha infatti manifestato lo scoramento per la mancata disponibilità delle aziende lucchesi (ripetiamo: quello di un certo livello). Quando era ancora in carica, ci raccontò di un caso, al limite della barzelletta, con una primaria azienda del territorio che, sollecitata, aveva offerto duemila euro per il Teatro del Giglio. Duemila. Nella circostanza, il tavolo di confronto sembrò uno da pic nic.

Il terzo: come Bianucci con uno sforzo di memoria potrà arrivare a ricordare, durante i dieci anni di mandato di Tambellini e della sua parte politica la città ha visto fallire la squadra maschile di basket, quella maschile di calcio e quella femminile, campione d'Italia in carica, non ha potuto partecipare, e siamo certi non ricapiterà più, alla Coppa dei Campioni: mancavano 70mila euro. Anche nell'epoca Tambellini, in cui lo sport, ci perdoni, non era tenuto nel massimo conto, se non altro visto che inizialmente non aveva nemmeno la dignità di assessorato e poi fu unito a molte e altrettanto importanti funzioni, la risposta del territorio, di quello che conta, fu imbarazzante. Le ripartenze, quando ci furono, furono guidate da piccoli o piccolissimi imprenditori. Segno che chi ha i soldi veri, anche nella circostanza, si girò senza nessuna remora dall'altra parte. Anche in quei casi, i tavoli di confronto sortirono il nulla. Sempre in relazione ai maggiorenti della città.

E' molto triste, lo sappiamo, ma non per questo si deve fare finta che si sia in presenza di una classe imprenditoriale disponibile a cui basterebbe essere chiamata a un tavolo dalle istituzioni per rispondere sì. Anzi, a questo proposito va ricordato che lo scorso anno, quando chiuse i battenti il Basket Le Mura, si mobilitarono sia l'assessore comunale Barsanti che quello regionale Baccelli nel tentativo di raccogliere poche decine di migliaia di euro per evitare la chiusura del club. Nella circostanza, Baccelli si disse convinto di potercela fare. L'idea era ottima: creare un pool di aziende cartarie che sponsorizzassero, per poche decine di migliaia di euro l'anno, uno sport indubbiamente avvolto dalla generale simpatia e in crescita di interesse, qual è il basket femminile. Se ha occasione di parlare con uno dei due rappresentanti istituzionali, si faccia raccontare come finì. Se vogliamo aprire un tavolo di discussione, e noi lo vogliamo quanto lei, bene dire come stanno le cose ed evitare inutili strumentalizzazioni.

Fabrizio Vincenti



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