Mondo Pantera

Chi ama la Lucchese non conosce ostacoli

mercoledì, 8 maggio 2019, 19:54

di emanuela lo guzzo

Lo abbiamo visto in un video girato a sua insaputa allo Stadio di Chiavari mentre di schiena, con l’aiuto di due persone – una delle quali è Giorgio, di professione vigile urbano e fedelissimo del cosiddetto “muro del pianto” – saliva i gradoni del settore ospiti poco prima del fischio di inizio di Albissola-Lucchese, penultima gara di campionato. Quel contributo, pubblicato sulla pagina di Gazzetta lucchese, ha fatto registrare oltre seimila visualizzazioni, senza contare le varie condivisioni e reazioni di chi è rimasto estremamente colpito dal suo contenuto. Siamo riusciti a rintracciare il protagonista del video e lo abbiamo incontrato in curva Ovest lo scorso sabato in occasione di Lucchese-Pontedera. E la sua testimonianza ha altrettanto stimolato il nostro desiderio di raccontare l’ennesima storia di magia rossonera.

Il signore in questione si chiama Vincenzo Iannuzzi, è originario di Potenza, ma da oltre trent’anni si è trasferito a Lucca per motivi di lavoro. Ricopriva un ruolo dirigenziale all’interno di un’azienda cartaria e, in quanto appassionato di calcio, ha cominciato a frequentare il Porta Elisa e a interessarsi sempre di più alle sorti della Pantera. Timido e riservato, quasi imbarazzato dal nostro interesse nei suoi confronti. Nel suo sguardo profondo e nel colore azzurro intenso dei suoi occhi abbiamo visto scorrere l’entusiasmo per i ricordi dei tempi felici per il calcio cittadino fino alla desolazione per le recenti vicissitudini. “Quando mi sono trasferito a Lucca – afferma Iannuzzi – non ci ho messo molto ad adottare la Lucchese come squadra del cuore. I rossoneri conquistarono la serie B, io a quel tempo seguivo le partite dalla tribuna e non ne perdevo una. Ho trasmesso quella che è diventata una passione autentica a entrambi i miei figli, Antonio ed Edoardo, che portavo regolarmente allo stadio. Entrambi hanno giocato a calcio ed entrambi hanno sempre seguito la Lucchese”.

 La seguono ancora?

“Certamente. Antonio, per motivi di turni di lavoro, purtroppo non sempre è riuscito a essere presente. Edoardo invece, è rimasto fedelissimo ed è con lui che vengo allo stadio. A volte, quando magari mi capita di essere più stanco e di essere indeciso se venire o meno, è lui a trascinarmi con sé senza sentire ragioni”.

Non si aspettava che qualcuno l’avesse ripresa mentre saliva i gradoni a Chiavari…

“Non me l’aspettavo e ne sono rimasto sorpreso. Per me, che ho delle difficoltà, salire quei gradoni è stato un po’ come fare una scalata, ma nonostante lo sforzo, ne è valsa la pena. Vivere da vicino l’ambiente rossonero è un'emozione bellissima”.

Cosa pensa dell’attuale situazione?

“Gli ultimi anni e in particolare gli ultimi mesi, sono stati caratterizzati da delusioni a livello societario. Ci vorrebbero imprenditori seri e realmente interessati alle sorti della squadra di calcio. Qualcuno come l’attuale proprietario del Potenza, tanto per fare un esempio. È un peccato vedere disperso in questo modo quello che dovrebbe essere considerato un patrimonio della città”.

 Crede nella salvezza della squadra?

“Credo in questi giocatori che quest’anno hanno dato tutto e nello staff tecnico che li ha guidati. Spero quindi nei play out e che arrivi qualche santo in paradiso. Non meritiamo ulteriori mortificazioni”.



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