Mondo Pantera
venerdì, 19 novembre 2021, 14:16
di alessandro lazzarini
Sulla questione stadio l'amministrazione Tambellini si gioca una parte della credibilità che il centrosinistra potrà spendere alle prossime elezioni, quando sarà rappresentato da elementi provenienti dall'attuale squadra di governo cittadino. Sul tavolo non c'è solo l'urgenza di fornire a un gruppo di imprenditori una risposta fondamentale per il piano di sviluppo della loro attività e quindi sulle possibilità della Lucchese di ambire a un futuro sportivo più radioso; anzi, ci sentiamo di affermare che l'interesse per i rossoneri e le loro sorti è divenuto talmente numericamente risicato in quanto a presenze allo stadio e attenzione della cittadinanza da non avere più un peso specifico elettorale considerevole.
Troppe volte da media e opinione pubblica il riferimento all'iter per il nuovo Porta Elisa viene associato esclusivamente alle sorti della Pantera, ma nella sostanza sul piatto c'è il destino di una delle più grandi infrastrutture cittadine legate al tempo libero, uno stadio che il succedersi dei governi lucchesi ha ridotto a un rudere inadeguato a parzialmente inagibile. A Tambellini, in questi pochi giorni che mancano alla scadenza di fine anno entro il quale ha promesso un atto concreto, non basterà saper dire 'si' o 'no' alla proposta di Lucchese e Aurora immobiliare: se il progetto sarà bocciato il sindaco dovrà anche far sapere come intende restituire alla città un impianto fruibile per sport, concerti, grandi eventi e tutto quello a cui può servire uno stadio, oppure ammettere che pur avendo governato per due mandati il suo gruppo non è riuscito a maturare alcuna idea sul recupero dell'impianto.
In quanto a credibilità politica, inoltre, l'amministrazione è anche chiamata a fugare le voci che iniziano a scaturire dai ritardi sulla decisione, ovvero la diffusa illazione che siano costruiti ad arte per non decidere e, quindi, non scontentare nessuno in vista della prossime elezioni; una inadempienza per calcolo politico, insomma, che andrebbe ad aumentare i già considerevoli dubbi sull'operato di una amministrazione più volte apparsa titubante per interessi di bottega, ancor prima che per mancanza di idee.
L’occasione sarebbe utile anche per dimostrare ai cittadini che il gruppo politico che compone il governo attuale è una compagine in grado di assumersi le proprie responsabilità e di prendere decisioni, comode o scomode ma in linea con i propri principi, che poi dovrebbero essere quelli per il quale uno schieramento viene chiamato al potere. Infine, il nuovo stadio sarebbe nei fatti l'unica grande opera che Tambellini lascerebbe alla città alla scadenza del suo mandato, il che peraltro suonerebbe paradossale vista la sempre malcelata insofferenza al calcio e al fenomeno tifo. D'altra parte, il Piuss è naufragato sotto questa giunta, il nuovo sistema tangenziale è una chimera, la questione della Manifattura è andata come tutti sappiamo e così via per qualsiasi altro asset cittadino in attesa di riqualificazione: non basterà qualche stanziamento a fine mandato per poter rivendicare di aver inciso su queste tematiche.
L'implicazione della questione stadio pertanto va ben oltre la ratifica del progetto: si tratta di dare un peso specifico alle credenziali col quale la classe dirigente creata dall'esperienza Tambellini chiederà nuovamente la guida della città, argomenti che diverranno immediatamente centrali nel dibattito politico e che potranno essere utilizzati come arma dialettica da chi si proporrà come alternativa a questo gruppo dirigente.
E' chiaro che, come rivista che si occupa delle vicende della Lucchese, auspichiamo una squadra forte e ambiziosa che giochi in uno stadio bello e confortevole e che, quindi, quali che siano le indicibili ragioni che hanno prodotto questi ritardi, il progetto vada in porto oppure l'amministrazione restauri il Porta Elisa in qualche altro modo. Come cittadini e addetti ai lavori che hanno il privilegio di potersi inserire nell'ambito del dibattito pubblico, tuttavia, non possiamo omettere di rilevare le implicazioni politiche della vicenda, sempre che queste riescano ad emergere come fatto pubblico in una città che sembra sopita e ormai incapace di appassionarsi a qualsiasi tematica locale, con una opinione pubblica che non è in grado di scaldarsi per nessuna questione che riguardi i poteri politici ed economici che agiscono nel contesto locale. Una città immobile che, in sostanza, avrebbe bisogno di ridestarsi ben al di là del destino sportivo della propria principale squadra di calcio che è oggetto abituale dei nostri racconti.
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